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Sicilia, nel Pd si pensa al voto anticipato. Crocetta: «Mi…

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dopo il giallo delle intercettazioni

Sicilia, nel Pd si pensa al voto anticipato. Crocetta: «Mi sfiducino e saranno complici dei golpisti»

«Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti». Nel giorno del 23esimo anniversario della strage di via D’Amelio, Rosario Crocetta, il governatore della Sicilia che si è autosospeso dopo il “giallo” delle intercettazioni rese note dall’Espresso, torna in un colloquio con l’Ansa ad avvertire il Partito democratico: «Il Pd vuole le mie dimissioni? Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana».

«Volevo dimettermi e uccidermi», afferma durante un'intervista telefonica con Fanpage.it. Riguardo a Lucia Borsellino, Crocetta afferma: «Io e Lucia siamo vittime di un complotto», ricordando di essersi sempre pronunciato in difesa della figlia del magistrato Borsellino e suo assessore alla Sanita' in Regione Sicilia, anche a costo di andare incontro a inimicizie senza precedenti. Inoltre, il presidente della Regione Sicilia ricorda l'impegno contro gli sprechi di denaro pubblico intrapreso insieme alla stessa Borsellino. Crocetta si dichiara infine sollevato alla smentita della Procura sulle intercettazioni e aggiunge di essere pronto a intraprendere vie legali contro l'Espresso qualora questo non fornisca alcuna prova della registrazione: «E' venuto fuori un altro Crocetta, quello che lotta e non puo' accettare di essere ricoperto di fango».

Renzi: «Non dimentichiamo mai l’eroismo di Borsellino»
Era domenica 19 luglio 1992 quando una Fiat 126 esplose sotto il palazzo dove abitava la madre del magistrato Paolo Borsellino, che il figlio era andato a trovare. Un’esplosione telecomandata a distanza, proprio mentre il giudice e gli agenti della sua scorta uscivano dalle auto. «Non dimentichiamo mai l’eroismo di Paolo Borsellino e di Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina», ha scritto su twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Come tutti i maestri, Borsellino ci ha lasciato un immenso patrimonio intellettuale, etico e professionale», ha affermato il presidente del Senato Pietro Grasso. «Il suo esempio continui a vivere pienamente nella coscienza civile collettiva», ha auspicato la presidente della Camera Laura Boldrini.

Nel Pd siciliano ore convulse: si decide sul voto anticipato
A distanza di 23 anni da quel giorno terribile che ha segnato la storia d’Italia e dopo le parole durissime di Manfredi, il figlio di Paolo Borsellino, pronunciate ieri alla commemorazione di suo padre e l’abbraccio struggente con il capo dello Stato Sergio Mattarella, la Sicilia si ritrova nel caos. Sconvolta dal presunto colloquio telefonico tra il governatore Crocetta e il suo medico personale, il chirurgo plastico Matteo Tutino, che parlando della figlia di Borsellino, Lucia, ex assessore alla Sanità, avrebbe detto: «Va fatta fuori come suo padre». Un terremoto nel Partito democratico siciliano: due giorni fa il segretario regionale Fausto Raciti, aveva ribadito che «non ci sono ragioni per interrompere la legislatura» citando più volte la smentita del Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, secondo cui «l’intercettazione «non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas». Ma la situazione è cambiata, le riunioni dei vertici del Pd si susseguono e la direzione sembrerebbe quella di uno scioglimento anticipato della legislatura nell’Isola. Raciti si limita a dire: «Oggi, per rispetto dell’anniversario della strage di via D’Amelio preferisco non parlare».

Crocetta: «Un golpe, volevano dimissioni o mio suicidio»
È Crocetta, però, a puntare i piedi: «Qualcuno ha voluto mettere a segno un golpe, volevano determinare le mie dimissioni o il mio suicidio. E trovo assurdo che organi istituzionali abbiano espresso giudizi senza fare le dovute verifiche con la Procura». Martedì interverrà in Aula per riferire sulla vicenda all’Assemblea regionale. Una seduta già prevista dopo le dimissioni degli assessori Borsellino e Caleca e ora diventata cruciale. Nel frattempo, chiuso nella sua tenuta di Castel di Tusa, nel messinese, il governatore incalza: «Il governo nomini subito una commissione d’inchiesta per accertare quali servizi deviati e quali poteri oscuri abbiano tentato di farmi fuori. Ieri l’ho chiesto al ministro degli Interni Alfano».

All’Espresso: «Se ha il materiale lo consegni ai magistrati»
Il presidente della Regione Sicilia, infine, si rivolge direttamente al settimanale che ha diffuso la notizia delle intercettazioni e che ne ha confermato l’esistenza, sostenendo che fanno parte «dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo»: «L’Espresso se ha il materiale lo consegni ai magistrati, se non ce l’ha, e non ce l’ha, la cosa è molto grave e vergognosa. Ma ne risponderà davanti alla giustizia».

Rita Borsellino: «Squallore, Crocetta ritrovi dignità»
Durissimo il commento della sorella del giudice, Rita Borsellino: «Quanto squallore in tutta questa vicenda. Provo ribrezzo per certe parole che ho letto, ma non sono solo le parole a fare male, è atteggiamento e un certo modo di essere. Adesso Crocetta, se ne è capace, ritrovi la sua dignità». Quella delle intercettazioni, dice Borsellino, «non è affatto una vicenda chiusa. Noi abbiamo il diritto di conoscere la verità. Io non amo le polemiche ma voglio i fatti. Noi chiediamo la verità da 23 anni e chiediamo a farlo anche oggi, con le intercettazioni».

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