
In vista del voto giovedì dell'aula del Senato, le unioni civili continuano a dividere la politica. Dopo il caso del Pirellone, con l'adesione della regione Lombardia al Family day, a far discutere oggi è la presa di posizione della presidente della Camera, Laura Boldrini, a favore della stepchild adoption. Nei giorni scorsi l'intervento del Papa che ha ammonito a non confonderle con il matrimonio. E sabato le manifestazioni in piazza dei sostenitori del ddl che regola le unioni civili. Da Milano a Roma, a Napoli e Torino, Firenze sono scesi in piazza i sostenitori del provvedimento. La relatrice del testo al Senato, Monica Cirinnà, sottolinea che il Pontefice «va ascoltato e non commentato», ma aggiunge, «lui fa il suo mestiere, il Parlamento anche. Non è tempo di guerre tra cattolici e laici, c'è la maggioranza per approvare la legge». Intanto sono stati registrati oltre 6mila emendamenti in Senato al ddl sulle unioni civili.
Boldrini: si alla stepchild adoption
«Io penso che nel momento in cui il partner muore e il figlio rimane solo, il partner abbia il dovere di occuparsi di questo figlio. Allora è naturale che quel dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere morale perché non deve essere anche diritto?». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, al Corriere.it si schiera a favore della stepchild adoption.
«Le piazze - aggiunge - ci hanno detto quello che già sapevamo e cioè che il nostro Paese si aspetta una legge» sulle unioni civili, «adesso c’è ancora di più la responsabilità dei parlamentari affinche si faccia un percorso che non deluda le aspettativa. Abbiamo aspettato tanto, spero che il risultato sia all'altezza delle aspettative».
I centristi di Angelino Alfano propongono modifiche profonde all’impianto del testo Cirinnà. Critico anche il senatore Gaetano Quagliariello, fondatore del movimento Idea, che punta il dito contro «alcune sortite di alte cariche istituzionali alle quali chiediamo, se non la terzietà su un tema che tocca le più profonde convinzioni, almeno lo sforzo di non dire sulla stepchild adoption sciocchezze di merito che non trovano riscontro nella legge vigente e non stanno né in cielo né in terra».
Intanto il Pd non trova una sintesi. E il premier-segretario Matteo Renzi alla direzione del partito venerdì è stato costretto a chiarire: «La legge per il Pd è irrinviabile, siamo rimasti l’unico Paese dei 28 senza una disciplina».
Ieri sono scese in piazza le sigle del movimento gay, le associazioni ambientaliste e arcobaleno, i sindacati (Cgil e Uil) per chiedere pari diritti per le coppie dello stesso sesso.
In 98 città manifestazioni per i diritti
A manifestare pro ddl sono Arcigay, ArciLesbica, Famiglie Arcobaleno e Mit con le associazioni (partiti, sindacati, imprese) e i singoli cittadini che hanno risposto al loro appello. La manifestazione #svegliatiItalia: a Roma è iniziata alle 15 davanti al Pantheon, in una piazza gremita. Tanti slogan e bandiere della realtà Lgbt racchiusa nelle sigle dell'arcobaleno. Tra i più ascoltati c'è quello contro la mediazione sul ddl Cirinnà, per l'uguaglianza dei matrimoni tra le coppie. Tra i presenti il cantante Scialpi, che ha partecipato alla manifestazione insieme a suo marito. Tante le iniziative organizzate in tutta Italia.
A Milano in Piazza della Scala insieme a Beppe Sala, il ministro Maurizio Martina e Ivan Scalfarotto per l'iniziativa “Svegliatitalia”. Per il ministro la decisione della Regione Lombardia di schierarsi a favore del Family day «è un errore, le istituzioni non si devono piegare su una opinione sola». Ma il Pd si spacca tra la manifestazione di sabato scorso e quella (Family Day) in programma sabato prossimo 30 gennaio.
A Napoli una delegazione guidata dal segretario Riccardo Magi e dalla segretaria dell'Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo è scesa in piazza Plebiscito per chiedere pari diritti per tutti per le unioni civili.
«Tanta gente in piazza a Udine per sostenere la legge sulle Unioni civili #SvegliatiItalia #SvegliatiUdine» ha scritto su twitter Debora Serracchiani, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, vice segretario del Pd.
Su 6.104 emendamenti oltre 5mila dalla Lega
In tutto le proposte di modifica piovute sul ddl sono 6.104: la stragrande maggioranza, 5.228, arriva dalla Lega. Forza Italia ne ha depositati 263, Idea (Quagliariello, Giovanardi, Augello e Compagna) 100, Sel 13. Mentre il Pd ha stentato a trovare a una difficile mediazione tra l’area cattolica e quella laica, con 60 emendamenti presentati di cui 9 firmati dai cattodem, i senatori di Ap-Ncd hanno depositato 261 emendamenti che chiedono una revisione totale del testo. Il M5S non propone alcuna modifica perché chiede di votare il provvedimento così com’è.
Il Papa: «Nessuna confusione tra famiglia e altre unioni»
Sul tema è intervenuto Papa Francesco, sostenendo che per la Chiesa «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Nel discorso rivolto alla Sacra Rota Romana in occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario, Bergoglio ha spiegato che «proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell’istituto familiare» rappresenta «una missione sempre attuale, ma che acquista particolare rilevanza nel nostro tempo». Ai giudici rotali il Papa ha però detto: «Quando la Chiesa, tramite il vostro servizio, si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, al tempo stesso tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa».
Renzi: «Su nodi etici accordo o voto di coscienza»
Dai microfoni di Rtl102.5 , Matteo Renzi ha ribadito: «Questa legge va fatta». Riconoscendo che la stepchild adoption (la possibilità di adottare il figlio naturale del partner) è «un tema molto delicato», il premier è tornato a chiarire che «se non si troverà un punto di equilibrio, bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza». Renzi ha anche invitato a non fare polemiche sulle manifestazioni pro e contro il ddl Cirinnà in programma nei prossimi giorni, lasciando liberi i ministri di andare dove vogliono: «Dove c’è un popolo, una manifestazione ci deve essere grandissimo rispetto».
«Per il Pd la legge è irrinviabile»
Più tardi, venerdì, in direzione, dopo la mancata “composizione” delle fratture interne al partito, il segretario-premier ha insistito: «Siamo rimasti l’unico Paese dei 28 senza una disciplina sulle unioni civili, è fondamentale che si chiuda cercando il più possibile di ascoltarsi e rispettarsi ma poi si sappia che a un certo punto si vota e sui temi etici ci sarà libertà di coscienza come è doveroso che sia. Il compromesso non è lo strumento per non arrivare a chiudere. Sono giuste tutte le posizioni ma si sappia che per il Pd la riforma è irrinviabile». In breve: va bene «cercare fino all’ultimo un’intesa ma poi in Aula si vota prendendosi ciascuno le proprie responsabilità».
Dal Pd 60 emendamenti: ridurre rimandi al codice civile
Dal Pd sono arrivati 60 emendamenti dei singoli, non di gruppo, 9 dei quali dall’area cattolica. La proposta di mediazione è affidata a una dozzina di emendamenti firmati dal capogruppo in commissione Giustizia Giuseppe Lumia che affrontano due nodi: la separazione degli istituti (unioni civili e matrimonio), riducendo al minimo agli articoli 2 e 3 del ddl i rimandi al Codice civile, ed esplicitando diritti e doveri connessi all’unione civile; la stepchild adoption, che viene confermata ma ancorandola ai percorsi e alle verifiche previste dalla legislazione vigente sulle adozioni (la relatrice Monica Cirinnà aveva annunciato «miglioramenti») con un riferimento particolare, tra l’altro, al ruolo del giudice. «Da parte nostra - ha promesso Lumia - faremo di tutto perché il testo Cirinnà, migliorato e rafforzato, sia approvato con la più ampia convergenza possibile».
Conviventi, via il vincolo del «legame affettivo»
I dem propongono inoltre che sia espunto dalla definizione di conviventi di fatto, anche eterosessuali (articolo 11, capo II del ddl), il «legame stabile affettivo di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale» previsto dal ddl. «Sono conviventi di fatto - recita l’emendamento a prima firma Lumia - due persone maggiorenni unite stabilmente da comunione spirituale e materiale, non vincolate reciprocamente da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da unione civile».
I cattodem: reato utero in affitto e affido rafforzato
In casa Pd la sintesi sembra comunque ancora lontana. I “compromessi” suggeriti da Lumia per i cattolici sarebbero insufficienti, tanto che hanno comunque deciso di depositare le loro proposte.Tra i 9 emendamenti dei cattodem resta, seppure più soft, quello firmato da Gianpiero Dalla Zuanna che propone il carcere per l’utero in affitto, e quello Fattorini-Lepri-Di Giorgi sull’affido rafforzato. Per cercare di risolvere l’impasse sarebbe già prevista la presenza del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, alla prossima riunione del gruppo al Senato prevista per martedì mattina.
I centristi: «Utero in affitto reato universale»
Intanto i centristi del partito di Angelino Alfano sono partiti formalmente all’attacco con 261 emendamenti, una pregiudiziale di costituzionalità e una richiesta di sospensiva per il ritorno in commissione Giustizia sul tema dell’adozione. «Gli emendamenti - spiegano Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola - sono tutti quelli necessari a trasformare con abrogazioni e sostituzioni il ddl Cirinnà nel Testo Unico sui diritti dei conviventi da tempo depositato nelle due Camere. Vi abbiamo aggiunto una definizione inequivoca dell’iscrizione anagrafica del sesso per cui non può mai essere quello soggettivamente percepito senza un riscontro oggettivo, naturale o chirurgico. Così come abbiamo riproposto la penalizzazione di ogni traffico dell’umano, in particolare di cellule e tessuti, la qualificazione dell’utero in affitto come reato universale, il diritto alla tracciabilità delle origini genetiche dei figli “prodotti”».
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