Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha evocato la possibilità di aggirare l'ostacolo costituzionale che si frappone alla trasmissione all'Italia di tabulati e traffico telefonico chiesti dalla procura di Roma per le indagini sull'uccisione di Giulio Regeni. In dichiarazioni fatte in una conferenza stampa al Cairo dopo una riunione ministeriale Egitto-Burundi, Shoukry ha però avvertito che le l'inchieste potrebbero durare ancora mesi. La consegna dei tabulati da parte delle autorità egiziane è stato uno dei punti di scontro fra autorità italiane ed egiziane che si erano appellate alla privacy. Adesso bisogna vedere cosa seguirà a questa apertura del Cairo.
Intanto anche la Gran Bretagna compie un primo passo formale nei confronti dell’Egitto sulla questione Regeni. Il Times di Londra scrive - e conferma un portavoce del Foreign Office - che il ministero degli Esteri è stato spinto a intervenire da una petizione promossa in Gran Bretagna in ambienti accademici e firmata finora da 10.000 persone, sollecitando alla controparte egiziana un’investigazione completa e trasparente. «Abbiamo sollevato il caso con le autorità egiziane sia a Londra sia al Cairo, sottolineando la necessità di un'indagine completa e trasparente», ha confermato all’Ansa un portavoce del Foreign Office. «Rimaniamo in contatto con le autorità italiane e con quelle dell'Egitto, mentre i nostri pensieri vanno al signor Regeni e alla sua famiglia in questo tempo difficile». Un forte passo formale nei confronti dell’Egitto viene richiesto alla Commissione europea anche dal presidente dei socialisti e democratici europei al Parlamento di Stasburgo, l’italiano Gianni Pittella. «Chiediamo che la Commissione europea riconsideri i suoi rapporti con l'Egitto, così come sta facendo giustamente l'Italia», ha detto Pittella, tornando a chiedere piena luce sul caso Regeni.
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