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Funerali Casamonica, prefetto: «Errori, no …

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esequie show del boss a roma

Funerali Casamonica, prefetto: «Errori, no connivenze». Nipote del boss: «Giudica Dio, non la politica»

Non si placa la bufera il giorno dopo il funerale-show (carrozza d'epoca trainata da sei cavalli, corteo di 12 Suv e Rolls Royce, elicottero che lascia cadere petali rossi, musica del “Padrino” fuori dalla chiesa) celebrato nel cuore di Roma in onore di Vittorio Casamonica, ritenuto a capo del clan omonimo attivo nella Capitale e specializzato in racket, usura e traffico di droga. Mentre il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aspetta una relazione dal prefetto Franco Gabrielli, quest’ultimo, in un’intervista a Famiglia Cristiana ha ammesso come sia accaduta «una cosa grave e stigmatizzabile, che non doveva accadere».

Mentre il commissario del Pd di Roma, Matteo Orfini, ha annunciato per il 3 settembre “Antimafia capitale”, una manifestazione «per la legalità e contro le mafie» nella piazza Don Bosco (quartiere Cinecittà), dove ieri si è tenuto il trionfale funerale del boss, officiato dal parroco don Giancarlo Manieri, che ha ribadito: «Quei funerali li rifarei, non spettava a me bloccarli». Luciano Casamoica, nipote di Vittorio, si è difeso così: «Noi non siamo mafiosi e Vittorio non era un boss. Quando se ne va qualcuno soltanto Dio giudica, non la politica». Intanto l'Enac ha «sospeso» in via cautelativa la licenza del pilota ai comandi dell'elicottero che ieri ha sorvolato il funerale. Mentre l'Enav ha sottolineato che «il pilota ha effettuato una deviazione (sul quartiere Tuscolano, ndr) non prevista né comunicata».

Prefetto Gabrielli: commessi errori
«È accaduta una cosa grave», sono stati fatti errori , perché «l'apparato di sicurezza non ha saputo cogliere i giusti segnali di quel che sarebbe successo», ma Roma «non è connivente», perché «c’è stata più amplificazione mediatica che partecipazione di popolo». Così a Famiglia Cristiana il prefetto della Capitale, Franco Gabrielli, che ha ammesso :«È accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere. E invece è accaduta». Il prefetto ha chiesto chiarimenti sul funerale a questura, carabinieri, vigili urbani e Campidoglio, al fine di accertare eventuali responsabilità. Una volta raccolti tutti gli elementi su quanto accaduto, Gabrielli invierà una relazione al ministro dell'Interno.

Orfini lancia manifestazione antimafia
In un lungo post su Facebook il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, è tornato sul funerale del boss Casamonica (uno «sfregio per Roma», aveva scritto ieri) e ha annunciato spiega per il 3 settembre la manifestazione “Antimafia capitale” «per la legalità e contro le mafie». Poi la postilla: «Roma non è e non sarà mai la loro città». Anche la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, che già ieri aveva stigmatizzato la trasformazione di un funerale di un boss «in una ostentazione di potere mafioso», oggi al Gr1 ha parlato di «ferita grave per l'Italia». Mentre il deputato Pd Dario Ginefra ha chiesto al ministro Alfano «immediati provvedimenti per rimediare a questo vero e proprio danno all'immagine per il Paese».

Nipote boss a Alfano: non siamo mafiosi
Dalla famiglia Casamonica sono partite le repliche. «Quando se ne va qualcuno soltanto Dio giudica, non la politica». Così Luciano Casamonica, nipote del defunto Vittorio, che ha aggiunto: «Se io faccio un matrimonio e prendo la Rolls Royce non è che c'è la mafia. Noi Casamonica abbiamo sempre fatto le feste alla grande, da quando siamo qui a Roma. È usanza, sono anni che quando muore uno dei nostri vecchi si usano le carrozze e i cavalli. Signor Alfano non siamo mafiosi, non siamo persone cattive». Poi ha difeso così lo zio: «Vittorio era una bravissima persona». Re di Roma? «Nel gergo nostro, nella nostra cultura significa che ha conquistato il nostro cuore. Non era un affronto alla città. Roma è di tutti. Noi non siamo mafiosi e Vittorio non era un boss».

Sabella: funerale show si doveva evitare
Duro l'assessore alla legalità di Roma, Alfonso Sabella, che ha ammesso: «Certamente quel funerale si poteva e si doveva evitare. Se non si è evitato è perché Roma non ha ancora gli anticorpi necessari per comprendere e prevenire cose di questo tipo: l'esistenza della mafia è stata negata fino a pochissimo tempo fa». Ieri dalle vacanze all’estero il primo cittadino Ignazio Marino aveva informato usando i social media aveva definito «intollerabile» che i funerali «siano strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi». Oggi ha twittato: «Mafia a Roma: ora meno soli in questa battaglia».

Saviano: da quella chiesa no a Welby e sì a capoclan
Non ha risparmiato strali lo scrittore Roberto Saviano. «Il 24 dicembre 2006 la chiesa Don Bosco di Roma - ha ricordato su Facebook - rifiutò i funerali a Piergiorgio Welby perché aveva deciso volontariamente di smettere di soffrire. La stessa chiesa ieri ha accolto i funerali del capoclan Vittorio Casamonica». Il post in mezz'ora ha raccolto 10 mila “Mi Piace” ed è stato condiviso 4 mila volte.

M5s rilancia: sciogliere Campidoglio per mafia
Il M5s ne ha approfittato invece per rilanciare sullo scioglimento per mafia della giunta Marino. «Se la politica è così indignata, il 27 agosto Alfano e Renzi devono sciogliere il comune di Roma, e Marino potrebbe avere un sussulto di dignità e dimettersi siccome non sa mai nulla di cosa succede nella sua città, neanche di un elicottero che gira lanciando petali di rosa» hanno scritto i parlamentari M5S sul blog di Beppe Grillo.

Salvini: 8 per mille dei boss fa gola
All’attacco anche la Lega. «Funerale sfarzoso per il boss di un clan romano, il parroco dice `lo rifarei´ ma per qualche vescovo il `nemico´ e' la Lega. Perche'? Forse l'8 per mille di un boss fa piu' gola». Cosi' su Facebook il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. Mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato che quello che è accaduto ieri a Roma «è la dimostrazione che l'esistenza della Lega ha un senso».

Parroco: rifarei funerale, non toccava a me bloccarlo
Si è difeso il parroco della chiesa Don Bosco, don Giancarlo Manieri, che ha celebrato ieri il funerale. «Rifarei il funerale di Vittorio Casamonica? Probabilmente sì, faccio il mio mestiere - ha dichiarato a Sky Tg 24 - non spettava a me bloccare un funerale». Ma la chiesa può dire no a un funerale, viste le scomuniche del Papa ai mafiosi? «Ecco questo è un problema, bisogna chiederlo in alto, non a me - ha risposto Manieri - ma l'esponente di un clan è comunque dentro la Chiesa». Il parroco ha poi ribadito: «Di tutto l'ambaradam che c’era fuori non sapevo nulla perché ero già 'apparato' per la funzione». I manifesti sui muri della chiesa (tra cui quello che recitava:«Hai conquistato Roma, conquisterai il paradiso»)? «Me l'hanno detto i miei collaboratori, ma li hanno tolti subito» ha risposto don Manieri. E quello con Vittorio Casamonica vestito da papa con la dicitura “Re di Roma”? «Non ne sapevo nulla», la replica.

Enac: sospesa licenza pilota elicottero
L’Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) ha comunicato «la sospensione cautelativa della licenza del pilota ai comandi dell'elicottero» da cui è stata lanciata ieri una pioggia di petali di fiori durante i funerali di Vittorio Casamonica. Da una prima ricostruzione dei fatti il volo è «stato effettuato da un privato che è decollato dall'elisuperficie di Terzigno, in provincia di Napoli, con destinazione - si legge nella nota - l'elisuperficie Romanina». L’Enac ha specificato le violazioni commesse: l’elicottero ha effettuato «successivamente una deviazione su Roma a quota inferiore alla minima» e «il sorvolo della città di Roma è comunque vietato agli elicotteri monomotore». Non solo. «Il lancio di materiale da bordo è proibito a meno di specifica autorizzazione che l'esercente non aveva». Si evidenzia, inoltre, che «non è stata data alcuna autorizzazione, da parte dell'Enac, al volo o al sorvolo della città di Roma».

Enav: deviazione elicottero non comunicata
Rilievi confermati dall’Enav, che ha precisato come il pilota dell'elicottero che ieri ha sorvolato il quartier Tuscolano aveva «comunicato che il volo sarebbe terminato sull'elisuperficie Romanina senza spingersi più a Nord, oltre il Gra». Pertanto il pilota «ha effettuato una deviazione non prevista né comunicata».

L’indignazione dei sindacati
«Ciò che è accaduto ieri con il funerale di Vittorio Casamonica è distante da qualsiasi principio di rispetto dei cittadini e della dignità di un’intera città. Non si discute l’ossequio a un defunto, né il rispetto di tradizioni diverse dalle nostre - come i familiari hanno motivato la parata funebre - ma tradizioni culturali diverse non possono permettersi di ledere l’immagine di una città e dei suoi abitanti. Non possono essere offensive, oltraggiose e palesemente omertose come invece è avvenuto». Così il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino, il responsabile della Cisl di Roma Mario Bertone e il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio Alberto Civica. «Non spetta a un sindacato esprimere giudizi etici o morali in merito - continuano - ma quel funerale in stile Padrino ci indigna profondamente e conferma non solo che la mafia è fortemente radicata nella Capitale, non solo l’arroganza di un sistema criminale e illegale a dispetto di un'intera cittadinanza, ma anche l’esistenza di un sistema di connivenze ben più pericoloso dello show in sé».

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