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dopo il family day

Unioni civili, pressing su Renzi, ma governo va avanti. Martedì primo scoglio sulle pregiudiziali

Passato il clamore del Family day, da martedì si entrerà nel vivo dell’esame del ddl Cirinnà sulle unioni civili al Senato. Esauriti gli interventi, infatti, si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità al testo. Ma solo l'8 febbraio si cominceranno a votare gli emendamenti, fermo restando che, sull'impianto generale del provvedimento, il governo non vuole cedere terreno. Il voto finale, previsto inizialmente per l'11 febbraio, potrebbe slittare di qualche giorno. Ma per la metà del prossimo mese, nelle intenzioni dei vertici Pd il testo sarà approvato in prima lettura. Il problema è quale testo sarà approvato; con o senza la stepchild adoption (istituto giuridico che consente l'adozione del figlio naturale o adottivo del partner, anche all’interno della coppia omosessuale, da parte dell'altro partner), oppure con una formula di compromesso.

Gandolfini: appello a coscienza cattolica Renzi, blocchi il ddl
All'indomani del Family Day Massimo Gandolfini, leader della manifestazione organizzata al Circo Massimoa Roma, ha lanciato un appello al presidente del Consiglio, ribadendo il suo punto di vista: «Faccio appello alla coscienza cattolica del premier Renzi, che penso sia una persona intelligente, con un grande fiuto politico. Quel ddl va bloccato». E ha aggiunto: «Siamo soddisfattissimi per come è andato l'evento di ieri , è stata una splendida giornata sia per quantità che per qualità del messaggio, che è stato chiaro e rispettoso». Quanto al futuro, Gandolfini dice di sperare «che sia l'ultimo Family day», ma ha spiegato che «se sarà necessario ne faremo un altro».

Ruini: tutti i parlamentari ascoltino quella piazza
Da parte sua il cardinale Ruini, ex presidente della Cei, ha chiesto di tener conto della «folla immensa» che ieri si è radunata al Circo Massimo. «Non siamo una minoranza - ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera - e un accordo è possibile se si stralciano le adozioni e si eliminano i riferimenti al diritto matrimoniale e di famiglia».

Zanda: sì a modifiche migliorative, testo non può essere stravolto
Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, intervistato da Repubblica, ha spiegato che c'è «apertura alle modifiche, purché non stravolgano il testo e solo se migliorative». E ha aggiunto: «Se la piazza chiede di lavorare per migliorare la legge è un imperativo che dobbiamo seguire, ma se invece la si vuole archiviare o buttarla nel cestino questo non è possibile, verremmo meno al nostro giuramento laico di parlamentari».

Ministro Costa: servono riforme ampiamente condivise
Pridente il neo-ministro agli affari regionali con delega alla famiglia del governo Renzi, Enrico Costa (Ncd), per il quale «le leggi si fanno in Parlamento e non in piazza: e lì servono riforme ampiamente condivise». Per Costa quella del ddl sulle unioni civili è una «questione oggettivamente divisiva». Di qui l’invito: «Si parta dagli argomenti che ci vedono tutti d'accordo, si abbandoni il muro contro muro, si lavori al confronto, rinunciando alle provocazioni e alle posizioni di retroguardia».

Le divisioni nel Pd
Al momento, nel Pd non c’è intesa sul nodo adozioni. La mediazione sarà cercata fino all'ultimo minuto utile ma, per ora, le posizioni restano articolate. Anche all'interno dello stesso fronte critico dei cattolici dem dove si va da posizioni più radicali come quella di Stefano Lepri a quelle più dialoganti. Martedì si riunirà il gruppo Pd del Senato e in quella riunione verrà specificato su quali emendamenti ci sarà libertà di coscienza. Sicuramente ci sarà in quelli legati all'art.5, ovvero la stepchild adoption. Ma lo scorso 26 gennaio, il gruppo Pd a Palazzo Madama ha approvato all'unanimità - nessun voto contrario e nessun
astenuto - l'impianto del ddl unioni civili.

Incognita voti segreti
I cattolici dem non sono intenzionati a lasciare inalterata l'adozione del figlio naturale del compagno/a all'interno della coppia gay e sembra perciò quantomai verosimile che non si arrivi a un punto di caduta condiviso nel Pd. Se venisse accolta anche parte delle richieste formulate sin qui dal gruppetto dei trenta resistenti si rischierebbe, infatti, di perdere per strada il sostegno essenziale nei numeri di Sel e del cospicuo Cinque Stelle, favorevoli alla norma a condizione che non subisca nel frattempo annacquamenti di sorta (tra questi la proposta di prevedere un biennio preadottivo). Il che apre la strada a molte incognite, soprattutto in considerazione del fatto che i probabili voti segreti in Aula aprono fatalmente la strada a maggioranze estemporanee sui punti dove l'accordo non è blindato.

Le riserve dei centristi di Ncd
Fuori dal Pd gli alleati centristi rimangono fermi nel rifiuto della stepchild adoption e Angelino Alfano ha ribadito piena adesione alle ragioni della piazza di ieri. Fabrizio Cicchitto spinge però per distinguere tra toni e interventi diversi del Circo Massimo, «alcuni ragionevoli altri francamente non condivisibili. Fra di essi certamente le conclusioni di Gandolfini (organizzatore del Family day) con la richiesta di respingere la legge in toto e l'esclusione puntigliosa di ogni possibile mediazione».

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