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i riflessi in italia

Vw, la procura di Torino verifica competenza territoriale dopo l’inchiesta aperta da Guariniello

Mentre l’Ue accelera e convoca per il 6 ottobre il comitato tecnico composto dalle autorità di omologazione nazionali, anche in Italia il caso Volkswagen e lo scandalo delle emissioni truccate per i motori diesel approda in tribunale. Ad aprire un’inchiesta, al momento contro ignoti, è stato il pm di Torino Raffaele Guariniello, ipotizzando tra i reati quello di frode in commercio e di disastro ambientale, quest’ultimo da poco introdotto nel nostro Codice penale.

Il procuratore: allo stato non sono previsti interrogatori
Oggi all’ora di pranzo il procuratore capo Armando Spataro ha però precisato in una nota che la procura di Torino sta effettuando «accertamenti preliminari», anche finalizzati «alla verifica della competenza territoriale» dell’ufficio in ordine a eventuali ipotesi di reato. Spataro ha aggiunto che «non sono allo stato previsti esami di persone informate sui fatti o interrogatori», smentendo le voci secondo cui sarebbero stati sentiti già oggi i vertici italiani della casa automobilistica.

Le mosse del Governo
Intanto si è mosso anche il Governo. Ieri a Porta a Porta il ministro dei Traporti Graziano Delrio ha annunciato che «in attesa che ci vengano comunicati i dati reali sulle auto coinvolte faremo dei controlli a campione su almeno mille macchine diesel di tutti i marchi», per un costo di 8 milioni di euro. Delrio ha stimato «attorno al milione» le automobili interessate in Italia che hanno montato la centralina all’origine della truffa sulle emissioni. «Il costo per controllare un’auto - ha detto il ministro - è di circa 8.000 euro, per cui non possiamo controllarle tutte e faremo controlli a campione».

Consumatori all’attacco
Immediate le reazioni delle associazioni dei consumatori. Il Codacons ha lanciato una azione collettiva a tutela degli azionisti del gruppo che «hanno subito una pesantissima svalutazione del titolo, con perdite che hanno raggiunto livelli record». Federconsumatori e Adusbef sollecitano informazioni dettagliate sui modelli truccati anche in Italia e promettono di mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per ottenere i risarcimenti. Altroconsumo ha diffidato formalmente il gruppo di Wolfsburg con una lettera inviata alla sede italiana e alle altre europee.

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