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Mantovani: si indaga su immobili per 11,6 milioni di euro

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Mantovani: si indaga su immobili per 11,6 milioni di euro

Un palazzo di marmo bianco in una delle vie più note del capoluogo lombardo. Secondo i magistrati della procura di Milano, è da questo edificio al numero 61 di Corso Venezia che si dipanava la ragnatela politico-affaristica del vicepresidente (autosospeso) della Regione Lombardia, Mario Mantovani, finito in carcere ieri mattina con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbativa d'asta. Qui ha sede la Spem, un'anonima società a responsabilità limitata che per gli inquirenti «è direttamente riconducibile» all'ex senatore di Forza Italia, fedelissimo del leader del partito, Silvio Berlusconi.

«La Spem - scrive il giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe nell'ordinanza di arresto - risulta essere intestataria di un patrimonio immobiliare davvero ragguardevole, distribuito per la maggior parte nel territorio di Arconate, e poi anche di Busto Garolfo, Cuggiono e Milano», edifici storici e di grande valore nelle aree che costituiscono il bacino elettorale del vicegovernatore lombardo, per anni sindaco di Arconate, un paesino di 6.600 anime nell'area metropolitana milanese. È attraverso questa ragnatela di società - onlus, fondazioni e srl - strettamente presidiate dai suoi parenti più intimi, che l'ex senatore amministrava un consenso elettorale ben schermato da prestanome e da nobili attività come l'assistenza agli anziani e ai disabili. Secondo gli inquirenti «a Mantovani è riferibile un patrimonio immobiliare davvero cospicuo», che le indagini calcolano in oltre 11,6 milioni di euro.

La “cassaforte” milanese
Nelle visure camerali della Spem, il nome di Mario Mantovani non compare mai. L'ex senatore sembrerebbe non avere nulla a che fare con la piccola srl, amministrata da Stefano Sacchi e con un capitale sociale di 45.900 euro. Gli azionisti della società sono schermati dietro due fiduciarie, la Fidital, proprietaria del 77,78% delle quote, e la Servizio Italia società fiduciaria e di servizi per azioni, che controlla il rimanente 22,22% del pacchetto azionario. Ma secondo i magistrati il reale proprietario della Spem sarebbe proprio il vicepresidente della Regione Lombardia. Sulla base delle intercettazioni telefoniche e delle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, i magistrati hanno scoperto che la Spem entra in gioco in numerose operazioni di ristrutturazione e di costruzione di immobili riconducibili a Mantovani e che i pagamenti dei lavori avvengono molto spesso attraverso la società di Corso Venezia.

Dietro lo scudo della Spem - sostengono i magistrati - Mantovani sarebbe il reale proprietario di Villa Clerici, un edificio settecentesco con annesso parco e cappella, che sorge nel centro di Cuggiono, nel Milanese. «Mantovani - scrive il gip - ha però prudentemente preferito avvalersi di società di schermo per l'intestazione della proprietà: la Andromeda srl e la Spem srl, quest'ultima fiduciaria del politico». Andromeda è l'intestataria formale della dimora storica ma una scrittura privata ne trasferisce la proprietà alla Spem, che ha ottenuto un mutuo ipotecario di 900mila euro per 15 anni da Banca Intesa, proprio per l'acquisto dell'immobile. L'ultimo bilancio della società disponibile, relativo al 2013, registra un utile di 8.600 euro e un patrimonio netto di 4,3 milioni di euro.

Fino al 2007, inoltre, la Spem controllava la Immobiliare Vigevanese, altra società della rete di Mantovani, una srl con sede a Parabiago e che oggi è controllata per il 75% dal vicepresidente della Lombardia e per il restante 25% dalla moglie Marinella Restelli. Un altro Restelli, Maurizio, è amministratore unico e proprietario del 20% della Mare srl, società controllata all'80% dalla Spem. La Mare si occupa della fornitura di servizi alberghieri di cucina e guardaroba presso strutture residenziali o alberghiere.

Le origini imprenditoriali
Del resto è proprio in questo settore, quello delle strutture per l'assistenza degli anziani, che Mantovani muove i primi passi da imprenditore nel 1990. Quell'anno il futuro vicepresidente lombardo fonda Sodalitas, una cooperativa sociale che gestisce alcune residenze sanitario-assistenziali concepite come case-famiglia. Sei anni dopo crea la Fondazione Mantovani, una onlus che si affianca a Sodalitas. Oggi la Fondazione gestisce quattro residenze per anziani a Milano Affori, Cologno Monzese, Cormano e San Vittore Olona.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno ricostruito la galassia di cooperative sociali che farebbero capo a Mantovani. Oltre alla Fondazione e a Sodalits, ci sono Sodalitas Victoria, Sodalitas Milano, Sodalitas Service srl, la Immobiliare Vigevanese, Nova Sodalitas, Sodalitas 2000 e la Lu.Vi, società attualmente inattiva che ha sede a Bellaria-Igea Marina, in provincia di Rimini.

Le cooperative e le srl sono saldamente controllate dalla parentela più stretta dell'ex senatore. La moglie Marinella Restelli compare nella Sodalits e nella Immobiliare Vigevanese. La sorella, Vittoria Antonia Mantovani, è nel cda della Fondazione e della Lu.Vi. In passato era nella Nova Sodalitas e nella Sodalitas 2000. Dagli inquirenti, la sorella dell'esponente di Forza Italia viene definita «cassiera delle onlus della famiglia Mantovani». Il figlio dell'ex sindaco di Arconate, Vittorio Maria Isaia Mantovani (dal 2009 consigliere comunale nella stessa Arconate) figura nella compagine della Sodalitas e della Sodalitas Service, dopo essere stato nella Sodalitas Victoria, Sodalitas Milano e Sodalitas 2000. La figlia dell'ex senatore, Lucrezia Mantovani, figurava fino a qualche tempo fa nella Sodalitas Milano, nella Nova Sodalitas e nella Sodalitas 2000, mentre il nipote, Matteo, era nella Sodalitas Victoria.
Nelle società c'è spazio per tutti, anche per la segretaria di Mantovani, Angela Maria Gorla, presente in Sodalitas Victoria e Sodalitas 2000.

L'Opera Pia Castiglioni
Nella rete delle amicizie dell'ex senatore di Forza Italia c'è anche Michele Franceschina, presidente dell'Opera Pia Castiglioni srl e della Fondazione Opera Pia Castiglioni Onlus, che si occupano (anche loro) di assistenza agli anziani. Di queste entità si parla dettagliatamente nelle carte dell'inchiesta perché Mantovani si sarebbe adoperato per favorire alcuni loro progetti immobiliari. Franceschina è anche rappresentante legale di Sodalitas e in passato era nel cda di Sodalitas 2000 e in Sodalitas Victoria. Per gli inquirenti l'Opera pia Castiglioni Onlus sarebbe «riconducibile a Mario Mantovani».
Secondo Alfio Leonardi, che per un breve periodo è stato provveditore vicario del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche della Lombardia e della Liguria, e dalla cui denuncia è partita l'inchiesta, ci fu un interessamento pressante di Mantovani per il progetto di costruzione della residenza per anziani di Arconate, affidato a un'associazione temporanea di imprese formata proprio dalla Fondazione Opera Pia Castiglioni Onlus e dalla società Essetielle, a loro volta azioniste della Opera Pia Castiglioni srl.
Per il gip «gli interessi illeciti di Mantovani e dei suoi familiari», la «fittissima rete di relazioni che il politico vanta nel territorio di Arconate» hanno reso necessario l'arresto del vicepresidente (autosospeso) della Regione Lombardia. Il quale, dal carcere, si proclama innocente e nell'interrogatorio di garanzia di domani cercherà di convincere il giudice della sua estraneità ai fatti e ai reati che gli vengono contestati.

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