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Tra “haka” e canti, i neozelandesi festeggiano gli All Blacks

Neanche la pioggia e il vento freddo sono riusciti a frenare l’entusiasmo dei neozelandesi che in massa hanno celebrato il rientro degli All Blacks, reduci dalla vittoria del campionato mondiale di rugby. I numerosi fan hanno accolto i loro beniamini  all’aeroporto di Auckland, li hanno festeggiati nelle vie principali della città e poi hanno avuto modo di passare un paio d’ore con il capitano Ritchie McCaw e i compagni di squadra  in un evento organizzato nel polmone verde di  Victoria Park. Nei prossimi giorni i festeggiamenti si sposteranno prima a Christchurch, città piegata da un fortissimo terremoto nel 2011, e poi nella capitale Wellington.

Attesa all’aeroporto.  Alle 4 del mattino, ben due ore prima che la squadra di rugby più ammirata del mondo atterrasse,  quattromila persone si erano assembrate agli arrivi per cogliere anche solo uno scorcio degli All Blacks tornati  in Nuova Zelanda dopo un’assenza durata sette settimane. La squadra in nero, che ha battuto gli arci-rivali australiani nella finale di domenica scorsa per 34 punti contro 17, aveva già cominciato a festeggiare con i fan a bordo dell’aereo. McCaw aveva infatti fatto passare una luccicante Webb Ellis Cup tra i fortunati passeggeri del volo Boeing 777 Los Angeles-Auckland, che hanno poi  brindato all’evento a coppe di champagne.  Una volta sbarcati, gli All Blacks sono stati omaggiati con una haka (la danza di guerra maori) eseguita dal personale di Air New Zealand, la compagnia di bandiera kiwi. I fan, intanto, aspettavano l’arrivo della squadra campione del mondo inneggiando l’inno nazionale e canzoni tradizionali maori.
Sopraffatti da tanto entusiasmo, gli  All Blacks hanno reagito concedendo autografi e posando per innumerevoli selfies. Le studentesse universitarie Jaimee Gibbons e Trixie-Lee Grey erano tra le legioni di fans accampati all’aeroporto. Hanno entrambe un esame domani, ma hanno deciso di sacrificare le ultime ore di studio per essere vicine alla loro squadra. «È stato emozionante» hanno affermato. «Ci sono venute le lacrime agli occhi».

A Victoria Park. Durante una successiva cerimonia nel centro di Auckland, organizzata dal sindaco della città, la folla si era fatta ancora più numerosa. Un lungo corteo ha poi seguito la squadra vincitrice fino al vicino  Victoria Park (mai nome fu più appropriato) dove, al sottofondo di “Men in Black” la Webb Ellis Cup è stata portata su un palco affiancato da due schermi giganti. Il primo a parlare è stato il capitano McCaw che ha ringraziato: «Vedervi qua, così numerosi, è la ciliegina sulla torta». Ha poi continuato: «Non c’è migliore sensazione di quella di tenere ancora una volta tra le mani la coppa del mondo» (gli All Blacks hanno vinto precedentemente nel 1987 e nel 2011). È stata poi la volta dell’allenatore Steve Hansen: «È stato un onore far parte di questa squadra, ma lo è stato ancora di più accendere un sorriso nei volti di così tanta gente». I  giocatori Keven Mealamu, Dan Carter, Ma’a Nonu, Conrad Smith, Aaron Smith e Dane Coles hanno poi  risposto alle domande del pubblico, che, in attesa dell’arrivo degli All Blacks  era stato intrattenuto dal concerto dei musicisti locali Ladi6 e Sol3 Mio.  Rispondendo a una domanda,  Aaaron Smith ha affermato che il momento più duro è stato quando il campionato è finito. «Ci siamo seduti…e abbiamo visto giocatori leggendari lasciare per l’ultima volta il campo». Smith si riferisce a ben cinque All Blacks, fra cui Ritchie McCaw e Dan Carter, che quest’anno  lasceranno la maglia nera. Conrad Smith, uno di loro ha aggiunto: «È tempo di lasciare spazio ai giovani», metre Carter ha sostenuto che più di tutto gli mancheranno i fans. «Siete eccezionali» ha detto alla folla inneggiante che si riparava dalla pioggia con impermeabili e ombrelli. Carter è sotto contratto con una squadra francese, mentre è ancora incerto il futuro dell’amatissimo Ritchie McCaw, per il quale si vocifera un cavalierato. La cerimonia si è conclusa in modo informale, quando un giovane fan è salito sul palco e ha offerto una torta alla squadra.
I giocatori sono ora attesi giovedì a a Christchurch e venerdì a Wellington, per altri grandi festeggiamenti   in un piccolo Paese in cui il rugby è motivo di orgoglio e cemento dell’identità nazionale.

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