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L'addio a soli 40 anni di Jonah Lomu, il gigante che rivoluzionò…

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L'addio a soli 40 anni di Jonah Lomu, il gigante che rivoluzionò il rugby

Alla fine i problemi ai reni, colpiti da una grave malattia quando il gigante era nel pieno della carriera, sono stati più forti di Jonah Lomu. Che se ne va a soli 40 anni, lasciando una serie di ricordi da conservare per sempre.

Lui è l'uomo che ha rivoluzionato il rugby in un anno, il 1995, che per lo sport ovale rimane quello della svolta, con i suoi pro e gli inevitabili contro. Non solo il giovane Jonah si rivelò al mondo, ma il Sudafrica – riammesso sulla scena sportiva internazionale da poco, dopo la fine dell'apartheid – trionfò a Johannesburg nella Rugby World Cup, con Nelson Mandela come ideale capitano non giocatore degli Springboks, e sempre nel 1995 il rugby consentì il passaggio dei giocatori al professionismo, corroborato dai fondi di Rupert Murdoch e delle sue televisioni.

Tutto, o quasi, cambiò. E il simbolo della metamorfosi era lui, il ventenne Jonah. Perché non si era mai vista un'ala così, quasi due metri, ben più di un quintale, velocità e potenza da non credere. Se ora altri fisici del genere si vedono in giro, ed è normale che un trequarti di livello internazionale pesi come un uomo di mischia del passato, 20 anni fa la novità fu clamorosa. Lomu sembrava inarrestabile (anche se in finale poi i sudafricani seppero contenerlo) al punto che seminava panico e frustrazione tra gli avversari spazzati via, scavalcati, calpestati: in preda all'esasperazione il capitano dell'Inghilterra Will Carling, dopo che la sua squadra subì in semifinale quattro mete dal colosso di origini tongane, arrivò a dire che quell'uomo era una sorta di scherzo della natura e sarebbe stato meglio lasciarlo fuori dalle competizioni…

Jonah ha partecipato alle Coppe del Mondo 1995 e 1999 senza vincerle, ma segnando 15 mete: un record eguagliato quest'anno dal sudafricano Bryan Habana, che però ha partecipato a tre edizioni del torneo. Lomu, invece, è uscito presto dalla scena, frenato da problemi fisici che l'hanno portato anche alla dialisi e a operazioni di trapianto. Lui ha provato a rientrare, giocando anche in Galles con i Cardiff Blues: ennesimo tentativo partito da una gara di Coppa europea in Italia, a Calvisano, dieci anni fa. Ma chiaramente quel fenomeno di giocatore non esisteva più.

Rimaneva la sua popolarità. È stato, ed è, il rugbysta più famoso di sempre. Accomunato ad altri giocatori scomparsi prematuramente, come il suo connazionale Jerry Collins, che ha perso la vita pochi mesi fa in un incidente stradale, e come il nostro Ivan Francescato, morto improvvisamente nel 1999. C'è una foto che ritrae Ivan e Lomu durante un test match Italia-Nuova Zelanda giocato a Bologna nell'autunno del 1995. Un atleta “extra-size” che ha fatto la storia e un giocatore dal fisico normale ma ricchissimo di talento. Grandi e sfortunati.

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