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Decreto banche, il governo pone la fiducia alla Camera: si vota domani

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Decreto banche, il governo pone la fiducia alla Camera: si vota domani

Il Governo ha posto la fiducia alla Camera sul decreto banche, che contiene la riforma delle Bcc e la garanzia dello Stato sulle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza. Lo ha annunciato nell'Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. La fiducia è stata chiesta sul testo approvato alla Commissione. Erano circa 400 gli emendamenti presentati dai deputati, soprattutto dell’opposizione, al decreto. L’inizio delle dichiarazioni di voto è previsto per le 10.30 di domani. Alle 12.10 l'inizio della chiama. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo, senza riuscire a fissare la data per il voto finale sul provvedimento. Al momento quindi è previsto che si vada avanti ad oltranza per l'esame degli ordini del giorno anche con seduta notturna. Il provvedimento scade il 15 aprile ed è atteso al Senato per la seconda lettura.

I paletti sulla “way out” delle Bcc
Varie le novità inserite nel decreto banche dalla commissione Finanze della Camera, che ha licenziato il provvedimento riscrivendo il meccanismo della “way out” per le Bcc e ampliando agli intermediari finanziari la possibilità di accedere alla garanzia dello Stato sulle sofferenze. In particolare sul fronte delle Bcc, le banche cooperative che non vorranno aderire alla holding, se al 31 dicembre 2015 hanno più di 200 milioni di patrimonio netto, avranno 60 giorni dalla conversione definitiva del decreto per
decidere, da sole o con altre più piccole, di fare istanza a Banca d'Italia per conferire l'attività bancaria a una Spa. Ottenuto il via libera scatterà il modello della coop che
controlla la Spa, dopo il pagamento il 20% del patrimonio netto come tassa straordinaria. Le riserve indivisibili, questo lo scoglio maggiore che è stato superato, restano tali, in capo
alla coop, che dovrà comunque cambiare la sua mission sociale. Inserito anche il diritto di recesso dalla holding, per chi volesse uscire in un secondo momento.

Garanzia statale non solo per le banche
Non solo. La garanzia sulla cartolarizzazione degli Npl (“Non performing loans”) potrà essere chiesta anche «dagli intermediari finanziari iscritti all'albo» e il fondo passa da
100 a 120 milioni. Si potranno vendere, altra modifica, sofferenze non oltre «il loro valore contabile netto alla data della cessione». Introdotta anche maggiore flessibilità per
gestire la relazione con le agenzie di rating.

Stop all’anatocismo
Tra le altre novità, arriva il divieto, considerato definitivo, al pagamento degli interessi sugli interessi, anche sui finanziamenti a valere sulle carte cosiddette “revolving”. Con la norma si stabilisce che la maturazione degli interessi non potrà essere inferiore ad un
anno, che gli interessi debitori a carico del cliente non possano «produrre interessi ulteriori» e che siano conteggiati al 31 dicembre ed esigibili da marzo dell'anno successivo.

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