Vederci chiaro sull’approvazione dell’emendamento alla legge di stabilità e sul ruolo dell’ex ministro Federica Guidi. L’obiettivo è della Procura di Potenza che, sulla base degli atti d’indagine, ascolterà come persona informata sui fatti il ministro per i Rapporti col parlamento, Maria Elena Boschi e il Ministro dimissionario dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Secondo quanto si è appreso nel capoluogo lucano, i magistrati si recheranno a Roma per ascoltare Boschi e Guidi. La decisione spetta al procuratore aggiunto Francesco Basentini e al sostituto Laura Triassi, che curano il fascicolo d’indagine. Gli stessi magistrati inoltre presenteranno appello contro il rigetto da parte del gip del Tribunale del capoluogo lucano della richiesta di arresto per Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministro Guidi.
Nodo fondamentale nell’inchiesta è proprio l’emendamento che consentiva a Total di snellire l’iter amministrativo per il progetto Tempa Rossa, che ha come centrale operativa Taranto. Un particolare non di poco conto nella ricostruzione, perché la Regione Puglia non era d’accordo che fosse costruito un nuovo complesso industriale nel capoluogo jonico. Per la squadra mobile di Potenza, al comando del dirigente Carlo Pagano, Total, con l’intercessione dell’imprenditore Gianluca Gemelli (che ha rassegnato le dimissioni da commissario di Confindustria Siracusa) e della convivente, l’ex ministro Federica Guidi, riesce a inserire e far approvare un emendamento che, come sintetizzano i pm, «finiva col riconoscere al Governo (e soprattutto anche al ministro per lo Sviluppo economico) il potere di concedere le opportune autorizzazioni alle società del settore petrolifero per tutte quelle opere ed infrastrutture che potevano agevolare la fase di stoccaggio e trasporto del materiale: tale potere governativo andava azionato d’intesa con la Regione interessata e, in caso di mancanza di intesa, poteva essere esercitato dall’autorità governativa in piena autonomia».
Secondo i pm, la stessa Guidi avrebbe anche compiuto almeno due incontri con i vertici di Total e dell’italiana Tecnimont, che per la prima svolgeva alcuni lavori. Un incontro «formale», cui partecipa anche il sottosegretario Simona Vicari con Total, mentre con Tecnimont ne avrebbe fatto uno «segreto». Ne parla Franco Broggi, capo ufficio appalti della società con lo stesso Gemelli. Affermano che «Mimì e Cocò» - che per la Procura sarebbero un rappresentante dell’azienda e la stessa Guidi - dovrebbero discutere «per andare a sbloccare quella cosa (sembra l’emendamento, ndr)». Broggi, però, aggiunge che l’incontro sarebbe diventato di «dominio pubblico», precisando che «sta circolando nella corrispondenza interna (all’azienda, ndr), dove si dice che la persona (secondo i pm la Guidi, ndr) interverrà a nostro favore verso Total».
Stando alla Procura, dunque, l’obiettivo era assicurare all’azienda di petroli una continuità lavorativa. Un particolare che sarebbe stato a cuore a Gemelli. L’imprenditore, che attraverso le sue società Its e Ponterosso Engineering voleva ottenere sub-appalti con Total, cerca di mostrare il suo “potere” all’azienda attraverso quello che lui stesso definisce nelle intercettazioni con l’allora ministro Guidi «uno show». Scrive il gip: «Nel corso di una breve conversazione telefonica intercorsa con la propria compagna Federica Guidi, Gemelli riferiva alla stessa: “Allora guarda che io vengo al convegno (organizzato dalla Fondazione Italiani Europei, ndr), ho invitato anche il numero due di Total, l’ho fatto invitare da Paolo... me lo faccio sedere vicino così facciamo un po’ di show...”».
Gli atti, infine, restituiscono uno spaccato da chiariresulla presunta consapevolezza della Guidi che a gennaio 2015 ci fosse un’indagine a carico di Gemelli. Infatti, l’imprenditore risulta essere stato iscritto nel registro degli indagati a settembre del 2014 e a gennaio non aveva ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura in quanto queste sono fatte di routine ogni sei mesi d’indagine. In particolare, la Guidi chiama Gemelli per discutere di una problematica sorta tra Tecnimont e Total. L’uomo, sembra sapere di essere intercettato e dice all’ex ministro: «A me brucia l’orecchio col telefono».