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Terrorismo, espulso dall’Italia padre del ragazzo che inneggiò…

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Terrorismo, espulso dall’Italia padre del ragazzo che inneggiò all’Isis dopo gli attentati di Parigi

È stata firmata oggi la prima espulsione del 2016. Lo ha comunicato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, parlando di provvedimento preso «per motivi di prevenzione di terrorismo». È, ha aggiunto «un lavoro che non conosce battute di arresto e che si basa su indagini capillari del nostro sistema di sicurezza e prevenzione, grazie al quale è possibile intercettare adesioni, in atto o potenziali, a forme di terrorismo internazionale o manifestazioni di favore a riguardo». Si tratta della 67esima espulsione dal 2015.

Alfano: figlio macedone espulso approvò in classe attentati Parigi
Il cittadino macedone espulso oggi per motivi di prevenzione di terrorismo «era un profondo conoscitore del jihadismo e un rigoroso osservante dei rigidi dettami della dottrina salafita, con forti pulsioni di radicalizzazione che lo avevano spinto a un progressivo cambiamento in chiave antioccidentale». A sottolinearlo è stato sempre il ministro dell'Interno. «Per noi - ha spiegato Alfano - è stato molto indicativo il suo rifiuto, dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi, di aderire a un comunicato di solidarietà alla Francia e contro l'Islamic State, promosso da alcune associazioni islamiche». Si tratta del padre del ragazzo che, nel novembre scorso, in classe, durante una lezione, aveva manifestato approvazione per gli attentati terroristici di Parigi con la frase: «hanno fatto bene... adesso andiamo a Roma e ammazziamo il Papa... viva l' Isis».

Macedone espulso era in circuito islam radicale
Il macedone espulso, Ljimani Redjep, è stato prelevato stamani dalla sua abitazione di San Zenone degli Ezzelini (Treviso) dai carabinieri del Ros. Portato in questura, gli è stato notificato il decreto di espulsione prima di essere accompagnato all'aeroporto di Venezia dove è stato imbarcato su un aereo diretto in Macedonia. L'uomo lascia in Italia la moglie e i suoi due figli. Impiegato in una ditta di imballaggi, Redjep è risultato inserito, dal 2014, in un circuito relazionale costituito da soggetti, di origine balcanica, accomunati da un credo radicale islamista, attestati su posizioni oltranzistiche ed ideologie di stampo wahabita, caratterizzate dalla assoluta chiusura agli usi e ai costumi occidentali. Profondo conoscitore del jihadismo e rigoroso osservante dei rigidi dettami della dottrina salafita, dal marzo 2012, Ljimani ricopre la carica di “responsabile sociale” dell'Associazione Culturale Islamica “Fratellanza” di San Zenone degli Ezzelini (Treviso).

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