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Riforma scuola, ok definitivo della Camera. Dal Pd 5 no, 24 non…

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approvazione con 277 sì e 173 no

Riforma scuola, ok definitivo della Camera. Dal Pd 5 no, 24 non votano

Via libera definitivo della Camera al disegno di legge di riforma della scuola. I sì sono stati 277, i no 173, gli astenuti quattro. Hanno votato a favore Pd, Ap, Sc. Contrari Lega, Fi, M5s e Fdi. Ieri l'aula aveva respinto tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni (circa 150). Durante le dichiarazioni di voto finali non sono mancati momenti di tensione e proteste di Sel, Lega e M5S fortemente critici sul Ddl; Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni, che ha accusato il premier «umiliare le istituzioni scolastiche». No anche da Forza Italia.

Bersani, Speranza e Cuperlo non votano. Sì di quattro “verdiniani”
In casa Pd sono cinque (Alfredo D'Attorre, Carlo Galli, Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Giuseppe Zappulla) gli esponenti della minoranza che hanno votato contro la riforma della scuola; 24, invece, le assenze “non giustificate”, ovvero i deputati che al momento del voto finale non erano in Aula per ragioni politiche . Tra questi Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Gianni Cuperlo. Sono stati quattro i deputati di Forza Italia “verdiniani” che hanno votato a favore della riforma della scuola, contrariamente al resto del gruppo. I quattro azzurri, vicini al senatore toscano Denis Verdini, che hanno dato il loro voto favorevole al ddl sono d'Alessandro, Faenzi, Parisi e Mottola.

Renzi: più merito e automomia. Giannini: nuovo protagonismo
Laconico in un tweet il premier Matteo Renzi: «Centomila assunzioni, più merito, più autonomia. #labuonascuola è legge». E ha aggiunto su Facebook: «L'Italia prosegue nel più grande sforzo di riforme strutturali della storia repubblicana. Adesso focus su fisco e riforme costituzionali verso il referendum del 2016». Soddisfatta la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini: «Questo non è un atto finale» ma «l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola». Quanto ai numeri ristretti per la maggioranza, con soli 277 voti favorevoli, Giannini ha commentato: «Dipende dalle assenze più che dal dissenso», ma la riforma della Scuola ha avuto «un percorso che ha sempre visto il governo compatto». E ha ricordato i «tre miliardi a regime dal prossimo anno per la scuola» con il ddl approvato oggi.

Protesta Lega e Sel in Aula, seduta sospesa
Stamattina è andata in scena la protesta della Lega nell'Aula della Camera durante le dichiarazioni di voto sulla riforma della scuola. I deputati del Carroccio hanno esposto cartelli con la scritta «giù le mani dai bambini» contro la norma sull'educazione di genere. La seduta è stata sospesa per pochi minuti e il capogruppo Massimiliano Fedriga è stato espulso dall'Aula. Proteste anche dei deputati di Sel, che hanno esposto in Aula cartelli con i colori della bandiera greca e la scritta: “Oxi (No, ndr) alla buona scuola di Renzi”. I parlamentari hanno appoggiato i cartelli di protesta sui banchi, per poi mostrarli -richiamati all'ordine dal presidente di turno Roberto Giachetti- al termine della dichiarazione di voto in cui hanno annunciato il voto contrario al ddl.

M5S legge in coro articoli Costituzione
Diversa la modalità scelta dal M5s per esprimere il proprio dissenso sulla riforma. Tutti i deputati di M5S hanno letto, in coro ed in piedi, i tre articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla Scuola ed alla ricerca. La lettura è andata avanti anche dopo la fine del tempo a disposizione di M5S in dichiarazione di voto finale sulla riforma della scuola, nonostante i richiami del vicepresidente Roberto Giachetti, che chiedeva a Simona Malpezzi del Pd di avviare il suo intervento. Ma i M5S non si sono fermati fino alla fine dell'art. 34 della Carta, esplodendo poi in una applauso.

Brunetta: se referendum su riforma scuola, pronti a abrogarla
No alla riforma anche da Forza Italia. «Questa riforma della scuola è una mescolanza di clientelismo di sinistra, cigiellino, e di velleitarismo liberal, il tutto male assortito» ha dichiarato in una nota Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera. E ancora: «Non c'è merito, c'è semplicemente l'occupazione del potere. Penso che si arriverà anche ad un referendum e noi al referendum voteremo sì, per l'abrogazione di questa cattiva legge».

Malpezzi (Pd): menzogne da opposizione
Simona Malpezzi (Pd) in Aula alla Camera per le dichiarazioni di voto finali, ha difeso la riforma dalle «menzogne» delle opposizioni. «Sulla scuola - ha detto - esiste un testo chiaro, ma ci siamo resi conto che ci siamo esposti a un dialogo basato sulla menzogna, che ha insistito sul preside-sceriffo che non esiste, sulla chiamata diretta che non esiste. Menzogna è quella della scuola `governativa´, che l'opposizione vorrebbe suddita del governo: noi potenziamo l'indipendenza delle scuole; menzogna è anche quella sugli albi territoriali, che sono propedeutici per un lavoro finalmente in rete tra le scuole. Menzogna è quella della teoria del gender: noi siamo contro ad ogni tipo di discriminazione», e nel testo «il gender non c'è».

Cgil: pagina nera per democrazia. Cisl: pessima giornata per istruzione
I sindacati hanno ribadito tutta la loro contrarietà al ddl. «Oggi è stata scritta una pagina nera per la democrazia del nostro Paese» ha dichiarato il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, per il quale «questa legge riporta l'istruzione indietro nel tempo, toglie diritti, non risolve il problema della precarietà». Non solo. «L'inizio dell'anno scolastico - ha avvertito Pantaleo - sarà molto problematico, anche perche' la mobilitazione proseguirà». Di «brutta legge, che non risolve ma aumenta i problemi della scuola, ridotta ancora una volta a pretesto per giochi politici fini a sè stessi» ha parlato invece il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima.


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