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Rugby, nello scontro fra emisferi le europee rischiano grosso

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coppa del mondo

Rugby, nello scontro fra emisferi le europee rischiano grosso

Gli anglosassoni li chiamano knockout matches, e in effetti - nella fase a eliminazione diretta, che per i Mondiali di rugby comincia domani con i quarti di finale - chi perde resta definitivamente a terra e torna a casa.

Il “dentro o fuori” propone casualmente quattro match che sono altrettanti confronti fra il Nord e il Sud del mondo. Da una parte le grandi del Championship, dall'altra quattro europee, che sono ovviamente espressione del Sei Nazioni e tra le quali manca l'Inghilterra padrona di casa, con i supporter dei Bianchi divisi tra sconforto e amara ironia, ben esemplificata dalla foto ufficiale dell'intera squadra con un crudele ritocco: un televisore piazzato al centro del campo e la scritta “L'Inghilterra si sta preparando ad affrontare i quarti”.

Se guardiamo al ranking, potremmo pensare che il confronto Nord-Sud si presenti complessivamente equilibrato, con il Galles in vantaggio sul Sudafrica e l'Irlanda sulla carta superiore all'Argentina, mentre Nuova Zelanda e Australia, prima e seconda nella lista mondiale, partono davanti a Francia e Scozia. In realtà - per una serie di motivi - il rugby europeo rischia addirittura una sorta di cucchiaio di legno, che sarebbe una novità assoluta.

Detto che il confronto apparentemente meno incerto a livello di pronostico è Australia-Scozia, con i Wallabies che finora hanno messi in campo il team più convincente e la Scozia che, oltretutto, dovrà rinunciare per squalifica a due rocce della mischia come Ford e Jonny Gray, non si può pensare che al momento Galles e Irlanda partano favorite. In una competizione ancor più dominata dagli infortuni rispetto a quella, già “pesante”, di quattro anni fa, i Dragoni continuano a pagare prezzi molto alti: nessun recupero dei vari lungodegenti e ora anche Liam Williams si aggiunge agli uomini messi fuori causa. Gravi anche le perdite subite dagli irlandesi al termine della splendida battaglia con la Francia.

È una questione di “O'”: fuori per tutto il torneo capitan O' Connell (l'uomo che accentra su di sé aggettivi come “talismanic” e “iconic” questo è l'addio alla Nazionale) e un flanker tutto sostanza come O' Mahony, mentre il suo compagno di reparto O' Brien deve scontare un turno di squalifica. Anche considerando l'apporto dei tifosi (con folle di irlandesi e gallesi sugli spalti calcolabili a decine di migliaia) non c'è nulla di veramente scontato in questi due match, ma Sudafrica e Argentina sembrano meno penalizzate in termini di assenze e, per motivi diversi, anche molto ben attrezzate nell'approccio alla gara.

E allora almeno una fiche converrà puntarla sulla Francia. Che affronta sì gli All Blacks campioni uscenti, cui nessuno può realmente negare solidità, classe, esperienza, carisma, furbizia e via di questo seguito. Fatto sta che anche i neozelandesi sanno che la Francia è una squadra da “mai dire mai” e sono ben consapevoli del fatto che affrontarla in partite a eliminazione diretta è molto pericoloso. Perché i Bleus possono venire da cicli poco brillanti e poi svegliarsi all'improvviso, da bravi latini che reagiscono al meglio una volta che si trovano immersi nella sfiducia con le spalle. Come dimenticare la fantastica rimonta con cui nel 1999 si imposero ai Neri in semifinale? E i quarti di finale di Cardiff nel 2007, ancora con la Francia a superare i favoriti neozelandesi? E come ignorare che anche questa partita dei quarti di finale si gioca a Cardiff? Vogliamo aggiungere infine la finale di quattro anni fa, vinta per un solo punto (8-7) dagli All Blacks sulla Francia, che seppe procurare un enorme spavento a un popolo intero?

Insomma, andiamo a vedere le carte. Magari le europee piazzeranno uno o più colpi. Effettivamente, nelle sette edizioni disputate fin qui solo nel 1995 la finale è stata monopolizzata da un emisfero: era l'anno del Sudafrica di Pienaar e... Mandela, della vittoria ai supplementari sulla Nuova Zelanda grazie al drop di Stransky. Uno dei momenti indimenticabili di un torneo che, come dice l'inno della manifestazione, riunisce il mondo.

I quarti di finale*
Sabato 17 ottobre: Sudafrica-Galles (Londra, ore 17); Nuova Zelanda-Francia (Cardiff, ore 21)
Domenica 18 ottobre: Irlanda-Argentina (Cardiff, ore 14); Australia-Scozia (Londra, ore 17)
*ora italiana
In tv: tutti i match verranno trasmessi in diretta su SkySport 2, mentre Nuova Zelanda-Francia andrà anche in differita in chiaro su Mtv

Il ranking mondiale
1.Nuova Zelanda; 2. Australia; 3. Irlanda; 4. Galles; 5. Sudafrica; 6. Argentina; 7. Francia; 8. Inghilterra; 9. Scozia; 10. Giappone; 11. Figi; 12. ITALIA; 13. Tonga; 14. Georgia; 15. Samoa; 16. Usa; 17. Romania; 18. Canada; 19. Uruguay; 20. Namibia

In cifre
4 - I giocatori che non potranno disputare i quarti di finale perché squalificati: Bosch (Argentina), O' Brien (Irlanda), Ford e Jonny Gray (Scozia)
100 - Il numero di presenze in test match internazionali che dovrebbe essere raggiunto in questo fine settimana da Giteau (Australia) e Alun-Wyn Jones (Galles)
988 - Il numero complessivo di presenze con la maglia degli All Blacks nel XV di partenza neozelandese (la media è di 66 a testa)
30 anni - L'età media sfiorata dalla Nuova Zelanda che andrà in campo contro la Francia
15 - Il numero record di mete fin qui segnate dal sudafricano Brian Habana nei Mondiali cui ha partecipato: il primato è condiviso con il neozelandese Jonah Lomu

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