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Dossier | N. 70 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Per Parisse “oggi non c'è stata storia” e Brunel rimanda per un bilancio

Sergio Parisse (Reuters)
Sergio Parisse (Reuters)

“È difficile parlare di cose positive in una giornata come questa”. Sergio Parisse, capitano della Nazionale italiana di rugby, ha usato queste parole commentando a caldo la performance degli Azzurri al Principality Stadium di Cardiff, nel dire che “si è vista una squadra con più volontà rispetto a Dublino”. Impossibile non essere d'accordo con lui, soprattutto quando ha aggiunto che “oggi non c'è stata storia, anche se abbiamo cercato di lottare e di proporre qualcosa di diverso rispetto a una settimana fa”. L'Italia, infatti, avrà fatto vedere anche qualcosa in più in confronto a sabato scorso ma, quando si perde per 67 a 14 e si incassano ancora una volta nove mete, vuol dire che in campo c'è stata solo una squadra e, di sicuro, non quella che ha perso. Con la partita di oggi si è chiuso il Sei Nazioni 2016 dell'Italia e l'avventura in azzurro di Jacques Brunel. Per i bilanci c'è ancora tempo e forse non è neanche giusto farli a caldo, appena usciti da un campo che ha dato un responso così severo. Lo stesso Brunel rimanda a “domani o dopodomani”. Intanto, quello che si augura da parte sua è di aver lasciato una buona eredita al suo successore. “Sono convinto che ci siano tanti giocatori che possono continuare a crescere”, ha detto riguardo gli atleti che hanno esordito sotto la sua guida. Solo quest'anno al Sei Nazioni sono arrivati una dozzina di novità, l'ultimo esordiente è stato Jacopo Sarto proprio oggi, per arrivare a circa 40 in quattro anni. “C'è stato un cambio generazionale rispetto a quando sono arrivato”, ha spiegato Brunel, augurandosi che, anche se le nuove leve hanno ancora delle “difficoltà”, saranno “tutti ancora nell'ossatura della Nazionale”. E chissà, invece, se Parisse aveva qualcuno di preciso in mente quando ha aggiunto che sì “ci sono tanti giovani che stanno facendo esperienza” ma “non si dovrebbe arrivare al Sei Nazioni per fare esperienza. Bisognerebbe arrivare in Nazionale già con esperienza sulle spalle”. Con alcuni dei migliori italiani che giocano all'estero, le due franchigie nel Pro12 e i tanti soldi spesi dalla Federazione italiana per i progetti legati alle Accademie, viene da chiedersi come sia possibile che i giovani italiani ancora arrivino al palcoscenico internazionale sempre un po' più impreparati rispetto ai pari-età delle altre partecipanti al Sei Nazioni. Magari il nuovo allenatore dell'Italia sarà in grado di svelare questo mistero e chissà che la Federazione non riesca a mettere mano alla sua organizzazione per evitare che, ancora una volta, Parisse si trovi a dover fare la difesa d'ufficio della Nazionale e del movimento italiano di fronte a chi, ogni volta che i risultati degli Azzurri non sembrano all'altezza, contestano la presenza dell'Italia nel Sei Nazioni.

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