Il rugby riporta lo sport allo Stade de France di Parigi dopo i tragici avvenimenti del 13 novembre scorso che provocarono 130 vittime. Oggi pomeriggio si gioca Francia-Italia, prima partita del Sei Nazioni 2016 (calcio di inizio ore 15.25 e diretta tv su DMax e deejay tv) e primo appuntamento per lo stadio che, mentre era in corso Francia-Germania di calcio, era stato individuato come uno degli obiettivi dei terroristi che quel venerdì sera di quasi tre mesi fa hanno sconvolto la vita della capitale francese.
I controlli all'ingresso, il caso, il destino hanno impedito che le bombe preparate potessero esplodere all'interno dello stadio, aggravando ancora di più il bilancio di una tragedia. Dopo quanto accaduto, gli appelli a riprendere la vita normalmente o il più normalmente possibile sono stati tanti. Eppure, a tre mesi da quanto accaduto quella sera la vita a Parigi un po' è cambiata. Sul fronte sportivo, per uno stadio che ha una capienza di poco sopra gli 81mila posti sono stati venduti 50mila biglietti.
Un risultato sotto la media del Sei Nazioni e in deciso calo rispetto ai circa 70mila dell'ultima volta che l'Italia ha affrontato la Francia allo Stade de France nel Sei Nazioni. Un fattore da tenere in considerazione è che la Francia ha deluso molto al mondiale di rugby che si è giocato lo scorso autunno in Inghilterra e la partita con l'Italia non si preannuncia spettacolare. Difficile però non vedere in questi numeri anche una conseguenza di quanto accaduto il 13 novembre.
Qualcuno all'indomani degli attentati ha parlato di un destino di “israelizzazione” per l'Europa e se forse paragonare Parigi a Tel Aviv o Gerusalemme può essere azzardato, girando per la Ville Lumiére, una delle città più visitate al mondo dai turisti delle differenza rispetto a solo un anno fa ci sono. I grandi magazzini più famosi e le grandi catene di abbigliamento controllano le borse dei clienti all'ingresso e gli uomini della sicurezza sono dotati di metal detector portatile. Con il sorriso chiedono a chiunque entri di aprire borse e sacchetti, ringraziano alla fine e nessuno si lamenta del trattamento.
Già al terzo negozio viene quasi spontaneo aprire la borsa mentre si varca l'ingresso. Routine in Israele, una novità per la vecchia Europa. Per quanto riguarda la partita, le misure di sicurezza sono state rafforzate ma senza esagerare. Controlli preliminari vengono fatti prima di arrivare alla spianata dello stadio, quando c'è un rapido esame “a vista” di borse e zainetti e viene chiesto di aprire le giacche e i cappotti.
Quando si arriva ai tornelli, i controlli si fanno più accurati - a due ore dal calcio di inizio ci sono già le file agli ingressi - e anche i giornalisti sono sottoposti a una superficiale perquisizione corporale. Quello che più colpisce, tuttavia, è l'aria poco festante che si respira: che sia per i colpa dei risultati sportivi o una conseguenza del 13 novembre il primo giorno dei Sei Nazioni non sembra l'inizio di quello che per gli amanti del rugby è il periodo più bello dell'anno.
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