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Unioni civili: Pd ancora diviso, settimana chiave per trovare mediazione

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Unioni civili: Pd ancora diviso, settimana chiave per trovare mediazione

Mentre la Cei rimarca la centralità della famiglia «fondata sul matrimonio» e la macchina del Family Day si è messa in moto, giovedì il ddl Cirinnà sulle unioni civili approderà in Aula e dovrà superare la prima prova: le votazioni delle questioni pregiudiziali di costituzionalità (a quelle già depositate se ne sono aggiunte altre tre sottoscritte dai senatori di Idea, Quagliariello in testa, e di Mauro Mauro dei Popolari per l’Italia) presentate da chi, come la Lega o Forza Italia, vorrebbe affossare subito il provvedimento.

Il M5S: «Ddl non cambi o voteremo contro»
Sul testo Cirinnà, oltre alle pregiudiziali, pesano ben 6mila emendamenti, oltre 5mila dei quali presentati dalla Lega. I nodi rimangono sempre gli stessi: l’assimilazione tra unioni civili e matrimonio e la stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio naturale del partner. È tornata sul tavolo anche l’ipotesi dell’affido rinforzato che però non sembra convincere i Cinque Stelle, che hanno chiarito: sono pronti a votare il ddl, a patto, che non venga modificato in modo da intaccare i diritti garantiti. Altrimenti i pentastellati potrebbero sfilarsi e votare contro.

Pd ancora in cerca di mediazione
Gli occhi sono puntati sul Pd, ancora alla ricerca di una faticosa mediazione. Domani è prevista una nuova riunione del gruppo parlamentare a Palazzo Madama. E la linea resta quella dettata dal premier segretario Matteo Renzi: o si trova un accordo oppure sarà libertà di coscienza.

Brunetta (Fi) contro Boldrini: «Stia zitta»
A inasprire gli animi sono state anche le parole pronunciate ieri dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha sostenuto la legittimità delle adozioni per le coppie gay nel caso in cui il partner muore e il figlio resta solo: «Il partner ha il dovere di occuparsi del figlio. È quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto». Insomma, secondo la Boldrini, la stepchild adoption è un «dovere morale» oltre che «un diritto». Tanto è bastato per far insorgere le opposizioni. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, ha tuonato: «La presidente della Camera, Laura Boldrini, non dovrebbe entrare a gamba tesa nei dibattiti parlamentari. Le ricordo che è la presidente di tutta la Camera dei deputati, non di una parte». Poi l’invito, pesante: «Per favore presidente Boldrini se ne stia zitta, faccia la speaker, la portavoce».

Sinistra italiana difende la presidente
Di parere opposto il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto: «La destra che abbaia contro la presidente della Camera Laura Boldrini per la sua posizione molto chiara sulle unioni civili e sulla stepchild adoption è incomprensibile. L’arbitro fa rispettare le regole, come la Boldrini ha sempre fatto, le convinzioni politiche invece sono personali. E non si può chiedere alla presidente della Camera di venire meno alle proprie convinzioni personali solo perché alla destra non vanno bene».

Salvini (Lega): «Adozioni gay? Si pensi a cose serie»
Intanto il leader della Lega Matteo Salvini, parlando a Montecitorio, ha difeso la scelta del governatore lombardo Roberto Maroni di illuminare il Pirellone con la scritta “Family Day” proprio nel giorno delle manifestazioni pro ddl, sabato scorso, e ha sentenziato: «Per me e per la Lega la sinistra è fuori dal mondo. Fossi in Renzi e nel governo mi preoccuperei di cancellare la legge Fornero e di difendere i confini di questo paese invaso espellendo decine di migliaia di clandestini. Invece questi parlano di adozioni gay. Noi siamo e rimaniamo contrari nel merito perché ogni bimbo ha diritto di conoscere la sua mamma e il suo papà. Però il Parlamento si occupi di qualcosa di più serio e importante».

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