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Papa Francesco è atterrato a Cuba per incontrare il capo della Chiesa…

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STORICO DISGELO

«Uniati», Ucraina e persecuzione dei cristiani: i nodi dell’incontro tra Papa Francesco e Kirill

È una data destinata a lasciare una traccia profonda nella vita delle millenarie chiese cristiane, ma anche negli scenari politici dell'Europa e del vicino oriente. Papa Francesco è atterrato all’Avana poco prima delle 20 ora italiana, dove incontrerà il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie Kirill. Parte il viaggio di Francesco per il Messico, con la “tappa” di Cuba inserita ufficialmente solo la scorsa settimana, un fatto mai accaduto, con questo modalità, nella storia delle trasferte pontificie.

Lo storico incontro
È la prima volta che i due capi delle rispettive chiese si incontrano, e già questo è storia: filmeranno una dichiarazione congiunta, che rappresenta un enorme passo avanti nel percorso ecumenica, ma anche su altri fronti. La pace, anzitutto, ma anche la condanna delle persecuzioni religiose. Teatro dell'incontro è l'aeroporto Josè Martì dell'Avana: il presidente cubano Raul Castro (incontrato dal Papa lo scorso settembre) è stato un tassello fondamentale per il summit, a cui si è lavorato per due anni: è ormai chiaro, anche se non ufficialmente, che il viaggio in Messico del Papa è stato in buona parte “pensato” anche in funzione di questo incontro. Fino all'ultimo si è lavorato di cesello per la dichiarazione congiunta: il testo è stato concordato dalle parti nella tarda serata di mercoledì e «sono state apportate le ultime correzioni, ma è possibile che nel corso dell'incontro vengano apportate ulteriori modifiche al testo della dichiarazione. Tra i nodi prima di tutti quello relativi agli “uniati”, i fedeli un tempo appartenenti alla chiesa ortodossa ma che nel corso del tempo sono tornati fedeli a Roma, in particolare in Ucraina, dove sono ben 5 milioni. E la situazione politico-sociale e della Chiesa in Ucraina sarà infatti uno dei temi che verranno affrontati dal Papa e dal Patriarca di Mosca nel loro storico incontro a L'Avana. Proprio il Patriarcato di Mosca, nell'annunciare l'incontro di Kirill con Bergoglio aveva indicato nei greco-cattolici ucraini la «ferita sanguinante» che ancora impedisce una piena normalizzazione dei rapporti tra le due Chiese sorelle. Ma al centro dell'attenzione ci sara' la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, come gia' ampiamente annunciato da entrambe le parti.

In Messico per denuncia della corruzione e del traffico di droga e esseri umani
Dopo la sosta di Cuna il viaggio del Papa riprenderà il suo programma inizialmente reso noto, il Messico. Arrivo a Città del Messico, dove domani incontrerà i vertici politici, ma soprattutto andrà a celebrare la messa nella basilica della Madonna di Guadalupe, la massima devozione dell'intero continente americano. Poi nei giorni successivi si sposterà: prima vicino la capitale, poi nella zone meridionale del Chapas, dove è maggioritaria la presenza di popolazioni “indigene”, e alla fine del viaggio andrà all'estremo nord, a Ciudad Juarez, città simbolo della criminalità legata ai traffici di persone e droga, e dove si contano ogni anno migliaia di delitti. E nella città il Papa visiterà una prigione un centro di detenzione dove sono rinchiuse centinaia di sicari di diversi cartelli e gang narcos. Il 'Centro di riadattamento sociale' n. 3 (Cereso) è stato considerato in passato come una delle carceri più pericolose e violente a livello mondiale, così come Juarez è stata ritenuta, fino al 2011, la città più a rischio del pianeta. In particolare, 'Cereso 3' è stato considerato il carcere più pericoloso dell'America Latina fino al 2010. Poi, in qualche misura, le cose sono un pò cambiate. A 'Cereso 3' ci sono attualmente 3.600 detenuti, 700 dei quali saranno presenti all'incontro con il Papa, il quale - ricordano i media - rimarrà nel carcere per circa un'ora. In vista dell'arrivo di 'Francisco' stanno ormai da tempo mettendo a punto “El Corrido de Chihuahua”, il tema che - precisano i media - canteranno al Papa quale loro omaggio.

Parolin: il Papa in Messico testimonianza di misericordia
«La presenza del Papa in Messico» vuole essere «un aiuto per riscoprire e vivere, nella vita quotidiana, l'annuncio e la testimonianza della misericordia». La Chiesa è chiamata a «denunciare il male che è presente, alzare la voce contro tutti quei fenomeni negativi, a partire dalla corruzione, dal narcotraffico, dalla violenza, dalla criminalità, che impediscono al Paese di procedere speditamente sulla via del progresso materiale e spirituale» ha affermato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in una intervista al Centro Televisivo Vaticano. Tra l'altro in occasione dell'incontro a Cuba tra Papa Francesco e Kirill, il canale televisivo della Cei, Tv2000 (canale 28 del digitale, 18 di TivuSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it), oggi dalle 19.45, dediccherà uno speciale a cura del `Diario di Papa Francesco´

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