Se qualcuno si aspettava un Jacques Brunel soddisfatto alla fine della partita vinta dalla sua Italia contro la Romania al Sandy Park di Exeter resterà deluso. Non usa giri di parole il ct della Nazionale italiana di rugby: «Oggi non c'è niente da festeggiare», ha risposto a chi gli chiedeva se fosse contento del terzo posto che garantisce la qualificazione diretta ai prossimi mondiali di rugby. «Siamo terzi», ha sottolineato Brunel, ricordando che l'obiettivo di passare ai quarti di finale non è stato raggiunto, poco importa il resto.
«Ci siamo andati vicini», ha aggiunto l'allenatore degli Azzurri ma comunque «settimana prossima non ci sarà un’altra partita, avrei voluto che ci fosse ma non ci sarà». L’Italia esce dal mondiale di Inghilterra 2015 con due vittorie (con Canada e Romania) e due sconfitte (Francia e Irlanda) e delle due partite perse quella che brucia di più è quella con gli irlandesi. «Con la Francia non siamo mai stati in partita e questo mi dispiace - ha proseguito Brunel - ma con l’Irlanda eravamo nelle condizioni di vincere, abbiamo avuto delle occasioni ma non le abbiamo sfruttate». Il risultato con i campioni in carica del Sei Nazioni ha scottato anche i giocatori. «Con l'Irlanda abbiamo giocato una partita che si poteva vincere», ha detto convinto Alessandro Zanni, oggi nell'inedito ruolo di numero 8 e autore di una meta.
«Mentre con la Francia siamo usciti subito dai binari e siamo stati troppo indisciplinati, con l’Irlanda abbiamo avuto un atteggiamento diverso e siamo stati più precisi», ha voluto aggiungere, ammettendo però che «Francia e Irlanda hanno meritato di passare il turno a noi resta l’amarezza della partita con l’Irlanda che potevamo vincere». L’obiettivo di questo mondiale è “sfumato”, sono ancora parole di Zanni che preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: «Ci prendiamo quanto di buono fatto: ci sono giovani che hanno fatto vedere cose buone, se faranno un altro passo in avanti diventeranno molto importanti». E tra i giovani in crescita c’è sicuramente il mediano di apertura Edoardo Gori, oggi migliore in campo, uno dei nuovi leader di questa squadra, come riconosciuto anche dal ct Brunel.
«Ci siamo mossi bene, stiamo crescendo», ha affermato proprio parlando delle nuove leve della Nazionale, anche se «il percorso è ancora lungo è normale che alcuni equilibri cambino», sottolineando che è stato «importante prendersi delle responsabilità in più», di fronte alle assenze di alcuni senatori, primo tra tutti il capitano Sergio Parisse che, comunque, per Alessandro Zanni non dirà addio alla Nazionale: «Sergio il prossimo Sei Nazioni lo fa sicuro, ne sono convinto». E parlando di senatori non si può prescindere da Mauro Bergamasco che ha dalla sua ben due record: cinque mondiali giocati e 17 anni in maglia azzurra, dal 1998 al 2015. Dopo 106 presenze nell'Italia ha deciso di lasciare il rugby giocato.
«Tutti noi oggi abbiamo perso qualcosa, si chiude un pezzo di storia della Nazionale, è il giocatore simbolo degli ultimi 15 anni», è il saluto al compagno di squadra da parte di Zanni. «Ho cinque anni meno di Mauro, sono cresciuto con lui, per i giocatori della mia generazione e di quella dopo è stato un punto di riferimento», ha continuato il flanker azzurro che ha definito “toccante” il saluto di Bergamasco alla squadra. Un saluto arrivato prima del match, visto che Brunel aveva deciso di non schierarlo né nel XV né in panchina. Un gesto disapprovato e criticato da molti. «Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuto», ha dichiarato Mauro Bergamasco, anche se tutto l'affetto ricevuto «non lenisce» la delusione per la mancata convocazione di oggi. «Resta la gioia di aver partecipato con i miei compagni a questo mondiale e di aver giocato, anche se non quanto avrei voluto», ha aggiunto, ringraziando anche i compagni che lo hanno portato in trionfo dopo la partita. «Mi hanno fatto sorridere con la vittoria e per quello che hanno fatto dopo, l'ho apprezzato tantissimo», ha concluso, sportivamente nel senso letterale del termine.
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