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ministro testimone a trani

Processo S&P, Padoan: sorpreso da doppio declassamento Italia, ma non ci fu attacco

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (LaPresse)
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (LaPresse)

«La parola attacco implica una volontà a danneggiare, ma rilevo che il declassamento produce effetti di indebolimento». Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, deponendo a Trani al processo a Standard & Poor's, in risposta ad una domanda del pm Michele Ruggiero se si poteva parlare di un attacco delle agenzie di rating. Il ministro, deponendo stamattina come teste nel corso dell'udienza del processo per manipolazione del mercato a carico di analisti e manager dell'agenzia di rating Standard & Poor's in corso a Trani, ha aggiunto: «Mi sorprese il doppio declassamento perché il governo Monti stava mettendo in atto riforme che si sarebbero rilevate molto efficaci e avrebbero invertito la tendenza di fragilità crescente che si stava verificando. La politica economica stava andando in una direzione positiva mentre il doppio declassamento stava andando nella direzione opposta».

Padoan, che all'epoca dei fatti - ovvero tra maggio 2011 e gennaio 2012 - era vice segretario generale dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, è stato inserito nella lista dei testi stilata dall'accusa.

Declassamento Italia nel mirino dei magistrati
Subito dopo il doppio declassamento dell'Italia (da A a BBB+) deciso da S&P nel gennaio 2012, Padoan, in un'intervista ad un quotidiano, lamentò che il doppio downgrade era ingiustificato e contraddittorio. Considerazioni che confermò poi durante un'audizione dinanzi al pm inquirente, Michele Ruggiero. Dopo l'audizione l'Ocse scrisse alla Procura di Trani spiegando che Padoan godeva dell'immunità diplomatica e le sue dichiarazioni non potevano essere utilizzate in alcun processo. Questa eccezione è stata sollevata dalla difesa nel corso del processo, ma il Tribunale l'ha respinta ammettendo la testimonianza dell'attuale ministro dell'Economia.

Cinque analisti e manager di Standard & Poor's sotto accusa
Il reato contestato riguarda cinque tra analisti e manager dell'agenzia di rating, accusati di aver fornito “intenzionalmente” ai mercati finanziari - tra maggio 2011 e gennaio 2012 - quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento adottate dal governo per «disincentivare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore». L'ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decretò il declassamento del rating dell'Italia di due gradini (da A a BBB+). Sono imputati Deven Sharma, ex presidente mondiale di S&P, Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. La Procura è convinta che la decisione dell'agenzia abbia provocato «una destabilizzazione del'immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell'Italia sui mercati finanziari nazionali e internazionali».

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