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Carter e McCaw, due recordman all'addio in una finale mondiale

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Carter e McCaw, due recordman all'addio in una finale mondiale

Ci siamo: stasera la finale per il terzo e quarto posto, domani pomeriggio la finalissima e poi sarà tempo di riflessioni, critiche, bilanci, auspici. Gli appassionati di tutto il mondo si aggrappano intanto a questo “climax”, combattuti tra l'attesa per il momento decisivo e la consapevolezza che poi subenterà una inevitabile malinconia, perché se la Rugby World Cup è stata evidentemente “too big to miss” (troppo grande per perderla, dagli spalti o davanti alla tv) bisognerà aspettare altri quattro anni per rivivere questo concentrato di emozioni e spettacolo.

Argentina e Sudafrica giocano una partita comunque non banale per il terzo posto: gli Springboks, che partivano per vincere e hanno già subìto due sconfitte (compresa l'onta incancellabile del flop contro il Giappone) ,devono quantomeno stabilizzare una posizione che per loro non può essere soddisfacente, i Pumas hanno mostrato di essere all'altezza in qualsiasi situazione e ora dovranno essere più forti dei vari infortuni per ripetere la performance di Francia 2007, quando batterono i padroni di casa francesi nella “finalina”.

Ma è chiaro che questo è solo uno stuzzichino prima del grande pranzo finale. Quello a cui Australia e Nuova Zelanda si presentano con grandi credenziali, eppure anche con qualche piccolo punto interrogativo da sottolineare ancora: la tenuta della mischia, a garanzia di un adeguato possesso, per i Wallabies (il cui pacchetto è chiamato a un ulteriore, enorme sforzo) e la disciplina per gli All Blacks.

Vedremo di sicuro un match molto intenso (e ci mancherebbe altro) mentre difficilmente ci sarà di che saziarsi dal punto di vista delle finezze tecniche, anche se le due squadre in cima al ranking mondiale ne sono capaci più di ogni altra. Non solo Twickenham sarà al massimo della capienza, ma anche le Fanzones inglesi faranno il pieno di appassionati davanti ai maxischermi allestiti per l'occasione: per quelli che non hanno un biglietto ma cercano un'alternativa al pub o al divano di casa, appuntamento a Richmond, Exeter, Londra Trafalgar Square e nella cittadina di Rugby, culla dello sport ovale.

Squadre sostanzialmente confermate, con la sola eccezione di Sio che nell'Australia riprende il posto di pilone sinistro mentre Slipper torna in panchina, e con una overdose di campioni. Non che l'Australia manchi di giocatori-icona (Matt Giteau su tutti), ma questo è il momento di celebrare due All Blacks che domani diranno addio “almeno” alla Nazionale. Difficile fare paragoni con le altre epoche, affermare se nel loro ruolo sono stati i più grandi, anche se probabilmente finirebbero sul podio di quasi tutte le (forzatamente arbitrarie) classifiche degli esperti. Ma c'è un dato oggettivo che li colloca comunque al di sopra di tutti.

Richie McCaw, classe 1980, è l'uomo che ha giocato più partite a livello di squadre nazionali e domani ritoccherà il suo record, fissandolo definitivamente a quota 148 presenze, di cui 111 da capitano; per il flanker di Oamaru - che precede altri due monumenti come l'irlandese Brian O'Driscoll e l'australiano George Gregan, arrivati rispettivamente alle quote di 141 e 139 - il tutto è condito da una percentuale di vittorie superiore all'89 per cento.

Dan Carter, di due anni più giovane, arriva al suo “cap” n. 111 forte della carica di miglior marcatore di tutti i tempi, sempre in test match internazionali. Con la maglia nera il mediano di apertura, che dalla prossima stagione giocherà per il Racing Metro di Parigi, ha messo insieme 29 mete, sette drop, 277 calci piazzati e 291 trasformazioni: il conto ve lo evitiamo, dicendo che in tutto si raggiunge l'enormità di 1.579 punti. Ben davanti agli altri quattro campioni che contano più di mille punti: sua maestà Jonny Wilkinson (1246), autore del drop che diede la Coppa all'Inghilterra nel 2003, il gallese Neil Jenkins (1090), l'irlandese Ronan O' Gara (1083) e il nostro Diego Dominguez (1010, di cui 983 per l'Italia e 17 con l'Argentina, all'avvio della carriera internazionale).

Se si considerano anche gli straordinari gradi di pressione e di concorrenza che accompagnano i “detentori” di una maglia degli All Blacks, ecco la fotografia di due campioni fuori dagli schemi, in grado di marcare un'epoca e di farsi sicuramente rimpiangere, ancora prima di scrivere il loro ultimo capitolo.

La finale per il terzo posto
Argentina-Sudafrica (oggi alle 21 ora italiana, Londra, Stadio Olimpico)
In tv: diretta su SkySport 2

La finale per il primo posto
(domani alle 17 ora italiana, Londra, Twickenham)
Australia: Folau; Ashley-Cooper, Kuridrani, Giteau, Mitchell; Foley, Genia; Pocock, Hooper, Fardy; Simmons, Douglas; Kepu, Moore (cap.), Sio. A disposizione: Polota-Nau, Slipper, Holmes, Mumm, McCalman, Phipps, Toomua, Beale
Nuova Zelanda: B. Smith; Milner-Skudder, C. Smith, Savea; Carter, A. Smith; Read, McCaw (cap.), Kaino; Warburton, Retallick; O. Franks, Coles, Moody. A disposizione: Mealamu, B. Franks, Faumuina, Vito, Cane, Kerr-Barlow, Barrett, Williams
Arbitro: Nigel Owens (Galles)
In tv: diretta su SkySport 2, differita su Mtv

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