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Dossier | N. 70 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Lezione di rugby all'Aviva Stadium, l'Irlanda segna nove mete all'Italia

Se nel rugby si potessero dare i voti come a scuola, la Nazionale italiana si meriterebbe un 3. Insufficienza piena per quanto fatto vedere all'Aviva Stadium di Dublino contro l'Irlanda nella quarta giornata del Sei Nazioni 2016. I padroni di casa hanno vinto per 58 a 15, con nove mete segnate contro le due degli Azzurri. E solo la giornata storta di Sexton ha contribuito a rendere il parziale meno pesante. Quattro su sette la sua media al piede, due su tre, quella del sostituto Madigan.

L'Irlanda, vincitrice delle ultime due edizioni del torneo, nei primi tre appuntamenti di quest'anno aveva deluso spettatori e appassionati, perdendo gli ultimi due incontri con Francia e Inghilterra e salvando la situazione solo grazie a un pareggio con il Galles nell'esordio del torneo. L'Italia l'ha fatta risorgere e a tratti più per suo demerito che per un oggettivo merito dei padroni di casa. La Nazionale di Jacques Brunel, alla penultima panchina per gli Azzurri, ha deluso su tutti i fronti su cui poteva deludere, dalla difesa, all'attacco, alle fasi statiche, passando per errori individuali e ingenuità che neanche in un campetto di provincia, con tutto il rispetto per i campetti di provincia. La “smanacciata” di Sarto che è ci costata la prima meta dell'Irlanda suona come le unghie lungo una lavagna. Anche il capitano Sergio Parisse non è stato il solito. Preso dalla troppa foga e dalla voglia di fare bene, ha fatto peggio e non è stato abbastanza lucido da guidare i suoi “ragazzi”.

Dall'alto dei suoi 118 caps ci si sarebbe aspettati qualcosa di più in una partita così importante per le sorti italiane nel torneo e con così tanti giovani atleti con poca esperienza internazionale. L'Irlanda è stata in grado di segnare punti quasi ogni volta che ha accelerato il gioco ed è entrata nei nostri 22, mentre nel primo tempo solo qualche fiammata di Campagnaro ha fatto sperare per una migliore sorte dell'Italia. Spento il centro degli Exeter Chiefs, il resto è stato trascurabile. Sul finale, un paio di azioni del XV del Bel Paese sono state lo specchio dell'Italia: possesso ininterrotto per tre-quattro minuti, un numero indefinito di fasi per arrivare a superare la linea dei 22 avversaria e poi zero punti sul tabellone. La mediana Palazzani-Padovani però la sufficienza può meritarla, che non è poco visto che è stata la prima volta che entrambi hanno giocato dal primo minuto nel Sei Nazioni e per Padovani è stata la prima volta dal primo minuto in assoluto.

Il risultato di 58 a 15 comunque parla da solo e ancora di più fanno le nove mete realizzate dai padroni di casa: Trimble, McGrath, Stander, Heaslip, Payne, ancora Heaslip, Cronin, Madigan e McFadden nell'ordine, che fanno quattro nel primo tempo e cinque nella ripresa. Nella prima frazione di gioco gli unici punti dell'Italia sono arrivati dal piede di Palazzani che nel secondo tempo si è infortunato proprio nell'azione di gioco della media dell'estremo Odiete. La seconda meta azzurra è stata realizzata da Sarto, su passaggio dello stesso Odiete, che a livello personale non può essere completamente insoddisfatto della propria prestazione. Tuttavia, in una squadra che prende nove mete nel Sei Nazioni si stenta a trovare un lato positivo. E forse non è neanche giusto farlo.

La partita:
Irlanda-Italia 58-15 (primo tempo 25-3). Irlanda: 9 mete (2 Heaslip, Trimble, McGrath, Stander, Payne, Cronin, Madigan e McFadden), 5 trasformazioni (3 Sexton, 2 Madigan), 1 calcio piazzato (Sexton). Italia: 2 mete (Odiete, Sarto), 1 trasformazione (Haimona), 1 calcio piazzato (Padoavani). Calci fermi: Sexton 4 su 7, Madigan 2 su 3, Padovani 1 su 1, Haimona 1 su 2.

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