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Unioni civili, il Pd: «Avanti con esame in Aula». Alfano…

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dopo il vertice renzi-alfano

Unioni civili, il Pd: «Avanti con esame in Aula». Alfano insiste: no alle adozioni

Il faccia a faccia sulle unioni civili alla fine è stato inevitabile ma si è concluso con una fumata nera: da un lato il premier Matteo Renzi, convinto che «si faranno» e che il disegno di legge «andrà presto in Aula» al Senato; dall’altro lato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, leader dei centristi di Ap-Ncd da sempre contrari ad alcuni punti del ddl targato Pd, tra i quali l’assimilazione al matrimonio, la pensione di reversibilità e la stepchild adoption, ovvero la possibilità che il partner dell’unione civile adotti il figlio dell’altro. Con loro i capigruppo al Senato Luigi Zanda (Pd) e Renato Schifani (Ap).

Zanda: «È urgente, decidiamo domani»
«Non c’è strappo né mediazione», ha sintetizzato Zanda, confermando che «il Pd ritiene ci sia la necessità di andare presto in Aula mentre Ncd ha un’opinione diversa». «Domattina riuniremo la presidenza del gruppo Pd e prenderemo una decisione se portare la legge sulle unioni civili alla capigruppo di domani sera e chiedere di incardinare il testo in Aula prima della legge di stabilità». I problemi sono due, uno «di sostanza e uno di calendario» ma «se domattina il Pd confermerà la linea, io in capigruppo confermerò l’intento di portare il provvedimento in Aula con urgenza». L’intenzione dei dem sarebbe quella di procedere avviando la discussione in assemblea e aprendo al confronto.

Alfano: «No alle adozioni, il tema ci divide»
Al termine dell’incontro anche Alfano ha rimarcato la diversità di vedute: «Sulle unioni civili il presidente Schifani domani riunirà il direttivo del gruppo. Non siamo d’accordo su tante questioni di merito e sul tema dei tempi. Per noi non è una emergenza nazionale, loro hanno più fretta». Ma è uno il nodo principale: quello delle adozioni. Ap, ha detto Alfano, «farà una battaglia leale e coerente sui nostri principi: sì al riconoscimento di diritti individuali patrimoniali, no all’adozione dei bambini. Il tema delle adozioni è un tema che oggi ci divide molto».

Gli scenari in campo
È sulla stepchild adoption che alla fine Renzi potrebbe proporre una mediazione, come ha lasciato intendere ieri sera a “Che tempo che fa”, sottolineando che gli «interessa portare a casa il risultato». Rinunciare alla modifica della legge sulle adozioni potrebbe essere il compromesso per evitare una nuova battuta d’arresto per il ddl, fermo in commissione Giustizia al Senato nonostante lo scatto tentato la scorsa settimana dal Pd con la presentazione di un nuovo testo da mandare direttamente in Aula. Il Nuovo Centrodestra non vuole che il disegno di legge venga calendarizzato in assemblea prima della sessione di bilancio e senza mandato al relatore. E la richiesta potrebbe essere accolta esclusivamente per una valutazione di opportunità: la necessità, per i dem, che sia approvato un altro testo, il ddl Boccadutri, che sblocca il finanziamento ai partiti per il 2013-2014.

In commissione Giustizia “unificati” i nuovi testi
La riunione della commissione Giustizia di Palazzo Madama, convocata per oggi in via straordinaria proprio per consentire l’illustrazione dei nuovi testi (quello del Pd a prima firma della relatrice Monica Cirinnà e altri due di Forza Italia), è slittata alle 20. La commissione ha unificato i tre testi presentati nei giorni scorsi: il Cirinnà bis, il ddl a prima firma di Giacomo Caliendo e il ddl presentato dai senatori Fi e Cr Lucio Malan e Cinzia Bonfrisco. Con l’abbinamento dei tre testi a quelli base già unificati nei mesi scorsi sono 14 i disegni di legge sulle unioni civili che domani la conferenza dei capigruppo dovrebbe incardinare in Aula. L’assemblea di Palazzo Madama sarà poi chiamata a votare il testo base su cui avviare la discussione con il Pd che ha già più volte ribadito la sua volontà ad assumere il ddl Cirinnà bis come testo su cui avviare i lavori. La capogruppo di domani, inoltre, dovrebbe incardinare anche il ddl Boccadutri.

A Napoli trascritta la nascita di bimbo con due mamme
Intanto proprio oggi a Napoli è stato trascritto dall’Ufficio stato civile e anagrafe l’atto di nascita di un bimbo figlio di due donne italiane sposate in Spagna: a Barcellona ha potuto acquisire entrambi i cognomi ed è considerato figlio “matrimoniale” ma non ha potuto ottenere la cittadinanza perché privo di un genitore spagnolo. Da qui la richiesta al consolato italiano, non andata a buon fine per l’assenza di norme sui figli di coppie omosessuali, e la pubblicizzazione della vicenda attraverso i media e i social network. Fino all’interessamento del sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

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