La Federcalcio tedesca sta indagando su un pagamento “sospetto” da 6,7 milioni di euro partito dal comitato organizzatore dei Mondiali 2006 (quelli vinti dalla nazionale di calcio italiana allenata da Marcello Lippi) e diretto alla Fifa. Finora non ci sono prove - afferma la Federcalcio tedesca - che ci siano stati comportamenti scorretti (leggi tangenti, ndr) nel processo di assegnazione alla Germania della massima competizione del calcio mondiale ma, certo, un’altra ombra si leva sul sistema di governo del calcio planetario, nel mirino di inchieste americane ed elvetiche che ne stanno scoperchiando la profonda corruzione, con possibili riflessi anche sull’assegnazione dei campionati mondiali 2018 e 2022 in Russia e Qatar.
L’azione di inchiesta della Federcalcio di Germania segue notizie apparse sulla stampa tedesca e in particolare su “Der Spiegel”, secondo cui il comitato promotore avrebbe creato un fondo nero nel quale sarebbero confluiti soldi versati dall'ex ceo di Adidas, Robert Louis Dreyfus. L'ingente somma sarebbe stata versata prima della decisione del 6 luglio 2000 della Fifa di assegnare la Coppa del Mondo alla Germania, che superò per 12 voti a 11 il favorito Sudafrica. Parte di questo denaro, accusa “Der Spiegel”, sarebbe stato utilizzato per comprare quattro voti dei rappresentanti asiatici del comitato esecutivo della Fifa che decide sull'assegnazione della rassegna iridata.
«Al momento non ci sono indicazioni di irregolarità o che il voto di alcuni delegati Fifa sia stato comprato», si legge in una dichiarazione ufficiale della Federcalcio tedesca. Eppure durante l’inchiesta è comparso un pagamento dal comitato organizzatore alla Fifa il cui reale motivo non è stato ancora chiarito. A capo del comitato organizzatore dei Mondiali 2006 era Franz Beckenbauer, leggenda del calcio teutonico, ex membro del comitato esecutivo della stessa Fifa.
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