«Al momento non abbiamo elementi concreti che ci inducano a rivedere quella cifra». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, interviene con un tweet sul rischio di dover rivedere al ribasso le stime di crescita dell’Italia per il 2015, fissate a +0,9%, a causa della paura scatenata dagli attacchi terroristici a Parigi.
Padoan: «Dopo Parigi clima negativo»
Il titolare di Via XX Settembre ha ventilato il pericolo di ripercussioni negative sull’economia in un’intervista sul Corriere della Sera. «Il clima seguito ai terribili fatti di Parigi è negativo - ha ammesso Padoan- e questo potrà avere effetti sulla ripresa». La stima della crescita allo 0,9% «non è un obiettivo, è una previsione: quando si fa una previsione c’è sempre il rischio di doverla rivedere al rialzo o al ribasso. Non dimentichiamoci che influisce anche un rallentamento delle economie di altri Paesi, cominciato ben prima degli attentati».
«Misure di reazione decise dal governo per 2 miliardi»
«Effetti sono possibili - aggiunge Padoan - ma al momento non abbiamo elementi concreti che ci inducano a rivedere quella cifra. E poi bisogna tener conto anche delle misure di reazione decise dal governo, con i 2 miliardi sugli interventi per la sicurezza e la cultura. Gli italiani hanno la corretta percezione che stiamo uscendo dalla crisi. E questo conta molto, sia per la fiducia sia per l’economia».
Pinotti: possibile «doccia gelata» sulla fiducia
Anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ospite de “L’intervista” su SkyTg24, riconosce che «non c’è dubbio che gli avvenimenti di Parigi siano una doccia gelata» sul clima di fiducia indispensabile per la ripartenza dell’economia.
Brunetta: «Padoan mette le mani avanti»
Immediate le reazioni politiche. Sempre su twitter il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, affonda: «Padoan mette mani avanti su crisi, ma Parigi non c’entra. Peggioramento c’era già da prima. Ammetta che con Renzi ha sbagliato tutto». Parole dure, che dettaglia poco dopo: «Lo sapeva pure Padoan, prima di presentare la Nota di aggiornamento al Def di settembre e la legge di stabilità il 15 ottobre, che sull’andamento dell’economia italiana avrebbe influito “anche un rallentamento delle economie di altri Paesi, cominciato ben prima degli attentati” di Parigi. E nonostante questo ha impostato la legge di stabilità tutta in deficit, ad accompagnare una ripresa che sapeva non ci sarebbe stata. Lo ha fatto perché glielo ha imposto Renzi, lo ha fatto per opportunismo». Continuando a inserire «misure disgustose anche negli ultimi giorni, come la mancia dei 500 euro ai diciottenni. Gli eventi tragici di Parigi non c'entrano nulla, al massimo aggraveranno la crisi già prevista. Ed è assolutamente immorale e inaccettabile nascondersi oggi dietro i fatti del 13 novembre».
Buttiglione (Ap): «Grido d’allarme da prendere sul serio»
Da Ap parla il vicecapogruppo a Montecitorio, Rocco Buttiglione: «Noi di Area popolare (Ncd e Udc) prendiamo molto sul serio il grido di allarme del ministro Padoan sul pericolo che la ripresa italiana, appena iniziata, subito si affievolisca. Tutti i settori che hanno dovuto portare il peso di una certa (limitata) contrazione della spesa pubblica sono sul sentiero di guerra per recuperare quanto perduto. Se cediamo alle loro pressioni torniamo al vecchio modello di sviluppo e precipitiamo rapidamente di nuovo nella crisi».
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