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F1, a Spa vince Hamilton. Vettel buca e perde il podio a due giri dalla…

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IN BELGIO

F1, a Spa vince Hamilton. Vettel buca e perde il podio a due giri dalla fine

Lewis Hamilton ha vinto il Gran Premio del Belgio di F.1. Il campione del mondo della Mercedes, partito dalla pole position, è sempre stato al comando dal via alla bandiera a scacchi. Al secondo posto il compagno di squadra Nico Rosberg che si è dovuto accontentare della piazza d'onore.

Seppure veloce, spettacolare, regolare e sicuro, è stato un weekend proprio indigesto per le rosse. Mentre la Lotus festeggia il ritorno di Grosjean al podio dopo due anni di digiuno, Vettel si mangia le mani per aver buttato via una giornata di grande lotta e rimonta: a circa un giro e mezzo dalla bandiera a scacchi, undici chilometri che separavano il quattro volte campione da un terzo posto meritato, il posteriore destro va in frantumi per una tattica forse azzardata, ma altrettanto necessaria per essere lì e cercare di fare la differenza.

Ma queste sono le corse e l'esplosione non è un fatto così raro da non poter essere accettato. Solo che quando si deve recuperare un grosso gap, ogni imprevisto non può che essere vissuto malissimo: la consapevolezza che pilota e monoposto sono a ridosso delle Mercedes, a oltre metà 2015, non è più una consolazione tuttavia sufficiente. Vettel infatti poteva è può ancora credere di avvicinare almeno Rosberg nella classifica piloti, ma un esito a zero punti di una gara così importante allontana ulteriormente l'obiettivo.

Va meglio invece per le aspettative pre-gara di Kimi, fresco di rinnovo contrattuale e storicamente sempre motivato a fare bene a Spa, dove ha vinto ben quattro volte (2004 e 2005 in McLaren, 2007 e 2009 in Ferrari). Le qualifiche, come noto, gli sono state avverse per via di un serio problema al cambio, che gli ha impedito di segnare un buon tempo e l'ha costretto a partire anche più indietro del dovuto per via delle severe penalità regolamentari. Ma una gara convincente e senza grosse sbavature gli ha consentito di arrivare settimo e rendere a tutti la giornata meno amara. Con la non trascurabile soddisfazione di aver raggiunto Felipe Massa a 82 punti nella ranking provvisoria dei piloti.

A ben vedere, la delusione più grande la vivono in casa Williams: sapendo che a fare da padrone sono stati i motori Mercedes non solo ufficiali, ma anche quelli montati su team clienti “minori” come Lotus e Force India (Perez si è visto anche in mezzo ai primi in due riprese), il terzo di Bottas in qualifica diventato nono all'arrivo (Massa invece ha chiuso sesto) pesa come un macigno sulla stagione del finlandese junior iscritto al mondiale.

Dietro al podio a sorpresa, anche il quarto e quinto comunque fanno notizia: la “medaglia di legno” è per Kvyat, reduce da un terzo posto ungherese prima della pausa estiva. Un ottimo risultato che gli fa onore e reputazione in Formula 1 anche se, a onor del vero, oggi era inizialmente una giornata d'oro per Ricciardo, per sua sfortuna abbandonato dall'elettronica a metà gara neanche scoccata mentre sembrava capace di stare a ridosso dei primi quattro. Contando anche gli altri ritiri di uomini potenzialmente da punti (Hulkemberg prima della partenza, Maldonado dopo un giro solo e Sainz al trentaduesimo), l'ottavo di Verstappen e il decimo di Ericsson non sono comunque insignificanti, pensando che adombrano Nasr, undicesimo e le due McLaren di Alonso e Button, dodicesimo e tredicesimo, che vivevano, consapevolmente, una delle giornate più anonime di questa fase. Sapendo che i 7004 metri del Gran Prix belga richiedono un surplus di potenza che a loro manca, al muretto di Ron Dennis hanno solo pensato di arrivare in fondo per testare materiali utili a Monza.

La gara numero 11 di questa annata targata Mercedes va quindi in archivio con un'altra doppietta ma con molte attese per la prossima gara, il Gran Premio d'Italia. Saranno molti i team a presentare upgrade importanti, a partire da Ferrari. A tal punto la stagione, ancora pesantemente ipotecata dal team della stella a tre punti, denuderà gli ultimi assi nella manica di molti: chi non sarà capace di cambiare passo, non solo non prenderà chi gli è davanti, ma potrà anche andare indietro come i gamberi, visto che non è più imprevedibile veder emergere anche squadre o singoli driver dati per sconfitti troppo prematuramente.

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