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il governatore indagato

Campania, De Luca accusa ex braccio destro: ha sbagliato. Manna: «Io non faccio il Dg ma tu non fai il Governatore»

Il presidente del tribunale di Napoli Ettore Ferrara ha già disposto il trasferimento ad altra sezione del giudice Anna Scognamiglio, indagata nell'inchiesta che ha coinvolto il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Scognamiglio rischia anche il trasferimento d'ufficio per incompatibilità. Al Csm è stata infatti ufficialmente aperta oggi una pratica a suo carico, dopo che la magistratura romana ha aperto un fascicolo in cui Scognamiglio (uno dei magistrati del Tribunale di Napoli che congelò la sospensione dall'incarico - per effetto della legge Severino - del governatore della Campania) è indagata insieme ad altre cinque persone. Tra gli indagati (per concussione per induzione) c’è lo stesso De Luca, coinvolto nell'inchiesta come presunto beneficiario di un provvedimento giudiziario che sarebbe viziato all'origine da un accordo corruttivo.

Manna intercettato: io non faccio il Dg, ma tu non fai il Governatore
Intanto si chiariscono alcuni elementi che hanno indotto i magistrati romani ad iscrivere il vertice della Regione Campania nel registro degli indagati, ricavati principalmente da alcune intercettazioni connesse ad indagini avviate inizialmente dalla procura di Napoli su voto di scambio e affari nella Sanità. «Io non faccio il direttore generale e va bene, però tu non farai il presidente della Giunta regionale. Io perdo 5 tu perdi 100», sono alcune delle frasi usate da Guglielmo Manna, marito, anche lui indagato, del giudice Scognamiglio, in una intercettazione ambientale in un'auto parlando con l'avvocato Gianfranco Brancaccio, tra i legali di De Luca, il 20 agosto scorso. Secondo gli inquirenti di Roma non risulterebbe invece agli atti delle indagini l’intercettazione della presunta conversazione tra Scognamiglio e il marito, riportata oggi da diversi quotidiani, in cui la magistrata avrebbe detto al consorte «Abbiamo finito. È fatta».

Indagato: operazione fatta, ora mio credito come quello della Germania con Grecia
In un’altra conversazione intercettata la cui trascrizione è all’attenzione degli inquirenti a parlare è l 'avvocato Giuseppe Vetrano,anche lui indagati dell'inchiesta. «Nel frattempo io quell'operazione l'ho fatta, e quindi il mio credito ormai è come quello della Germania nei confronti della Grecia», spiega Vetrano al suo interlocutore in una telefonata che viene registrata il 20 luglio scorso, due giorni prima che venga resa nota alle parti la sentenza del tribunale civile di Napoli che sospende la sospensione del presidente della Regione. Vetrano - coordinatore per la provincia di Avellino delle liste a sostegno di De Luca, nella campagna per le Regionali - viene indicato nell'inchiesta come uno degli intermediari che si muovono per far ottenere un incarico di rilievo nella sanità a Guglielmo Manna.

De Luca: Mastursi ha sbagliato, non è Churchill
«Le sue dimissioni? Una sua scelta e un atto di sua sensibilità. Il suo comportamento però è stato sbagliato. Ha sbagliato e infatti non c'è più», ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando del suo ex capo segreteria Nello Mastursi, anche lui indagato dalla magistratura. Mastursi, ha aggiunto il governatore, «non è Winston Churchill, né Cavour. È una persona che fa il suo lavoro come tante. A volte bene, a volte male». «Quando mi informò del sequestro del cellulare, a mia domanda mi rispose che si trattava di una cosa insignificante - ha spiegato De Luca - Mastursi sapeva prima della sentenza? Credo che stiamo arrivando all'assurdo. Quello che ha saputo non lo so, al massimo avrà saputo dagli avvocati che sanno un po' prima quello che succede. Stanno costruendo una montagna... Ad ogni modo, chi sbaglia con me è colpevole non una ma tre volte». Sulla vicenda delle dimissioni del ex capo della sua segreteria, De Luca riferirà lunedì prossimo in consiglio comunale.

Csm, Legnini: saremo velocissimi
La pratica è stata aperta al Csm, ha spiegato il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, per «incompatibilità ambientale e funzionale». Legnini ha assicurato che «come avvenuto per il caso Palermo, saremo velocissimi nei limiti che ci consentono le norme in vigore».

Pg Cassazione avvia indagine su Scognamiglio
Anche il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, ha avviato accertamenti preliminari su Anna Scognamiglio. E si è mosso anche il collegio dei Probiviri dell'Anm, che ha deliberato di richiedere al Csm e al Procuratore della Repubblica di Roma gli «atti ostensibili» riguardanti i «comportamenti oggetto di recenti notizie stampa» del giudice del tribunale di Napoli, Anna Scognamiglio.

Fermato per riprese non autorizzate un giornalista di “Piazza Pulita”
Intanto è stato rilasciato Antonino Monteleone, inviato della trasmissione de La7 `Piazzapulita´, che era stato fermato (per 5 ore) per essere identificato presso il commissariato del tribunale di Napoli, dove era andato a intervistare Anna Scognamiglio, giudice del tribunale civile di Napoli coinvolta nell'inchiesta sul governatore della Campania Vincenzo De Luca. A quanto pare il giornalista e la troupe sarebbero stati fermati perché non avevano la formale autorizzazione per fare riprese in tribunale. L’inviato stava curando un servizio per la puntata di questa sera, intitolata «Il suo Regno», della trasmissione condotta da Corrado Formigli su La7. Proprio Formigli, con un post sui social, aveva dato notizia del fermo dell'inviato e della troupe.

Orlando: in Campania io avrei sostenuto un altro candidato
Dal governatore della Campania ha preso le distanze il Guardasigilli Orlando. «In Campania io avrei sostenuto un altro candidato, ma De Luca ha vinto le primarie» ha detto il ministro della Giustizia a “Corrieretv”, rispondendo a una domanda sulle vicende del governatore della Campania Vincenzo De Luca.

De Luca: mi sono svegliato e trovato sulle pagine di tutti giornali»
Il governatore della Campania ha continuato oggi a respingere ogni addebito. «La magistratura vada avanti senza guardare in faccia a nessuno - ha detto alla web tv del Mattino - perchè mi considero parte lesa. La mia versione è: non so niente di niente. Mi sono svegliato e trovato sulle pagine di tutti giornali». E ha aggiunto minaccioso: «Leggo i titoli dei giornali che dicono De Luca sotto attacco, leggo di terremoti, di assedi. Ebbene chi pensa di fare assedi, riceverà sulla capoccia secchiate di olio bollente». Poi però ha specificato: «Non credo in nessun complotto e trappola e ho massimo rispetto per tutte le persone coinvolte in questa vicenda».

L’inchiesta giudiziaria
È sicuramente una matassa difficile da dipanare l'inchiesta dei pm Giorgio Orano e Corrado Fasanetti della procura di Roma - l'ufficio competente a procedere nei confronti dei magistrati del distretto di Napoli - chiamati a stabilire se l'ordinanza del 22 luglio scorso con cui il Tribunale civile (di cui la Scognamiglio era uno dei tre componenti del collegio) consentì a De Luca di svolgere il suo incarico di presidente della Regione Campania sia stata o meno condizionata da patti illeciti. Tutto sarà più chiaro una volta vagliato, alla luce anche di quanto emerso dalle perquisizioni, il contenuto di intercettazioni telefoniche e ambientali e soprattutto quando sarà definito il ruolo della figura-chiave dell'intera vicenda, ovvero l'avvocato Guglielmo Manna, uno dei dirigenti dell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli nonché marito, in via di separazione, della Scognamiglio. È lui che avrebbe preso contatto con il capo (dimessosi lunedì scorso) della segreteria politica di De Luca, Nello Mastursi (dimessosi anche dall'incarico di responsabile organizzativo del Pd della Campania), per prospettargli quello che, in estrema sintesi, è racchiuso nel capo di imputazione: se De Luca voleva evitare un verdetto sfavorevole ci avrebbe pensato lui, che grazie alla moglie aveva la possibilità di condizionare la decisione del Tribunale. In cambio avrebbe chiesto per sé un importante incarico dalla Regione Campania, sempre nel settore sanità. Incarico che tuttavia non gli è stato conferito dopo la chiusura del procedimento.

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