«Chiederemo il dissequestro dell'area di Bagnoli che è ancora sotto sequestro per bonificarla. Ci sono 272 milioni di euro per la ripulitura di Bagnoli: noi li mettiamo. Sono i denari che servono a Bagnoli per tornare in mano ai napoletani, a Napoli per essere capitale del Mezzogiorno e all'Italia di essere una nazione degna del futuro». Lo ha detto il premier Matteo Renzi al termine della cabina di regia in prefettura a Napoli per il via alla riqualificazione dell’area ex Italsider. In una giornata caratterizzati da scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sul lungomare partenopeo. Il premier ha aggiunto che la conclusione della bonifica di Bagnoli «è prevista entro il 2019». E ha spiegato: «Io avevo chiesto il 2018 però meglio essere prudenti e saggi. Per ripulire quest'area da anni di incuria ci sarà bisogno di un lavoro di 36 mesi». Questo il cronoprogramma: «Azioni immediate di bonifica partiranno nel 2016, poi partirà la rigenerazione a gennaio 2017 e dalla fine del 2017 le infrastrutture». Alla riunione odierna della cabina di regia in prefettura non ha partecipato il sindaco Luigi de Magistris, da tempo in conflitto con Renzi sul futuro di Bagnoli.
Lungomare vandalizzato, 14 agenti feriti, sassi e lacrimogeni. È questo il bilancio degli scontri a Napoli in occasione della visita di Matteo Renzi, venuto a presentare il progetto di bonifica e rilancio dell'area di Bagnoli. Ad attenderlo duemila esponenti dei centri sociali, irritati per la chiusura dei loro luoghi d'incontro ma soprattutto pronti a rendersi protagonista di una risposta politica all'operato del governo.
Renzi: nessuna cementificazione
«Non date ascolto alle ricostruzioni farlocche: a Bagnoli non c'è nessuna cementificazione - aveva detto in precedenza Renzi nella sede del quotidiano partenopeo Il Mattino, dove ha partecipato ad un forum -. Bonifichiamo le terre, bonifichiamo il mare: stiamo procedendo alla più grande opera di recupero ambientale della storia italiana. Vale più di dieci abbattimenti di ecomostri. Con buona pace delle polemiche di chi per anni non ha mosso un dito. Noi siamo quelli che messi davanti alle responsabilità, non ci prendiamo paura. Abbiamo promesso di sbloccare l'Italia. E lo faremo, con umiltà e coraggio». Facendo riferimento alle proteste di oggi nel capoluogo campano il premier ha commentato nel corso del forum al Mattino: «Possono insultare, minacciare, tirare sassi e lacrimogeni. Noi siamo più forti delle minacce e più decisi dei loro insulti. Abbiamo promesso che il Paese lo sblocchiamo e lavoriamo per questo».
Tensioni a corteo contro Renzi, polizia usa idranti
Poche ore prima dell’arrivo di Renzi, si sono verificati scontri tra polizia e un centiniao di manifestanti a Napoli, sul lungomare. Dopo un fitto lancio di pietre contro le forze dell'ordine, queste ultime hanno reagito con gli idranti e sparando lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Quattro poliziotti - si apprende da fonti della Questura di Napoli - sono rimasti feriti. Gli attivisti, mobilitati nel giorno della riunione della cabina di regia per la riqualificazione di Bagnoli hanno bloccato il traffico sul lungomare. La situazione è poi ritornata tranquilla ma la zona di via Chiatamone, dove ha sede Il Mattino, e di piazza del Plebiscito, dove c'è la Prefettura, sono rimaste blindatissime. Camionette delle forze dell'ordine e uomini in divisa sono distribuiti in vari punti della città. Sin da ieri gli organizzatori del corteo avevano anticipato la loro intenzione di violare la “zona rossa” di fatto istituita dallo spiegamento di forze dell'ordine intorno alla prefettura.
De Magistris: cabina regia? Luogo pericoloso
Alla riunione odierna della cabina di regia in prefettura non ha partecipato il sindaco Luigi de Magistris, da tempo in conflitto con Renzi sul futuro di Bagnoli. «La cabina di regia è una stanzetta preconfezionata, è un luogo pericoloso da cui ci teniamo a distanza» ha detto il sindaco di Napoli. De Magistris, sottolineando che i vertici della cabina di regia «non hanno voluto nemmeno la registrazione» della riunione, come da lui chiesto nei giorni scorsi con una lettera al Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, ha affermato che «la mia storia personale e di questa amministrazione è una storia di mani pulite e non ci faranno mai diventare complici di qualcosa di indecente che sta avvenendo a livello politico e istituzionale». E ha aggiunto: «È una passerella elettorale, trovo sorprendente che di fronte a una richiesta di incontro che faccio da un anno e mezzo non ritenga di incontrare il sindaco».
© Riproduzione riservata