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Dossier | N. 70 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Qualificazione ai mondiali centrata. L'Italrugby che vince è femminile

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L'Italia femminile del rugby il suo obiettivo minimo stagionale lo ha già centrato, anche se alla fine dei Sei Nazioni di categoria mancano due partite che potrebbero regalare ancora delle soddisfazioni. La Nazionale allenata da Andrea Di Giandomenico, infatti, battendo domenica scorsa la Scozia a Bologna per 22 a 7 si è qualificata per i mondiali del 2017. Riuscire ad avere l'opportunità di partecipare alla competizione iridata era un risultato cui l'Italia puntava, oltre a quello di cercare di bissare il piazzamento dello scorso anno: terzo posto, il migliore mai avuto. L'esordio contro la Francia (39-0) e poi la partita contro l'Inghilterra (24-33), però, ci hanno regalato due sconfitte. Abbiamo fatto un primo bilancio dell'avventura dell'Italia con Di Giandomenico. «Ora si apre un altro torneo», ha affermato, spiegando che l'inizio certo è stato duro.

Che cosa è successo?
«Sapevamo che la partenza non sarebbe stata facile, prima per la trasferta in Francia e poi in casa con Inghilterra. Noi avevamo nel mirino la partita con la Scozia. Ora che ci siamo sgravati da questo obiettivo, nelle due partite che restano cercheremo di fare meglio».

Il match con la Scozia era fondamentale in chiave qualificazione ai mondiali, quanto era importante questo obiettivo?
«Ci tenevamo molto. Ci tenevo soprattutto per le ragazze, perché negli anni hanno meritato e hanno dimostrato di essere all'altezza del livello mondiale. Hanno raggiunto dei risultati importanti e non dico che in virtù di quelli ci doveva essere data di diritto la partecipazione, ma per il gioco fatto vedere in campo era giusto riuscire a farlo».

Con che spirito andrete ai mondiali?
«Il nostro obiettivo sarà esprimere il massimo. Non dobbiamo accontentarci della partecipazione ma dimostrare ancora di più il nostro valore».

Tornando al Sei Nazioni, cosa ha funzionato e cosa è andato male in queste prime partite?
«Tra la prima e la seconda partita, anche se le abbiamo perse entrambe, c'è stata una differenza. La Francia ci ha sorpresi, non ce l'aspettavamo così agguerrita e non siamo riusciti a entrare subito nel torneo. Nella partita con l'Inghilterra, invece, nonostante la sconfitta, le ragazze sono riuscite a segnare quattro mete. Lì abbiamo preso il ritmo. Dovevamo lavorare di più in difesa e infatti con la Scozia poi lo abbiamo fatto. Non voglio usarla come una scusa, però abbiamo tante ragazze giovani ed esordienti, hanno bisogno di tempo per affinare l'esperienza di gioco a livello internazionale. Si tratta di un fattore che all'inizio è negativo anche se è positivo per il futuro, perché permette di allargare la base per meglio affrontare i mondiali».

Come state preparando le prossime partite?
«La difesa sarà il punto chiave: se riusciamo a essere più consistenti in difesa - visto che in attacco abbiamo dimostrato di esserci - allora possiamo fare due buone partite. Comunque cerchiamo sempre di dare e raccogliere il massimo. Lo facciamo un passo alla volta. Certo saranno due partite entrambe fuori casa e l'Irlanda è la vincitrice delle due ultime edizioni e, anche se ha perso gli ultimi due incontri, è sempre insidiosa quando gioca in casa ma noi abbiamo sempre fatto buone prestazioni con l'Irlanda».

Se potesse chiedere qualcosa, esprimere un desiderio, cosa vorrebbe? Più giocatrici? Più occasioni per giocare?
«Credo che ognuno debba fare di più, a partire da me, dalle atlete, che possono migliorare lo stato di forma, da tutti. Per i mondiali, per esempio, non accontentiamoci della partecipazione. Ognuno sa cosa può fare di meglio a livello individuale».

Il Sei Nazioni femminile 2016 chi lo vincerà?
«Sarà decisiva l'ultima partita tra Francia e Inghilterra, anche se dopo lo scivolone francese in Galles (10 a 8 per le gallesi), l'Inghilterra è più favorita».

E l'Italia, quando potrà vincere il torneo?
«La sconfitta di quest'anno con la Francia è stata pesante ma con l'Inghilterra si poteva vincere. Lo scorso anno, invece, abbiamo battuto la Francia. Non ci siamo molto lontani. Serve uno sforzo in più da parte di tutti, dalla Federazione alle atlete. Stiamo lavorando per arrivarci, non ci manca così tanto anche se c'è ancora molto margine di miglioramento. Iniziamo a dare il massimo tutti e poi vedremo cosa ci manca davvero».

Quest'anno ha cambiato il capitano, per causa di forza maggiore, contento della scelta?
«Confermo la scelta di Sara Barattin, che era già un leader all'interno della squadra. Sono convinto e la porterò avanti. Prima era una leadership silenziosa e in queste partite è emersa gradualmente. Che poi queste ragazze al loro interno hanno talmente tanto rispetto e stima reciproci che è facile trovare delle leader».

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