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Petrolio, Renzi difende Boschi: ho voluto io…

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l’inchiesta di potenza

Petrolio, Renzi difende Boschi: ho voluto io l’emendamento. I pm mi vogliono interrogare? Eccomi

«Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento non controlla e verifica gli emendamenti, che ci sta a fare? Non è l'emendamento in sé il problema ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro». Così il premier Matteo Renzi a In mezz'ora ribadendo che nel suo governo .

Dimissioni di Maria Elena Boschi? «Ma di che parliamo?». Risponde così Renzi durante l’intervista su su RaiTre. «Tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo ma in questo caso - aggiunge - non c'è discussione alcuna. Il provvedimento l'ho voluto io». «A me dà noia quando mettono in discussione la mia onestà, sono un ragazzo di Rignano sull'Arno. Possono dirmi che non sono capace ma non disonesto».

Mi vogliono interrogare su opere pubbliche? Eccomi

«Di fronte alla legge anche il presidente del Consiglio è come gli altri, non mette bocca nelle indagini» ribadisce più volte Matteo Renzi nel corso dell'intervista a proposito del caso Potenza. «Io spero che ci sia qualcosa di serio, visto che hanno indagato il Capo di Stato maggiore della Marina», rileva il presidente del Consiglio che poi rilancia e dice: «Io rispondo per me e dico che stiamo talmente cambiando questo Paese che se i magistrati vogliono interrogarmi su quello che stiamo facendo, non solo su Tempa Rossa, mi possono interrogare su tutto il resto. La Salerno-Reggio Calabria, la Napoli-Bari, la Variante di valico? Anche oggi pomeriggio».

«Questo è un momento chiave di cambiamento per l'Italia: contro il referendum di ottobre sulle riforme c’è una grandissima ammucchiata, un’alleanza che mette insieme tutti: Salvini, Grillo, Berlusconi, parte della sinistra radicale, gente che sta cercando di resistere al cambiamento che noi stiamo mettendo in atto». La gente ci chiede di smettere di litigare rilancia alla vigilia di una nuova e delicata direzione del Pd . «Credo che la tensione nel Pd sia legata a tante questioni e, più che al referendum, alle amministrative e alle primarie. Io continuo a preferirle a 10 che scelgono su un blog e dico che, in un momento in cui la sinistra non tocca palla in Europa, in America, comunque, c'e' un pericolo, per chi crede nei valori del partito Democratico molto serio e probabilmente Trump vince la nomination, in una cornice di crisi e mentre l'Italia e' uno dei pochi Paesi in cui succede qualcosa e la sinistra governa e cerca di fare delle cose mai fatte prima, la gente ci chiede di smettere di litigare e di lavorare, di pensare agli italiani».

E su chi parla di complotto contro il governo il premier dice: «Non c'è nessun complotto, è una battaglia politica, ma alcuni di questi in Parlamento non ci tornano neanche con le visite scolastiche. Grillo ha detto che abbiamo preso i soldi dell’Eni e di questa frase deve rispondere. Se dice che io sono complice e colluso con le mani sporche di denaro non mi sta dicendo che sono incapace, mi sta togliendo la cosa più preziosa: il mio onore e dignità e su questo io reagisco».

Riguardo al referendum sulle trivelle del 17 aprile il premier ha precisato che «Il referendum delle trivelle non c'entra niente con questa storia. E’ un referendum che parla di altro» e «dice che a fronte di una quarantina di piattaforme che ci sono nell'Adriatico, quasi tutte in Emilia Romagna» e il tema è «se è giusto che alla scadenza della concessione si continui a tira fuori petrolio, o gas perché nella stragrande maggioranza dei casi è gas, o interrompere».

Ciò detto, «io credo che sarebbe un errore, una volta fatta la trivella e la piattaforma, avendo noi investito molto nelle energie rinnovabili», procedere alla chiusura degli impianti produttivi, chiosa il presidente del Consiglio.

Carrai non a Dis ma in mio staff per cybersecurity
«La proposta di uno staff che si occupa di cyber security va tranquillamente avanti» e «non c'è ombra di dubbio» che Marco Carrai lo possa guidare, mentre «la proposta di cui ho letto per cui avrei messo il mio amico alla guida del Dis è una cosa che non è mai esistita». precisa Renzi. «Il team e lo staff che lavora con me - aggiunge - potrà essere, come accade in tutto il mondo, persone di cui mi fido, oppure no?», «io non ci vedo nulla di male».


Banche, Renzi,governo specchiato, nessun conflitto interessi
«Dall'inizio del mio mandato ho cercato di sbloccare il sistema partendo dalle banche popolari, il comportamento del Governo è impeccabile e specchiato. Chi ci accusa di conflitto interessi sappia con chiarezza: Etruria è stata commissariata dal governo, il cda è stato sanzionato due volte da Banca d'Italia, c'è un'azione di responsabilità in corso ad Arezzo, mi stupisco che non si faccia in altre banche» spiega Renzi che esclude conflitti di interessi dentro il governo per la vicenda delle banche. Quanto alla presenza del ministro Boschi ai consigli dei ministri in cui si discuteva di provvedimenti sulle banche «se si riferisce ai cdm su cui si è deciso di banche, Boschi come altri ministri con i conti correnti in quelle banche non c’erano».

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