ROMA - L'arbitro nel rugby non si discute. Questo dogma non è confutabile. Immaginiamo però per un momento di non parlare di rugby. Sull'arbitro di Italia-Scozia (20-36), partita della terza giornata dei Sei Nazioni 2016, ci sarebbe molto da dire e soprattutto da discutere. Il sudafricano Jaco Peyper in alcune circostanze non è stato molto lucido, a voler usare una parola gentile. Non volendo arrivare a prendere in prestito un tormentone del calcio: “complotto” (o meglio “gomblotto”), basta usare una parola che serpeggiava tra gli Azzurri a fine partita, solo off the record però: “Imbarazzante”. Di fronte alla richiesta di un commento spontaneo questa è stata la reazione a caldo, mai riportata però nelle dichiarazioni ufficiali. Soprattutto in mischia chiusa le decisioni prese dall'arbitro sono state sempre a favore della Scozia (tranne in un caso) e non per voler difendere per forza i piloni azzurri ma appare difficile pensare che i falli siano sempre stati commessi solo da una parte, anche perché di fronte all'Italia c'era la Scozia, una squadra che è brava a mettere pressione all'avversario e a giocare sempre un po' al limite. Questo almeno si può dire.
Il capitano dell'Italrugby Sergio Parisse in conferenza stampa ha parlato dell'arbitro come di una “lotteria”, Alessandro Zanni ha fatto mea culpa, spiegando che l'Italia “ha peccato di indisciplina e preso punti”. E ancora Lorenzo Cittadini ha cercato di essere propositivo: “Quando l'arbitro ti fischia tutto devi trovare una soluzione, bisogna trovare degli adattamenti e noi non lo abbiamo fatto”. Tutto vero. Come è vero che “gli arbitri devono fare autocritica, oggi l'arbitro ha gestito malissimo la mischia”, ha dichiarato ancora Parisse, aggiungendo subito: “Non mi sto lamentando, non abbiamo perso per colpa dell'arbitro ma, a mio parere, posso dire che l'arbitro ha gestito molto male la mischia”. Insomma, al capitano della Nazionale italiana di rugby l'arbitraggio di Peyper non è andato giù, senza fare polemica però. “Penso che gli arbitri facciano il loro lavoro in buona fede, cercando di fare il loro meglio”, ha detto ancora Parisse, sottolineando che gli arbitri comunque “devono avere l'umiltà di ammettere se hanno sbagliato, come facciamo noi”, perché il rugby “è uno sport nel quale non si fa polemica sugli arbitri ma è uno sport nel quale c'è umiltà, si guarda a quello che si fa e si dice: questa cosa l'ho fatta bene, questa meno bene, questa male. Come lo facciamo noi, penso lo debbano fare tutti, dagli arbitri, ai tecnici a tutti i membri dello staff”.
Detto questo, è giusto non buttare la croce solo sul direttore di gara, anche perché il numero 8 dello Stade Francais ha perfettamente ragione anche quando dice che non è stato per l'arbitro che l'Italia ha perso. “Abbiamo fatto errori che a questo livello non puoi fare e presi troppi calci contro”, è la perfetta sintesi di Cittadini, cui si aggiunge il fatto “di aver sofferto troppo all'inizio”, come ha detto Edoardo Gori, senza trascurare che “quando abbiamo attaccato abbiamo giocato bene ma non abbiamo fatto punti, mentre loro ogni volta che avevano palla hanno fatto punti”, ha proseguito Zanni. La Scozia è stata più concreta e se “potevamo vincere”, come ha sostenuto il presidente della Federazione italiana rugby, la storia - e le partite - non si fanno con i “se” e i “ma”, arbitri compresi.
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