«Vorrei prima di tutto ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilità in tempi così brevi di chiarire questa vicenda così spiacevole per me. Ho risposto a tutte le loro domande. Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa». La dichiarazione che Federica Guidi ha reso all'agenzia Ansa dopo l'incontro con i pm di Potenza. L’interrogatorio dell’ex ministro dello Sviluppo economico è durato quasi tre ore». Faccia a faccia iniziato intorno alle 12 davanti ai pubblici ministeri della Procura che indagano sul petrolio in Basilicata. Guidi - che non è indagata - è stata sentita come persona informata sui fatti. L’ex titolare dello Sviluppo economico è arrivata al palazzo di giustizia con dieci minuti di anticipo su un’auto entrata da un ingresso laterale. E’ salita al quarto piano, dove si trova la Procura, con un ascensore interno, portando con sè un dossier sulle attività svolte in funzione di ministro al Mise. Con lei anche un avvocato che però non è entrato nella stanza dell’interrogatorio perché l’ex ministra non è indagata.
Gli investigatori hanno giudicato «soddisfacente il confronto» che è stato secretato al pari di quello del ministro Maria Elena Boschi. Ai sostituti Francesco Basentini, Laura Triazzi ed Elisabetta Pugliese, l'ex ministro ha fornito elementi utili a ricostruire la sua attivita' istituzionale. Fonti vicine a Federica Guidi riferiscono che vi è stata data «ampia e dettagliata testimonianza sui fatti e su tutte le domande poste».
L’ex titolare dello Sviluppo economico poteva avvalersi della facoltà di non rispondere solo su domande relative a Gianluca Gemelli, il compagno che risulta indagato nell’inchiesta. L’ex ministra doveva invece rispondere agli interrogativi dei Pm sull’ex viceministro Claudio De Vincenti, sul ruolo di Nicola Colicchi, ex consulente della camera di commercio di Roma, dell’ex direttore generale del Mef Valter Pastena e di Paolo Quinto del Pd (non indagato), nonché sulle attività del presunto “quartierino” romano che faceva pressioni sui più alti vertici istituzionali.
All'interrogatorio hanno partecipato i pm, Francesco Basentini e Laura Triassi che martedì si erano recati in trasferta a Roma dove avevano interrogato per un'ora a palazzo Chigi, come persona informata dei fatti, la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi, ascoltata su tutti gli aspetti che riguardano l'emendamento del governo che avrebbe sbloccato lo sfruttamento del giacimento di Tempa Rossa in Basilicata gestito dalla Total con Mitsui e Shell.
Questa mattina, al suo arrivo a Potenza, Guidi è apparsa «serena e tranquilla». Da fonti vicine all’ex ministra si è appreso che era intenzionata a rispondere a tutte le domande dei magistrati, fornendo loro tutti gli elementi.
La vicenda ha portato alle dimissioni dell’ex ministra per lo Sviluppo economico, che parlò dell’approvazione dell’emendamento in una telefonata intercettata con Gemelli, imprenditore nel settore petrolifero che avrebbe ottenuto una commessa del valore di oltre 2 milioni di euro, oltre ad essere inserito nella “bidder list” del colosso petrolifero. Secondo la tesi dell'accusa la norma avrebbe consentito alla società petrolifera Total di aggirare i rilievi della Regione Puglia nel progetto Tempa Rossa.
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