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Riforma Rai, voto finale al Senato il 31 luglio

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la nuova governance di viale mazzini

Riforma Rai, voto finale al Senato il 31 luglio

Il voto finale sulla riforma della Rai si terrà nell'Aula del Senato il prossimo 31 luglio. Lo ha deciso a maggioranza la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. In aula il provvedimento tornerà solo la settimana prossima perché mancano i pareri della commissione Bilancio sugli emendamenti. L'obiettivo del governo è inviare il testo alla Camera prima della pausa estiva. La conferenza dei capigruppo del Senato ha accolto la proposta del presidente dei senatori Pd Luigi Zanda di far lavorare “non stop” l'Aula, cioè anche di lunedì e di venerdì e senza orario di chiusura finale.

Rai, governo annuncia nuovo emendamento
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha inoltre annunciato, è stato riferito al termine della riunione, che il governo presenterà un emendamento «non interamente sostitutivo». «Non ci sarà alcun maxi-emendamento del governo né richieste di voto di fiducia», ha precisato il sottosegretario Antonello Giacomelli. «Il governo presenterà i propri emendamenti che non riguarderanno in nessun modo l'impianto della legge ma solo alcuni aspetti specifici».

Voto finale Senato il 31 luglio
Intanto le opposizioni hanno parlato di forzatura sui tempi da parte della maggioranza. «È un contingentamento mascherato», hanno attaccato la presidente dei senatori di Sel Loredana De Petris e Michela Montevecchi del M5S. Sono 1.500 gli emendamenti presentati dalle opposizioni, di cui 800 soltanto dalla Lega Nord (i cui senatori si sono tutti iscritti a parlare) e 635 dal Movimento Cinque Stelle.

La nuova governance
In base all’assetto previsto dall’attuale progetto di riforma il cda della Rai viene ridotto da nove a sette membri, due dei quali eletti dalla Camera, due dal Senato, due di nomina governativa e uno designato dall'assemblea dei dipendenti. Il presidente viene nominato dal cda, ma la sua carica diviene effettiva solo dopo aver ricevuto il parere favorevole dei due terzi dei membri della Vigilanza. L’amministratore delegato è la nuova figura introdotta dalla legge al posto del direttore generale. Non è dipendente Rai ed è nominato dal cda su proposta dell'assemblea dei soci (Tesoro). Può approvare tutti i contratti sino a dieci milioni di euro. Il suo mandato può essere revocato dal cda, sentita l'assemblea dei soci. Le nomine dei dirigenti sono tutte di competenza dell'ad, ma su quelle “editoriali” è obbligatorio acquisire il parere del cda. Sulle nomine dei direttori di testata, il parere negativo diviene vincolante se votato dai due terzi dei consiglieri.

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