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Def, monito dell’Ufficio parlamentare di bilancio: stime al…

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nota di validazione

Def, monito dell’Ufficio parlamentare di bilancio: stime al limite, a rischio riduzione del debito

«L'eventuale emergere di sorprese negative sul fronte della crescita reale e dell'inflazione metterebbe a rischio la dinamica del Pil nominale e, con essa, il percorso di abbassamento del rapporto debito/Pil», fissato nel Def varato venerdì scorso dal governo, al 132,4% quest'anno (dal 132,8% del 2015) e al 130,9% nel 2017. Lo scrive l'Ufficio parlamentare di bilancio nella nota di validazione delle stime macro tendenziali, motivando il rischio ribasso con il fatto che lo scenario tendenziale delineato dal governo nel Def «si colloca in corrispondenza del limite più alto dell'intervallo di stime del panel Upb»

Upb: stime su limite massimo, calo debito a rischio
L’Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea le «incertezze» legate allo scenario internazionale e in particolare all'andamento del prezzo del petrolio e del tasso di cambio dell'euro. Se per il petrolio le stime (verso i 50 dollari al barile) sono all'interno del range, «un ulteriore elemento di rischio» è invece costituito «dalla possibilità di un'evoluzione dell'euro meno favorevole di quella ipotizzata nello scenario Mef (invarianza del cambio), con effetti di minore sostegno alla crescita e di più debole spinta all'inflazione rispetto a quanto supposto in tale quadro».

Def, relazione parlamento: rischi ribasso Pil 2016
Scenari di rischio che in realtà il governo non trascura. Nella Relazione al Parlamento che accompagna il Def, infatti, la stima di crescita del Pil per il 2016, pari all'1,2% (già tagliate rispetto a quelle d’autunno) potrebbe essere soggetta a rischi al ribasso. «La previsione continua a basarsi su aspettative relativamente ottimistiche circa la domanda interna e la capacità delle imprese italiane di espandere le loro esportazioni in un quadro di accresciuta difficoltà, ed è pertanto soggetta anche a rischi al ribasso», afferma il documento.

Governo userà tutta flessibilità consentita
Il governo, nella sua relazione di accompagnamento al Def, conferma anche l'intenzione di usare «tutti i margini di flessibilità consentiti» dal Patto di stabilità e crescita. E «continua ad adoperarsi in sede tecnica per l'adozione di metodologie di calcolo del prodotto potenziale più flessibili». Il gap di prodotto di quasi venti punti percentuali rispetto al trend pre-crisi, spiega la relazione, «è di una gravità senza precedenti e richiese uno sforzo di aggiustamento prolungato di tempo. Questo dato non emerge adeguatamente utilizzando la metodologia di calcolo del prodotto potenziale seguita dalla Commissione europea, in base alla quale si ottiene un “output gap” per il 2016 di soli 1,5 punti percentuali (winter forecast), il quale si chiderebbe già nel 2018 qualora si avverassero nei prossimi anni le previsioni di ripresa economica».

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