Per un arbitro di qualsiasi sport il punto di osservazione è fondamentale. E anche nel resto della vita occorre attrezzarsi al meglio per osservare e valutare la nostra realtà. Partiamo per semplicità di analisi da un contesto sportivo: analogamente al caso Rossi-Marquez, due ciclisti in una volata del Giro d'Italia si spintonarono anni fa fino alla caduta del primo e alla vittoria del secondo: il telecronista in diretta attribuì la responsabilità della caduta al secondo ciclista, che poco dopo venne però scagionato quando vennero trasmesse le immagini dall'elicottero in cui si vedeva distintamente il primo ciclista, che sarebbe poi caduto, appoggiarsi al rivale e quindi scivolare. Il tema del “punto di vista” travalica l'ambiente sportivo: letteratura e cinema pullulano di storie rappresentate in modo differente a seconda del punto di vista del narratore; in un romanzo ciò suggerisce una sfaccettatura della realtà che invita il lettore a non abbracciare un'unica tesi. Nello sport o nell'amministrazione della giustizia, per esempio, bisogna arrivare a un punto, affidando a una delle parti ragione e responsabilità. Non sempre porre il proprio punto di osservazione nel migliore dei modi è risolutivo per determinare una soluzione di un enigma.