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Terrorismo, arrestato iracheno a Bari. Aveva contatti con Ansar Al…

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indagine dda e digos

Terrorismo, arrestato iracheno a Bari. Aveva contatti con Ansar Al Islam

Agenti della Digos di Bari hanno arrestato Majid Muhamad, iracheno, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nell'ambito di una indagine sul terrorismo di matrice islamica della Direzione distrettuale antimafia. Il 45enne avrebbe favorito l'ingresso in Europa di soggetti collegati alla cellula terroristica italiana del gruppo Ansar Al Islam.

Terrorismo, arrestato iracheno a Bari
Stando alle indagini coordinate dal pm Roberto Rossi, Majid Muhamad avrebbe promosso, diretto e organizzato l'ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano di numerosi stranieri utilizzando documenti contraffatti. Fra marzo e settembre 2015 avrebbe fornito assistenza e alloggio a Bari a 11 cittadini di Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia. In particolare, avrebbe prenotato stanze presso un affittacamere di Bari, riservandole per brevissimi periodi (uno, due giorni o, al massimo, una settimana) a cittadini extracomunitari non residenti o domiciliati in questa provincia ma provenienti da altre imprecisate zone e che poi avrebbero proseguito il loro viaggio verso altre destinazioni (italiane o estere).

Contatti con la cellula italiana di Ansar Al Islam
Nello stesso periodo la procura di Bari, attraverso intercettazioni telefoniche, ha accertato contatti dell'indagato con numerosi soggetti ritenuti contigui all'organizzazione terroristica Ansar Al Islam, alcuni dei quali arrestati nei giorni scorsi su disposizione della Procura.

Iracheno arrestato a Bari aveva lettere su Jihad
Majid Muhamad è stato trovato in possesso di lettere sulla Jihad. Gli agenti della Digos di Bari hanno eseguito una perquisizione domiciliare in un appartamento del quartiere Libertà, nel capoluogo pugliese, dove abitavano 14 persone di nazionalità irachena e iraniana, tutte con regolare permesso di soggiorno o richiedenti asilo. Fra loro anche Majid Muhamad, trovato in possesso di un quaderno con copertina rossa, su cui appariva evidenziato il nome di Bassam Ayachi (l'imam del Belgio assolto alcuni anni fa dalla Corte di Appello di Bari dopo essere stato arrestato, processato e condannato in primo grado per terrorismo internazionale). Majid probabilmente aveva conosciuto Ayachi durante la detenzione nel carcere di Benevento.

Libero dopo ricorso contro espulsione
L'iracheno è libero da gennaio scorso dopo aver scontato una condanna a 10 anni inflitta dal Tribunale di Milano per terrorismo internazionale e ha vinto un ricorso presentato al Tribunale di Cosenza contro un provvedimento di espulsione emesso alcuni mesi prima dal prefetto della stessa città calabrese. Dopo il provvedimento di espulsione, infatti, l'uomo era stato trasferito nel Cie di Bari e, una volta vinto il ricorso e tornato in libertà, aveva deciso di restare nel capoluogo pugliese. Qui nel giro di pochi mesi - secondo quanto emerso dalle indagini - avrebbe intrecciato una serie di rapporti e conoscenze con cittadini extracomunitari di varie etnie (marocchini, tunisini, georgiani) dai quali sarebbe stato riconosciuto come leader.

Tabulati al setaccio
Luogo di intrattenimento e socializzazione è stato individuato dagli investigatori in un Kebab nel centro della città che poi l'uomo avrebbe anche acquistato. Dall'esame dei tabulati telefonici dell'utenza utilizzata da Majid Muhamad da gennaio scorso risulterebbero chiamate in arrivo o partenza verso svariati numeri internazionali di stati esteri tra i quali, oltre all'Iraq dove il 45enne ha moglie e figli, Francia, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Tunisia, Norvegia, Grecia, Svizzera, Romania e Afghanistan. Su queste utenze internazionali sono in corso verifiche da parte di procure estere. Molti di questi contatti, secondo gli inquirenti dell'Antimafia di Bari, sarebbero con soggetti contigui alla cellula terroristica di Parma, dimostrando che dopo anni quel gruppo si sarebbe ricostituito.

Difende stragisti Parigi, denunciata 27enne di Tivoli
Intanto è stata denunciata una 27enne italiana che aveva difeso in tv gli stragisti di Parigi durante una trasmissione televisiva. La giovane è stata rintracciata a Tivoli presso la sua abitazione dagli investigatori del Commissariato locale e dagli agenti della Digos, dove sono stati trovati e sequestrati documenti e manoscritti, tuttora al vaglio degli inquirenti. La donna è accusata di propaganda di idee fondate sulla discriminazione e l'odio razziale, etnico e religioso.

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