Italia

Cda Rai, eletti i sette componenti del Cda: ecco i nomi

  • Abbonati
  • Accedi
il rinnovo dei vertici

Cda Rai, eletti i sette componenti del Cda: ecco i nomi

Mentre il premier Matteo Renzi elogia dal Giappone Antonio Campo Dall’Orto («figura di altissimo valore»), accreditandolo sempre di più come colui che domani il Governo indicherà alla direzione generale della Rai, in Italia va in porto la partita del Cda dell’azienda. Nel primo pomeriggio, la Commissione parlamentare di Vigilanza ha indicato i sette (su nove) membri del Consiglio di amministrazione di viale Mazzini di sua competenza: si tratta di Carlo Freccero (proposto da M5S e Sel, 6 voti), Arturo Diaconale (FI, 5), Franco Siddi (Pd, 5), Rita Borioni (Pd; 5), Guelfo Guelfi (Pd; 6), Paolo Messa (Ap; 4) e Giancarlo Mazzucca (FI; 4).

L’affermazione di Freccero, candidato grillino
Passano dunque il candidato sponsorizzato del Movimento 5 Stelle, Carlo Freccero, nome storico della televisione italiana su cui si è vista la convergenza di Sel, e l’ex segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, indicato a sorpresa all’ultimo minuto dal Pd. Forza Italia ottiene due membri: Arturo Diaconale, direttore de l’Opinione, e Giancarlo Mazzuca. La commissione di Vigilanza si è espressa sui componenti del Cda dopo il “riequilibrio” dei suoi componenti, per tener conto dei nuovi assetti parlamentari, con la cessione di un seggio ciascuno da parte del M5S e di Fi per fare spazio a un componente di Gal (Mario Ferrara) e a uno dei Conservatori e Riformisti di Fitto (Luigi D'Ambrosio Lettieri).

Le ragioni dei grillini
Il Movimento Cinque Stelle ha ufficializzato la candidatura di Freccero questa mattina con un post sul blog di Beppe Grillo. Nel post - firmato dai cinque esponenti pentastellati nella commissione di Vigilanza (Roberto Fico, Alberto Airola, Dalila Nesci, Mirella Liuzzi, Lello Ciampolillo) i Cinque Stelle rifiutano l'accusa di essersi seduti al tavolo della lottizzazione. Nello scegliere Freccero, dicono, «abbiamo tenuto conto della sua decennale esperienza professionale come autore e dirigente televisivo, della profonda conoscenza che ha del mezzo televisivo e del suo linguaggio e della prova di indipendenza data, in passato, mantenendo scelte editoriali coraggiose e scomode per le maggioranze in carica». Insomma: «Nessun filo ha legato e legherà mai Freccero al M5S».

La minoranza dem vota De Bortoli, non eletto
La minoranza Pd si è espressa per Ferruccio De Bortoli (due voti), uno dei nomi di spicco tra gli altri nominativi votati dalla Vigilanza ma risultati poi non eletti. «Abbiamo proposto il profilo di Ferruccio De Bortoli al di fuori di ogni logica miope, ma c'è stato posto un veto dalla maggioranza del partito che ci aveva chiesto di indicare un nome. Questo comportamento lo riteniamo sbagliato e ci amareggia molto. Si è persa l'occasione di indicare un nome che avrebbe dato lustro al Pd e alla Rai», ha spiegato Miguel Gotor, componente della minoranza Pd in Vigilanza.

La soddisfazione di Forza Italia
Nel corso del pomeriggio, il risultato del voto in Vigilanza diventa il tema centrale ddel confronto politico. Da un lato lo sconcerto dell'opposizione interna al Pd, con Gianni Cuperlo ammette che «era da aspettarsi uno scenario diveso» e stigmatizza la bocciatura di de Bortoli («piccoli vantaggi di notabilato sono pesati più della professionalità»). Nel centrodestra Fi esulta per il buon risultato ottenuto, anche grazie alla ritrovata unità tra le sue varie componenti. Un aspetto stottolineato in particolare da Mariastella Gelmini: «Uniti così vinceremo anche battaglie». Altre fonti azzurre registrano il risultato in termini di peso del centrodestra nel nuovo Cda: Forza Italia con cinque membri della Vigilanza porta a casa due esponenti nel Cda, il Pd con sedici componenti solo tre.

Sul presidente prove d’intesa Pd-M5S
Per i nomi degli altri consiglieri ancora fervono le trattative, ma è soprattutto sulla figura del presidente che si concentrano le grandi manovre. Perché il nome sarà indicato domani dal Governo ma deve essere “ratificato” dalla Vigilanza, e servono almeno 27 voti su 40. Vuol dire che il Pd, che conta 16 esponenti, deve cercare sponde nell’opposizione. E proprio dal M5S è arrivata un’apertura inaspettata: i pentastellati si sono detti disposti a votare il presidente a patto che si tratti di un candidato di alto profilo e che non abbia appartenenze politiche. Insieme, Pd, M5S e Sel possono contare su 23 voti: se si trovassero altri quattro voti, non ci sarebbe bisogno del consenso di Forza Italia, che conta sette membri in Vigilanza. In corsa, dopo che si sono sfilati sia Marinella Soldi (Discovery Italia) sia Franco Bassanini, ci sarebbero la vicepresidente di Confindustria Antonella Mansi (ex Fondazione Mps), Giulio Anselmi (Ansa) e Marcello Sorgi (editorialista della Stampa). Ma i giochi sono ancora aperti.

Forse già domani il voto della Vigilanza per il vertice dell’azienda
Il voto della Vigilanza sul presidente di Viale Mazzini potrebbe arrivare già domani sera: tutto dipenderà dai tempi con cui il ministero del Tesoro comunicherà i nomi dei due consiglieri di sua competenza, e dalla prima riunione del nuovo cda della tv pubblica. Secondo fonti parlamentari, la commissione di Vigilanza sarebbe pronta a riunirsi già domani nel tardo pomeriggio per confermare (servono i due terzi) il presidente indicato dal Mef. Se non si riuscisse a fare tutto in giornata, resta confermata la seduta di giovedì.

© Riproduzione riservata