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Mogherini: in Siria avviato percorso politico. Pinotti: mai…

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vertice nato a firenze

Mogherini: in Siria avviato percorso politico. Pinotti: mai parlato di estendere missione militare italiana

In Siria «si è finalmente avviato un percorso politico». In ritardo, ma si è avviato. Federica Mogherini, l’Alta rappresentante per la politica estera e di difesa della Ue, e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni hanno rimarcato l’importanza del tavolo di Vienna per una soluzione diplomatica, intervenendo al gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell’assemblea parlamentare della Nato, riunito per due giorni a Firenze. E la ministra della Difesa Roberta Pinotti ha smentito l’ipotesi di un intervento militare italiano: «Non si è mai parlato dell’estensione alla Siria della nostra missione, perché la posizione italiana è molto chiara dall’inizio. Dove non c’è una chiarezza di percorso politico, non c’è nessun impegno dell’Italia nelle operazioni militari, ma diplomatico».

Mogherini: «Daesh sta giocando sporco»
Lady Pesc, intervenuta in videocollegamento da Bruxelles, ha accusato: «Daesh sta giocando sporco: è una guerra di vecchio stampo e dobbiamo smantellare questa narrativa. Non è una guerra di religioni, ma una sporca guerra di potere, non c’è nulla di religioso ma il tentativo di strumentalizzare la religione». Mogherini ha usato il nome Daesh, non Isis, come sollecitato dagli esperti riuniti in Toscana, perché è il termine dispregiativo con cui il mondo musulmano contrasta quello che vorrebbe accreditarsi come Isis, cioè Stato islamico di Siria e Iraq. Sulla questione dei finanziatori del terrorismo, è stata cauta: «In questa situazione è difficile valutare chi finanzia il terrorismo e chi no, ma mai dire mai».

«In Siria avviato processo politico»
Mogherini ha ricordato il ritardo con cui si è intervenuti in Siria, escludendo che sia «il momento per operazioni militari comuni da parte dell’Ue». «Abbiamo iniziato finalmente un processo che raccoglie tutti gli attori principali a livello regionale e internazionale e li mette intorno a un tavolo perché si prepari un processo politico», ha detto. «Mi chiedo perché solo adesso abbiamo avviato questo processo». La crisi dei rifugiati ha pesato, ma per Mogherini «c’è un altro elemento che ha cambiato il quadro ed è l’Iran, con cui abbiamo aperto la strada per pensare di avere un contesto diverso nella regione». Bene anche i rapporti con la Giordania, «partner straordinario nella lotta contro Daesh».

Libia, «accordo nei prossimi giorni o si sgretolerà»
Collegato al lavoro su Daesh, ha poi avvertito Mogherini, dev’essere quello sulla Libia: «Con Martin Kobler, nuovo inviato speciale dell’Onu, ci siamo sentiti stamani per ottenere la firma sull’accordo nei prossimi giorni. Altrimenti ci saranno delle conseguenze per la Libia, il Paese si sgretolerà». Nato e Ue già da mesi stanno lavorando sulle misure di sostegno, in chiave «sicurezza nelle frontiere per il nuovo governo di unità nazionale, quando si sarà formato». Per Mogherini, è «probabile che il nuovo obiettivo di Daesh sia la Libia», con «conseguenze gravissime in termini di destabilizzazione dell’intera area e di risorse».

Gentiloni: possibili altre forme di cooperazione anti-Daesh
È stato il titolare della Farnesina a confermare che si stanno comunque studiando tra i ministeri della Difesa nuove tra ministeri della Difesa di «possibili ulteriori forme di cooperazione» per fermare il califfato. «Voglio dire che l’Italia è il Paese europeo maggiormente impegnato sul piano militare in Iraq», ha spiegato Gentiloni. «È un pilastro della coalizione anti Daesh. Stiamo studiando forme di collaborazione ulteriore. La sintonia tra Italia e Francia, verificata ieri, è assoluta». Quanto alla Russia, per il ministro l’abbattimento di un caccia da parte della Turchia «non deve fermare un maggiore coinvolgimento di Mosca nella coalizione anti-Isis».

Pinotti: «Niente intervento in Siria senza percorso politico»
A chi le chiedeva di un intervento diretto in Siria, la ministra Pinotti ha precisato: «Siamo impegnati in un’attività aerea importante che è richiesta dalla coalizione, che prevede 270 militari in Kuwait con 2 aerei Predator, 1 aereo da rifornimento, 4 tornado che stanno facendo una ricognizione accurata, perché individuare gli obiettivi è quanto mai importante. A oggi è l’assetto che abbiamo deciso e che abbiamo discusso anche in Parlamento». E finché non sarà definito il percorso politico «non si potrà discutere di un’estensione della missione alla Siria», ha aggiunto. Negando che la Francia abbia fatto «richieste specifiche» in questo senso.

Il generale Graziano: «In Libia e Iraq servirà assistenza militare»
«In Libia, come già in Afghanistan e in Iraq servirà l’assistenza militare, una volta raggiunto il governo di unità nazionale», ha osservato dal canto suo Claudio Graziano, capo di stato maggiore della Difesa, intervenuto a Firenze. Per «assistenza militare», ha chiarito, si intende «l’addestramento» delle forze dell’ordine libiche «che deve essere fatto in loco». In più, «il personale deve essere assistito finché non è in grado di operare. Non dobbiamo ripetere errori del passato, nel pianificare attività che devono arrivare».

Boldrini: «Inasprire controlli su flusso di denaro e armi»
Al seminario ha partecipato anche la presidente della Camera Laura Boldrini, sottolineando che si devono «moltiplicare gli sforzi per inasprire i controlli sui flussi di denaro e di armi ai gruppi islamisti in Iraq e Siria» e «per assicurarci che il petrolio estratto nelle aree controllate dal sedicente Stato islamico non finisca nelle nostre pompe di benzina». Tra le altre priorità per combattere l’Isis lo sforzo, ha insistito Boldrini, per aiutare le «forze irachene e curde che combattono Daesh» e «per sostenere i colloqui di Vienna e la strategia inclusiva proposta, così da coinvolgere tutti gli attori regionali nei negoziati di pace in Siria. All’interno dei nostri Paesi, dovremmo combattere la marginalizzazione, che può indurre coloro che si sentono esclusi ad abbracciare l’ideologia dell’islamismo militante violento».

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