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Mafia capitale, ex sindaco Alemanno rinviato a giudizio

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l’inchiesta

Mafia capitale, ex sindaco Alemanno rinviato a giudizio

L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato rinviato a giudizio in uno dei filoni dell'inchiesta a Mafia Capitale. Lo ha deciso il gup mandandolo a processo per corruzione e illecito finanziamento. L'udienza è stata fissata al 23 marzo davanti alla seconda sezione penale.

Alemanno: ho la coscienza pulita, nulla da patteggiare
Immediata la reazione di Alemanno, affidata a una nota scritta: «Non ho chiesto riti alternativi proprio per dimostrare pubblicamente la mia innocenza. Ho la coscienza pulita e per questo non ho nulla da patteggiare. Affronto quindi il rinvio a giudizio con animo sereno perché sono fiducioso nell'operato della Magistratura e convinto che al dibattimento sarà accertata e provata l'assoluta correttezza del mio operato».

Le accuse
La procura di Roma aveva chiesto il 5 novembre il rinvio a giudizio, facendo cadere l'accusa di associazione mafiosa che tanto rumore fece oltre un anno fa. All'ex sindaco di Roma si contesta di aver ricevuto somme di denaro, 125mila euro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Secondo l'accusa le somme percepite sarebbero state erogate da Salvatore
Buzzi, ras delle cooperative, in accordo con Massimo Carminati. I fatti, secondo la richiesta firmata dal procuratore Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dai pm
Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, risalgono al periodo 2012-2014.

I rapporti con Panzironi
Per il tramite l'ex ad di Ama Franco Panzironi, Alemanno avrebbe ricevuto, attraverso la fondazione Nuova Italia, 75mila euro sotto forma di finanziamento per cene elettorali, 40mila euro per finanziamento della sua fondazione e circa diecimila euro cash, questi ultimi nell'ottobre 2014, a due mesi dalla prima tranche di arresti per mafia Capitale.

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