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Mafia Capitale: sì a Comune e Regione parti civili, no a Codacons…

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la decisione del tribunale di roma

Mafia Capitale: sì a Comune e Regione parti civili, no a Codacons e M5S

Le istanze di parte civile ammesse dal tribunale di Roma nel processo a Mafia Capitale sono in tutto 23: tra loro ci sono il Comune e la Regione, ma non il M5S e il Codacons. L’associazione dei consumatori ha già annunciato ricorso in Cassazione per una decisione che definisce «abnorme e sconcertante», perché «ha escluso i cittadini quali parti danneggiate dagli imbrogli e dagli appalti truccati».

Tutte le 23 istanze di parte civile accolte
L’ordinanza dei giudizi della X sezione penale del Tribunale di Roma è arrivata ieri in tarda serata dopo cinque ore di camera di consiglio. Ammessi il Comune di Roma, la Regione Lazio, il ministero degli Interni, il comune di Sant’Oreste, le amministrazioni giudiziarie delle società sequestrate, Ama Spa, Pd Unione regionale Lazio (con riferimento al danno morale nei confronti dei soli imputati iscritti o eletti nelle liste del partito), Fallimento Unibar, Eur Spa, Associazione Antonino Caponnetto, Associazione Libera, Sos Impresa, Cittadinanzattiva Onlus, Centro di iniziativa per la legalità democratica, associazione Nazionale Vittime di usura estorsione e racket, Ambulatorio Antiusur Onlus, Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino, Fai Antiusura Ostia Volare Onlus, Associazione Fai Antiracket-Antiusura Roma-Agisa Onlus, Legacoopsociali, Associazioni Nazionale delle Cooperative sociali, Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, Associazione Forum delle Associazioni antiusura e Consorzio Castel Porziano 98.

Tra gli esclusiCodacons e Legambiente
Respinte invece, tra le altre, le istanze di Codacons, Confindustria, Camera di Commercio di Roma, Legambiente, Fondazione Antonino Caponnetto, Federazione Antiracket italiana, Società Cooperativa Capodarco, Associazione Movimento difesa del cittadino, Assoconsum, Associazione movimento consumatori, Associazione Codici-Onlus Centro per i diritti del cittadino. Esclusi quegli enti «dediti per statuto ad attività anche finalizzate a migliorare genericamente il rapporto tra cittadino e Pa, essenzialmente di studio e di ricerca e dunque non specificamente danneggiati dai reati contestati».

Alt al M5S e ai singoli parlamentari
Esclusi anche i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle. In particolare, sottolinea il tribunale, «per i singoli che hanno avanzato richiesta come membri del Parlamento va ricordato che la legittimazione processuale spetterebbe all’ente». Per i singoli «che hanno avanzato richiesta quali membri di Consigli comunali o municipali o di commissione comunali, la richiesta di costituzione del Comune di Roma deve ritenersi assorbente. E infatti suddetti consiglieri sono membri di articolazioni interne del comune privi di interesse autonomo e differenziato rispetto a quello del Comune». Fuori dalla lista delle parti civili anche i rifugiati e i 37 nomadi di Castel Romano che avevano presentato l’istanza.

Marino: «Gli eventuali risarcimenti vadano alle scuole»
Plaude all’ammissione del Comune tra le parti civili l’ex sindaco Ignazio Marino, che rilancia: «Propongo che ogni risarcimento dei danni morali e materiali che verranno riconosciuti vada alle scuole romane, perché le ragazze e i ragazzi siano il primo presidio di legalità».

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