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Crocetta all’assemblea siciliana: «Non posso dimettermi per un…

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Il discorso all’assemblea siciliana

Crocetta all’assemblea siciliana: «Non posso dimettermi per un falso scoop, respingo lo sciacallaggio»

«Quell’intercettazione non c’è». «I falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi. Non posso dimettermi». «Contro di me una montagna di fango». Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta parla con un’ora e mezza di ritardo davanti all’assemblea regionale siciliana e conferma quel che va ripetendo da lunedì: «Ho vissuto in questi giorni i momenti più terribili della mia vita. È come se avessi rivisto un film diverse volte proiettato attraverso il quale l’attacco al presidente della Regione diventa l’attacco alle istituzioni democraticamente elette e a un intero popolo siciliano».

Crocetta: «Respingo sciacallaggio»
«La richiesta di andare al voto - dice chiaro e tondo Crocetta - per me è irricevibile perché strumentale e interessata. Non posso che respingere lo sciacallagio, per tutelare non me stesso ma tutti voi». E ancora: «Mi rifiuto di offrire le mie carni a famelici carnefici».
«Agli occhi di chi ci osserva - dice a proposito dell’uso politico delle intercettazioni che lo riguarderebbero - potrebbe sembrare un atto di killeraggio politico sulla base di una campagna denigratoria basata sul nulla». Rivolgendosi all'Assemblea il governatore invita poi i deputati a «completare le riforme.». Poi «voi e solo voi, senza diktat romani o di forze parallele, deciderete se mettere fine alla legislatura».

«Mia vita documentata e controllabile»
Alle accuse di «cerchio magico» che avrebbe deciso le sorti della sanità siciliana, il governatore ha replicato tirando in ballo la rappresentazione mediatica della sanità ai tempi di Totò Cuffaro, tra le proteste del centrodestra: «Allora il cerchio magico della sanità era costituito dalla mafia». Il riferimento dei detrattori è ai rapporti di Crocetta con il medico Matteo Tutino, primario arrestato per truffa al sistema sanitario (che secondo le intercettazioni rivelate dall’Espresso ma non confermate da alcuna procura avrebbe detto, riferendosi a Lucia Borsellino, che si è dimessa da assessore alla Sanità: «Va fatta fuori come suo padre»). «Lo frequentavo ogni quindici giorni e nel suo studio medico», racconta il governatore. «La scorta rimaneva sempre con me. Fantasie sulla mia vita privata giorno e notte non se ne possono fare. Nessuna vita può essere più chiara della mia, vivo con la scorta ogni momento e ogni secondo della mia vita è documentato e controllabile».

L’assessore Vancheri abbandona la giunta
Intanto la giunta che guida la Regione Sicilia perde un altro pezzo: lascia infatti l'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, che annuncia l’addio proprio mentre il presidente riferisce all'Assemblea sul caso Tutino e la situazione politica.

Orlando: «Avviate le verifiche preliminari di prassi»
Da Roma il ministro della Giustizia Andrea Orlando fa sapere che sul giallo delle intercettazioni tra il presidente della Sicilia e il suo medico Matteo Tutino ha avviato «le verifiche preliminari come avviene ogni volta che c’è una diffusione impropria di informazioni processuali». Precisando: «Non c’è una specificità, è un automatismo: attiviamo accertamenti preliminari sempre, ogni volta che vi è una diffusione impropria di informazioni processuali».

Oggi pomeriggio il punto del Pd a Roma con Renzi
La rivelazione delle intercettazioni da parte dell’Espresso non è stata confermata dalla procura di Palermo né da altre procure. Il pg della Cassazione ieri ha chiesto una relazione ad hoc al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Se il mistero giudiziario resta fitto, la tensione politica è altissima, con il Pd regionale che sembra orientato a sfiduciare il governatore. Crocetta, dal canto suo, continua a gridare al complotto e non pare volersi arrendere: anche ieri ha ribadito di aver mai sentito quella frase pronunciata da Tutino. Ma pesano le frasi della vicesegretaria Pd Debora Serracchiani che aveva parlato di «situazione insostenibile» e già oggi pomeriggio il segretario dem Sicilia, Fausto Raciti, volerà a Roma per fare il punto da Matteo Renzi. Che per ora ha preferito tacere.

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