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Banche, Renzi: metteremo veto su tetto a titoli di stato

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verso il consiglio europeo

Banche, Renzi: metteremo veto su tetto a titoli di stato

«Metteremo il veto su qualsiasi tentativo di mettere un tetto alla presenza di titoli di stato nel portafoglio delle banche». Così Matteo Renzi, al Senato, alla vigilia del prossimo Consiglio europeo di giovedì e venerdì su Brexit e immigrazione, ricordando che «si è fatta una discussione con una mozione di sfiducia su alcune banche toscane ma oggi ci rendiamo conto che è una questione enorme che riguarda la prima banca tedesca». Non solo. «Bisogna avere il coraggio di dire che in pancia alle banche europee c'è un eccesso di derivati e titoli tossici» ha aggiunto il premier, che ha concluso: «Se qualche banca europea avesse tenuto i titoli di Stato italiani nel 2011 oggi avrebbe rendimenti migliori...».

Ok risoluzione maggioranza al Senato e alla Camera
L'Aula del Senato ha approvato con 166 sì, 85 no e 3 astenuti la risoluzione di maggioranza presentata dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi sul Consiglio europeo del 18-19 febbraio. Sì anche dell'Aula della Camera con 261 voti a favore, 114 contrari ed otto astenuti.

Brexit, Renzi: ogni sforzo per tenere Regno Unito dentro l’Ue
Per Renzi l’ipotesi Brexit va a tutti i costi scongiurata. «Vanno fatti tutti gli sforzi necessari per tenere il Regno Unito nell'Ue - ha spiegato il presidente del consiglio - e lo diciamo nell'interesse degli inglesi perché una eventuale uscita innanzitutto sarebbe un danno drammatico per loro. Ma è anche interesse di tutti gli europei, perché se uno dei grandi Paesi del G7 decide di fare a meno dell'Ue il messaggio va oltre la riduzione da 28 a 27, che sarebbe un inedito di straordinaria gravità: sarebbe un segnale di controtendenza di portata storica». Ma Renzi ha anche chiarito che il referendum inglese sul tema va rispettato. «Se un grande paese decide di giocare la carta del referendum - ha detto il premier - non ci sono motivazioni politiche che possono farci sostituire al capo di quel governo. Se Cameron ha deciso di portare al voto la Gran Bretagna, va rispettata la volontà sovrana».

«Serve compromesso con Londra, c'è da discutere»
Sulla trattativa in Ue in vista del referendum inglese Renzi ha spiegato che «non dobbiamo accettare pedissequamente le richieste di Londra». Serve siamo «un compromesso» e la lettera del presidente del consiglio europeo Tusk va in questa direzione. «C'è da fare e da discutere e domani lo faremo - ha assicurato Renzi - certo i paletti a cui l' Italia debba attenersi è a mio avviso la centralità dell'euro, bisogna rafforzare con forza la direzione dell'Europa».

«Possiamo prendere decimali senza batter pugni»
Quanto al ruolo del nostro Paese, per Renzi, «l'Europa senza l'Italia è più debole, non è in condizione di affrontare un progetto di lungo periodo». E quando ci si pone «in termini dialettici con le istituzioni europee (come ha fatto Renzi negli ultimi mesi, ndr) non si pecca di lesa maestà. Non è un atteggiamento giamburraschesco». Non solo. Per Renzi «solo chi non vuole vedere, può giudicare la nostra la posizione in Ue come quella di chi batte i pugni sul tavolo per ottenere un decimale in più». Il decimale in più «ce la possiamo prendere senza farlo» ha assicurato Renzi, perché «abbiamo il deficit più basso negli ultimi dieci anni, siamo terzi dopo Germania e Olanda per contenimento del debito».

«Prima direzione economia verso flessibilità, poi superministro»
E sul Patto di stabilità ha aggiunto: «Capisco che nel 2011-12 furono prese misure di grande impatto, era una situazione politica particolare, ma il Fiscal Compact senza flessibilità avrebbe distrutto l'Italia». La flessibilità per il premier «non è una richiesta italiana ma è l'unico modo per poter affrontare la realtà. Prima decidiamo la direzione economica e poi se fare il superministro dell'economia o no».

Renzi a Monti: su rispetto regole non accetto lezioni
Non è mancata una stoccata a Mario Monti (ex premier e senatore a vita) che a palazzo Madama aveva accusato Renzi di non perdere «occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza della Unione Europea, con la distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quello che la Ue ha significato finora». «Quello che segnalo al professor Monti è quello per cui non sono d'accordo con lui - ha replicato Renzi - ossia l'approccio nel giudicare l'Italia e gli italiani. Da parte di questo governo c'è massima attenzione alle regole europee. Sul tema del rispetto delle regole non accetto lezioni, perché lo considero un valore».

«Rimpatri deve farli Ue, Italia non basta»
Parlando del tema immigrazione il presidente del Consiglio ha evidenziato che è «l'Europa che deve assumersi la responsabilità di fare accordi di rimpatrio». E ha evidenziato «un principio di rispetto delle regole» per cui «chi non ha diritto all'accoglienza va rimandato a casa, lo diciamo dal primo giorno. Ma se i rimpatri li fa l'Ue è un film, se li fanno i singoli stati un altro film». Tra i Paesi europei l'Italia, secondo Renzi, «è quello che ha fatto più rimpatri eppure è opinione condivisa che non siano sufficienti». E ha aggiunto: «deve esserci un diritto unico di asilo, non è possibile avere regole separate». Renzi ha rivendicato il «grande lavoro» svolto dal governo sul «tema dell'accoglienza». E ha ammesso: «Non rinunceremo mai ai nostri valori di ospitalità, ma il punto su cui dobbiamo essere molto chiari è che quando si hanno richiedenti asilo che passano le giornate senza fare niente, bighellonando, è evidente che cresce nell'opinione pubblica un sentimento di disaffezione, il grido di dolore di una comunita' che non riesce a capire che cosa c'è dietro a quelle storie»

«Ue torna a essere comunità o è solo contratto?»
Nel suo intervento il premier ha sintetizzato anche che sul tavolo del consiglio Ue di domani «ci sono vari dossier, dal referendum inglese all'immigrazione. Ma il fil rouge è uno: se nei prossimi anni l'Europa torna ad essere comunità o sarà solo un contratto». Così il premier Matteo Renzi nel suo intervento al Senato in vista del consiglio Ue.

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