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Riforma Pa, Madia: controllo partecipate a Palazzo Chigi «punto…

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pubblica amministrazione

Riforma Pa, Madia: controllo partecipate a Palazzo Chigi «punto aperto», no esuberi con riordino

«Non c'è» il rischio di esuberi perché «abbiamo in progetto un meccanismo tipo quello delle Province, con il ricollocamento del personale laddove ce ne è bisogno», sia per quanto riguarda le partecipate pubbliche che le Camere di Commercio. Così la ministra della Pa Marianna Madia, a margine di un workshop su “L'implementazione dell'agenda digitale italiana” (al quale partecipa come ospite d'onore Tim Berners Lee, inventore del world wide web), a proposito di taglio delle Camere di Commercio (da 105 a 60) e società partecipate (che dovrebbero passare a regime da 8mila a mille). Sui due dossier pesa, ovviamente, il nodo del personale, con il rischio esuberi generati dai riordini.

Madia: vigilanza partecipate a Palazzo Chigi? Punto aperto
Madia ha definito «un punto ancora aperto» la questione del posizionamento del nuovo organo di vigilanza sulle partecipate pubbliche, collocato, secondo quanto trapelato ieri, a palazzo Chigi. L'argomento «non è stato ancora discusso», ha spiegato la ministra a a margine del workshop. Per la ministra, ad ogni modo, l'attività di vigilanza sulle partecipate pubbliche «non è stata oggetto di discussione, nè un punto all'ordine del giorno», precisando come il nuovo organismo di vigilanza, di cui si sta discutendo, si occuperà «solo di come rendere cogente il taglio delle partecipate». Il nuovo ente terrà un elenco pubblico delle partecipate e nel caso in cui ci siano società che non si adeguino ai parametri contenuti nel decreto ha il potere di intervenire. Rimane ancora da capire dove avrà sede il nuovo organo, se presso la presidenza del Consiglio o il Mef.

Verso lo slittamento del pacchetto decreti sulla Pa
Intanto si fa sempre più probabile l'approdo del decreto sulle partecipate (e di tutto il restante pacchetto atteso) al Cdm di venerdì 22 gennaio, con uno slittamento di una settimana rispetto alla data del 15 gennaio indicata in precedenza. Si tratta del varo dei primi dieci decreti attuativi (più un regolamento di delegificazione) della delega Pa. «Andranno in Consiglio dei ministri questo venerdì o il venerdì successivo» ha dichiarato ieri il premier, Matteo Renzi, confermando che i provvedimenti «vanno nella direzione della semplificazione».

Il taglio delle Camere di Commercio
Fino a due giorni fa l'altro decreto più in ritardo sembrava quello per il riordino delle Camere di commercio che porterà alla riduzione da 105 a 60 di questi enti per i quali è già stato definito il progressivo taglio dei budget, che si dimezzeranno dal 2017. Un provvedimento su cui sono puntati gli occhi del mondo delle imprese.

Il nodo della Forestale
Altro nodo probabilmente ancora da sciogliere è poi l'accorpamento del Corpo Forestale nei Carabinieri. I sindacati hanno alzato sin dall'inizio la voce, schierandosi contro la “militarizzazione” dei dipendenti coinvolti. E sono ancora da superare delle resistenze sul fronte trasparenza, dato che con l'arrivo del Freedom of information act all'italiana (Foia) chiunque potrà chiedere un dato a qualsiasi amministrazione, senza bisogno di motivazioni. La risposta dovrà arrivare entro 30 giorni altrimenti si incorre in sanzioni (competente è l'Anac).

Madia: Fredoom information act contro corruzione e sprechi
Grazie al Freedom of information act (Foia), che obbliga le amministrazioni pubbliche a una completa trasparenza nei confronti dei cittadini «combattiamo corruzione, sprechi ma soprattutto riavviciniamo Stato e cittadini» ha però rassicurato oggi la ministra della Pa Marianna Madia, durante il workshop 'L'implementazione dell'agenda digitale italiana e le nuove sfide della rete'. Nel suo intervento Madia ha ricordato le azioni fatte partire dal governo a dicembre, come l'implementazione dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente e l'accredito dei primi tre provider che si occuperanno della gestione del Pin unico.

Governo al lavoro sulla Pa digitale
Il Governo è al lavoro per cercare di lanciare il prima possibile il domicilio digitale, ovvero l'indirizzo elettronico che dovrebbe mandare in pensione la tradizionale cassetta della posta. Nell'ipotesi iniziale il nuovo recapito, canale anche esclusivo per le comunicazioni tra cittadino e pubblica amministrazione, sarebbe stato a disposizione di ciascun cittadino per il 2021, ora invece si punta a essere pronti per il 2018. L'obiettivo è mettere nelle mani di cittadini e imprese uno strumento agevole (superando anche la Pec) in concomitanza con la diffusione dello Spid, acronimo che sta per sistema di identità digitale, anche noto come Pin unico.

In Cdm venerdì 15 gennaio in decreto “taglia leggi”
Venerdì 15 gennaio in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare invece il decreto “taglia leggi” previsto dalla riforma e i cui tempi di adozione erano più stretti (90 giorni dal varo della delega). Il provvedimento, messo a punto dai tecnici della ministra per le Riforme, i Rapporti con il Parlamento e l'Attuazione del programma, Maria Elena Boschi, ha già incassato i pareri delle commissioni di Camera e Senato ed è pronto per la pubblicazione in Gazzetta. Si muove su due versanti: da una parte cancella una quarantina di norme contenute negli interventi anticrisi messi in atto dagli ultimi tre Governi; dall'altra modifica una dozzina di disposizioni sempre riferite alle manovre degli esecutivi Monti, Letta e Renzi. Un taglio che sfoltisce lo stock di decreti attuativi in lista d'attesa.

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