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la manovra alla camera

Legge di Stabilità, verso un fondo salva-risparmiatori. Padoan: sostegno a fasce deboli, no credito di imposta

Un “fondo ad hoc” per risarcire i piccoli risparmiatori di Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria, Carife e CariChieti penalizzati dal dl salva-banche. È questa, come anticipato oggi dal Sole 24 Ore, l'ipotesi caldeggiata dal Pd per tutelare gli obbligazionisti dei quattro istituti di credito e discussa durante la riunione Governo-maggioranza che si è tenuta questa mattina alla Camera. Le risorse per alimentare il fondo dovrebbero arrivare dai ricavi della valorizzazione degli asset passivi presi in carico dalla «bad bank». La proposta avanzata in un subemendamento del Pd alla manovra (prima firma del capogruppo dem in Commissione Finanze Michele Pelillo) prevede un Fondo di solidarietà di 120 milioni di euro, di cui 80 «a carico del sistema bancario». Il fondo permetterebbe di rimborsare parzialmente le perdite stimate tra i 300 e i 350 milioni di euro. La soglia con cui definire il piccolo o piccolissimo risparmiatore si attesterebbe a 30mila euro, ma potrebbe essere anche definita con un successivo provvedimento del Governo.

Padoan: governo valuta sostegno fasce deboli
E oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, parlando a Treviso, ha confermato che «il Governo sta valutando un sostegno a fasce deboli dei risparmiatori, ma non una compensazione del credito». Perde quota insomma l’ipotesi di un credito di imposta, caldeggiata da Scelta Civica. «Sono contrario a pensare che la nuova legge abbia portato criticità alle banche Popolari - ha aggiunto Padoan - anche perché potrei rispondere parlando di quante invece ne hanno tratto beneficio».

Pd: 120 mln a Fondo solidarietà per risparmiatori
Il Fondo da 40 milioni, istituito presso il Mef, si legge nel subemendamento presentato dal Pd, sarà integrato (a seguito di una convenzione con l’Abi) da 80 milioni forniti dal sistema bancario, per un totale di 120 milioni. Il fondo ha «esclusive finalità di solidarietà, di assistenza o di utilità sociale», e viene creato «a favore di investitori persone fisiche, imprenditori individuali e imprenditori agricoli o coltivatori diretti detentori di strumenti finanziari subordinati emessi dalla Banca delle Marche, dalla Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, dalla Cassa di risparmio di Ferrara, dalla Cassa di risparmio della provincia di Chieti». Per accedere al Fondo gli investitori devono essere «al dettaglio», e devono aver subito, «in diretta conseguenza dell'avvio di procedure concorsuali, di liquidazione coatta amministrativa, ovvero dell'applicazione di misure di ristrutturazione, risanamento o risoluzione» delle banche, perdite patrimoniali tali da porli «in condizioni d'indigenza o comunque di vulnerabilità economica o sociale».

Scelta civica propone invece un credito di imposta al 26%
Contraria a questa proposta Scelta civica, timorosa che l'istituzione di un fondo siffatto creerebbe un precedente per tutte le eventuali crisi future. La soluzione avanzata ieri da Enrico Zanetti, inserita in un subemendamento, prevede invece un credito d'imposta Irpef al 26%. La strada del bonus fiscale, però, al momento appare tutta in salita: avrebbe sollevato più di un dubbio di fattibilità sia per i costi (il monte delle perdite dei 130mila clienti delle banche arriverebbe a 800 milioni) sia per i paletti fissati dalla Commissione europea. Ed è stata di fatto bocciata dal ministro Padoan.

Opzioni esaminate domenica
Entrambe le ipotesi saranno analizzate già a partire dalla seduta di domenica della commissione Bilancio, ma, secondo quanto riferiscono fonti di governo, una decisione nel merito arriverà probabilmente solo alla fine della prossima settimana.

Sicurezza in due tempi, parte delle risorse dalla voluntary
Le misure del pacchetto sicurezza che il governo intende inserire nella legge di stabilità, invece, potrebbero essere attuate in due tempi. La prima parte, secondo quanto si apprende, sfrutterebbe a copertura i maggiori incassi della voluntary disclosure (tra 500 e 600 milioni), mentre la seconda parte sarebbe condizionata al via libera Ue sulla flessibilità ipotizzata per la lotta al terrorismo .

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