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Renzi contro Merkel: no all’Europa guidata da Germania e dal fronte…

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al pre-vertice del pse

Renzi contro Merkel: no all’Europa guidata da Germania e dal fronte dell’austerità

L'Europa non può essere guidata da un solo Paese, la Germania, e dalle politiche imposte dal fronte dell'austerità. Questo, secondo alcuni testimoni, il messaggio recapitato oggi dal premier Matteo Renzi ai capi di Stato e di governo dei progressisti e dei socialisti, riuniti a Bruxelles per la riunione dei leader del Partito dei socialisti europei (Pse), che tradizionalmente precede le riunioni del Consiglio europeo, in programma oggi e domani.

Nel mirino il governo Merkel e le imprese tedesche
Nel suo intervento al pre-vertice Renzi ha ribadito la propria battaglia per un'Europa più collegiale e più orientata alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e il proprio impegno per l'unità della famiglia socialista. Le critiche sono andate in particolare al governo della cancelliera tedesca Angela Merkel, ma non hanno risparmiato nemmeno le imprese tedesche, accusate di fare affari con la Russia, come nel caso del gasdotto Nord Stream, mentre sono in vigore le sanzioni economiche europee contro Mosca.

Il contesto in cui è maturato l’affondo
Il contesto in cui è stato dato l'affondo vede in primo piano le crescenti tensioni tra l’Italia e l’Europa su fronti quali la legge di Stabilità, rimandata in primavera perchè secondo la Commissione Ue sarebbe a rischio il rispetto delle regole europee sui bilanci, o la recentissima procedura di infrazione contro l'Italia per non aver assicurato l'effettivo rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo e la trasmissione dei dati al sistema centrale dell'Eurodac entro 72 ore. Senza dimenticare il no al ricorso di Bruxelles al Fondo nazionale per i depositi bancari per il salvataggio delle quattro banche ora sotto processo di risoluzione.

La difesa della linea italiana sui migranti
In trasferta a Bruxelles per il vertice, fino a domani, dei capi di Stato e di governo Ue, il premier Matteo Renzi ha invece accantonato i temi caldi della politica interna, e lasciando i colleghi socialisti per recarsi alla sede del Consiglio Ue è tornato a fiendere la nostra linea sull'emergenza immigrati. L'Italia, ha spiegato ai giornalisti, «ha fatto molto, siamo contenti che l'Ue abbia fatto passi avanti, ancora un po' timidi: credo che la relocation abbia interessato meno dell'1% dei numeri che erano stati promessi a Italia e Grecia, da parte nostra stiamo andando avanti». Roma ha infatti centrato «oltre il 90%» degli impegni in materia di riconoscimento dei migranti», quindi «la polemica sulle mancate identificazioni con le impronte digitali ha poco senso».

L’Ue si dia una strategia, no al day by day
Lasciando il vertice dei leader del Partito dei socialisti europei (Pse), che tradizionalmente precede le riunioni del Consiglio europeo, Renzi ha poi sottolineato l’importanza «che l'Europa si dia una strategia per i prossimi anni, non possiamo andare avanti con il day-by-day, con il giorno dopo giorno». L’importante, ha concluso il premier, è che i leader Ue discutano «di economia, di immigrazione, di cultura, di lotta alla disoccupazione», e che comincino un dibattito anche sulla potenziale uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, un’occasione «per fare una rilfessione un po' meno superficiale di quella fatta fino a oggi».

All’ordine del giorno anche la “nuova” Frontex
Oltre al rischio Brexit, l’altro tema all’ordine del giorno del vertice è il rafforzamento delle frontiere esterne dell'Ue per difendere lo spazio di libera circolazione Schengen, minacciato dalla emergenza profughi e dall'allarme terrorismo dopo gli attacchi di Parigi. In particolare, i capi di Stato e di governo dovranno esprimersi sul pacchetto di misure presentato ieri dalla Commissione europea che prevedono la creazione di una nuova agenzia in sostituzione di Frontex, con il potere di far intervenire le guardie di frontiera comuni in caso di un'emergenza ai confini se il paese direttamente coinvolto non è in grado di gestirla.

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