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Beni confiscati alla mafia: entro l’anno la “nuova”…

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il testo accelera alla camera

Beni confiscati alla mafia: entro l’anno la “nuova” Agenzia

La sede principale a Roma, con Reggio Calabria che diventerà una sede secondaria, 300 dipendenti contro i neanche cento attuali e il timone affidato alla presidenza del Consiglio anziché al ministero dell’Interno. È questa la nuova fisionomia dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, disegnata dalla riforma all’esame da due anni della commissione Giustizia della Camera che ora si prepara alla volata finale.

Ferranti (Pd): «Tra dicembre e gennaio il varo definitivo»
«Gli emendamenti alla riforma sono già stati presentati e nella seconda metà di settembre arriveranno i pareri del relatore e del Governo», ha affermato Ferranti. «Il testo, che è articolato, sarà calendarizzato in Aula alla Camera a ottobre, dove contiamo di approvarlo entro novembre, è una delle priorità che abbiamo. L’auspicio è avere un iter veloce anche al Senato. Tra dicembre 2015 e gennaio 2016 il provvedimento sarà definitivamente varato». L’obiettivo del testo base «è semplificare, razionalizzare il procedimento delle misure di prevenzione e dare la possibilità di selezionare le aziende confiscate che hanno sbocchi di produttività in modo che l’intervento dello Stato con la confisca non sia a danno dell’occupazione come avviene spesso oggi». Cruciale, per la deputata, «una forte professionalità di giudici e amministratori giudiziari per verificare quali di queste aziende hanno effettiva possibilità di ripresa e attuare questo supporto». Proprio per questo la riforma prevede, tra le altre cose, relazioni dettagliate degli amministratori giudiziari e sezioni specializzati nei tribunali.

In un anno sequestrati beni per 5,6 miliardi
Un restyling atteso, quello dell’Agenzia che, nata nel 2010, si è progressivamente indebolita, affossata da burocrazia e inefficienze. Eppure le risorse in gioco sono ingenti: soltanto dal 1°agosto 2014 al 31 luglio 2015, come reso noto dal Viminale, sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 14.530 beni, per un valore di 5,6 miliardi di euro. Altri 3.801 beni sono stati confiscati, per un valore di 678 milioni. Una vera fortuna, ancora più preziosa in tempi di crisi.

Il relatore: «L’Agenzia avrà potenza di fuoco dell’Anac»
A dirigere la “nuova”Agenzia non sarà necessariamente un prefetto ma potrà essere un manager. «L’Agenzia deve avere la potenza di fuoco pari almeno a quella dell’Anac guidata da Cantone», spiega il relatore del provvedimento, Davide Mattiello (Pd). «È una grande sfida alla quale sono certo tutti, maggioranza, opposizione, Governo, vorranno concorrere lealmente: sottrarre ricchezza al circuito criminale e immetterla fruttuosamente nel circuito legale è uno degli investimenti più concreti, convenienti e giusti che si possano fare in questi tempi di crisi e scarsità di lavoro», conclude.

Bindi (Antimafia): «In gioco la credibilità dello Stato»
Soddisfatta la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi: «La riforma del sistema dei beni confiscati è stata fin dall’inizio della legislatura un nostro obiettivo e abbiamo dato un contributo importante. I l testo base all’esame della Commissione è in sostanza il risultato dell’abbinamento tra una proposta di legge di iniziativa popolare e la proposta di legge elaborata dalla Commissione Antimafia, che aveva svolto un approfondito lavoro d'indagine e presentato la prima Relazione proprio sulle lacune normative e le carenze organizzative che frenavano una buona gestione dei beni sottratti alle mafie. Siamo soddisfatti, il lavoro che si sta facendo in Commissione può dare nuovo slancio e nuova forza a un settore strategico della lotta alle mafie, in cui tra l'altro si gioca buona parte della credibilità delle istituzioni».

Il plauso di Caselli. La Cgil: «No a ulteriori ritardi»
Un plauso arriva anche dall’ex procuratore della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, che ieri ha preso parte ad un dibattito sul tema: «Lo snellimento delle procedure è il punto centrale. Mi sembra che la riforma si muova nella direzione giusta». E la riforma incassa il “sì “della Cgil: «Ci auguriamo si tratti del testo a cui abbiamo lavorato per due anni con la campagna “Io riattivo il lavoro” e che alle promesse seguano i fatti, non possiamo permetterci ulteriori ritardi».

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