
Il Pil italiano «è atteso accelerare nel primo trimestre», con una crescita dello 0,3%, «trainato dalla domanda finale interna, specie dai consumi delle famiglie». È la stima del Centro studi di Confindustria nel rapporto Congiuntura flash. «La produzione industriale è stimata salire dello 0,5% in marzo - si sottolinea - dopo il -1,2% in febbraio; ciò porta a +0,6% la variazione nel primo trimestre. Nelle costruzioni l'attività segna -1,5% in gennaio (-0,7% l'acquisito)».
Confindustria: nel Def vitale sostenere investimenti
Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, sul fronte della crisi, «in Italia uno sguardo più attento ai dati rivela che la parte dell'economia influenzabile dalla politica economica, la domanda finale interna, è risultata in accelerazione per tutto il 2015, lungo la direzione attesa. In particolare i consumi delle famiglie». E «deboli segnali di ripartenza ora giungono anche dagli investimenti, comprese le costruzioni»; mentre «gli acquisti di macchinari beneficeranno degli incentivi sui superammortamenti». In questo quadro, avverte il Centro studi di Confindustria, «il sostegno agli investimenti pubblici e privati rimane la vitale destinazione per i margini di flessibilità che potranno essere incorporati nel prossimo documento di finanza pubblica».
Occupazione in crescita nel 2016, privilegiato tempo indeterminato
L’occupazione «anche nel 2016 crescerà in presa diretta con i livelli di attività. Rimarranno privilegiate le assunzioni a tempo indeterminato, rese più attrattive dalle norme sul contratto a tutele crescenti e dagli sgravi contributivi, riconfermati seppur per importi e durata inferiori» spiega ancora il Centro studi di Confindustria, sottolineando che i miglioramenti in atto nel mercato del lavoro «per entità e composizione, rafforzano bilanci e fiducia delle famiglie, la cui spesa nel 2016 sarà sostenuta anche da una dinamica salariale che innalza il potere d'acquisto». CsC ricorda che nel 2015 il numero di persone occupate ha registrato un +0,9%, grazie soprattutto all'aumento dei dipendenti a tempo indeterminato: +268mila a dicembre rispetto a un anno prima, in aggiunta ai +58mila a termine. A gennaio il numero di persone occupate è cresciuto di altre 70mila unità su dicembre, grazie ai +99mila lavoratori a tempo indeterminato».
Passata grande paura ma scenario globale è fragile
Per il CsC è passata la «grande paura» dell’avvitamento tra mercati finanziari ed economia reale. Tuttavia, lo scenario globale è uscito «più fragile» dalla tempesta finanziaria, privo di possibili sorprese positive, e questo impone di «navigare a vista». Un atteggiamento prudente che inevitabilmente condiziona le decisioni di spesa, soprattutto gli investimenti.
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