Deluso per l’accordo sui migranti raggiunto ieri a Bruxelles - «avremmo auspicato» la redistribuzione di 40mila persone «senza tante storie» - il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento Immigrazione del Viminale, nel corso di un’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza dei migranti, invita i sindaci a collaborare, altrimenti i prefetti decideranno da soli. Ma le sue parole scatenano la polemica politica. E si accompagnano alla rivolta del sindacato dei prefetti che reagisce all’annunciata rimozione del prefetto di Treviso Maria Augusta Marrosu e agli insulti al prefetto di Roma Franco Gabrielli da parte del vicepresidente leghista del Consiglio regionale delle Marche (su Facebook due giorni fa aveva scritto: «Gabrielli un porco di un comunista al servizio del Pd attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco arriveremo, olio di ricino te ne daremo tanto»).
L’attacco della Lega: «Cacceremo i prefetti che svendono i cittadini»
Forza Italia - in testa Maurizio Gasparri - vede nelle dichiarazioni di Morcone una presa di distanza dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ieri aveva parlato di un risultato superiore a quanto ottenuto da qualunque governo. E ancora più dura è la Lega, che parla di dichiarazioni «assurde e surreali», e minaccia: quando saremo al governo cacceremo Morcone e i prefetti che seguono il suo stile. «A tempo debito - sottolinea il vicepresidente dei senatori leghisti Stefano Candiani - ci ricorderemo dei prefetti in stile Morcone, pronti a svendere i cittadini che dovrebbero servire per compiacere la sinistra radical-chic della Boldrini e l’incapace Alfano. Per prima cosa quando andremo al governo cacceremo questi parassiti».
I prefetti dicono basta
Se Morcone contesta i «tentativi di strumentalizzare» le sue parole, esplode l’esasperazione dei prefetti. Durissima la presa di posizione del loro sindacato, il Sinpref, in cui si dicono «circondati da enorme ostilità», alle prese «con un’emergenza difficilissima da affrontare», bersaglio di «frasi indegne da parte di esponenti istituzionali e noti politici» e stanchi «di fare la parte dei capri espiatori». «Ci tuteleremo in ogni sede», annunciano. «Se il sistema della sicurezza ha retto in questa fase di emergenza immigrazione, lo si deve soltanto al lavoro dei prefetti». Dopo l’annuncio della rimozione di Marrosu a Treviso per il caos di giovedì scorso, quando i cittadini erano scesi in strada per protestare contro la sistemazione di 101 profughi in due condomini, e «le frasi indegne» rivolte dal vicepresidente del Consiglio delle Marche contro Gabrielli, le associazioni prefettizie chiederanno un incontro con il ministro Alfano.
Bene il riequilibrio tra Regioni, ma in Sicilia ancora il 18% dei migranti
Morcone ha confermato che l’emergenza sbarchi è sotto controllo: a oggi il numero di sbarchi è in sostanziale equilibrio rispetto al 2014, fermo a 85mila unità. Sulla distribuzione nelle regioni, è stato chiaro: il «piccolo riequilibrio» ottenuto di recente «rimane del tutto insufficiente perché in Sicilia resta ancora il 18% delle persone». Questo «nonostante altre regioni abbiano fatto sforzi significativi, come la Lombardia, che accoglie l'11%, e il Veneto, che è passato dal 3 al 6%». Lo sforzo del ministero è quello di «andare avanti tenendo ferma la barra sulle decisioni prese nella Conferenza unificata dello scorso anno», ha proseguito Morcone riconoscendo che «non è sempre facile farlo, come episodi recenti hanno dimostrato. Credo che a conti fatti ci siano insufficienze, nessuno è in grado di garantire l'ottimo, ma stiamo facendo la più grande operazione umanitaria che la Repubblica italiana abbia mai fatto. Stiamo costruendo una infrastruttura dell'accoglienza che dovrebbe assicurarci in futuro di reggere meglio a situazioni di crisi».
I meridionali«più aperti ad accogliere sofferenze»
«I problemi, nonostante la buona volontà di molti, però non mancano. «Nessuno accusa nessuno», ha precisato Morcone, e i prefetti, in prima linea nella gestione logistica dell'accoglienza, si aspettano «un confronto con sindaci e assessori regionali per trovare le soluzioni migliori» per sistemare i migranti. Ma se le autorità locali «non vengono al tavolo dicendo che hanno già troppi migranti allora dobbiamo rispondere che una soluzione dobbiamo comunque trovarla e collocare quei migranti». Parlando della solidarietà e dello spirito di accoglienza di alcune zone d’Italia, Morcone ha poi sottolineato che «chi ha patito più sofferenze e quello più aperto ad accogliere sofferenze. Non si verifica mai il contrario. E lo dico da meridionale, con l’orgoglio del meridionale».
Enti locali collaborino o decideranno prefetti da soli
«Noi prefetti - ha aggiunto Morcone - non siamo in grado di minacciare ma dobbiamo trovare delle soluzioni difficili e, credo di poterlo dire, la politica qualche volta usa male vicende che meritano un'attenzione diversa perché riguardano persone». Morcone ha aggiunto che sarà a Venezia venerdì «per dire ai sindaci: “per favore aiutateci a trovare delle soluzioni”». «Tutti - ha proseguito Morcone - abbiamo voglia di trovare soluzioni in un quadro di collaborazione. Ma se non mi dai quella collaborazione mi costringi a decidere in solitudine, perché stiamo parlando di persone e io a quelle persone devo dare una risposta. Se mi aiuti, lo facciamo insieme. Se no, lo faccio da solo». Intanto anche oggi sono sbarcati sulle nostre coste 414 migranti, tra cui anche quattro neonati.
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