«Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni». Così Matteo Renzi nella sua enews, dopo la bufera scatenata dalle dichiarazioni del neo presidente dell'Anm (Associazione nazionale magistrati) Piercamillo Davigo che aveva accusato i politici di non «avere mai smesso di rubare» e aveva detto che «la classe dirigente di questo Paese quando delinque» fa «danni incomparabilmente più elevati di qualunque delinquente da strada».
Renzi: tra magistrati e politica serve rispetto
«Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere - ha sostenuto il presidente del Consiglio - e anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto. Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze».
Da Grillo solidarietà a Davigo
Il premier ha evitato dunque di soffiare sul fuoco, limitandosi a evocare la necessità di una chiara ripartizioni di compiti tra politica e magistratura, nel rispetto reciproco. A intervenire a spada tratta a sostegno di Davigo è stato il leader M5s Beppe Grillo che in un post (non firmato) sul blog ha parlato di «parole sacrosante e condivisibili da tutti i cittadini onesti». E ha aggiunto: «Dalle sue parole è chiaro che il giudice non è contro il governo, è contro i corrotti. Se le cose coincidono la colpa non è di Davigo». Di qui l'auspicio: «Più Davigo, meno corrotti». «Davigo ha la mia solidarietà ed è un uomo veramente straordinario, di straordinaria competenza» ha aggiunto poi Grillo al Tg1.
Orlando: no a polemiche, serve leale collaborazione
Un invito alla collaborazione, evitando le polemiche è stato rivolto alla magistratura dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha difeso i risultati raggiunti con le riforme in atto nel settore giustizia, ricordando «i riconoscimenti» arrivati in sede internazionale, che «non sono un patrimonio che appartiene al Governo, ma al Paese». Di qui la necessità evidenziata di «evitare di travolgere i risultati ottenuti con le polemiche quotidiane, ricercando sinergia e leale collaborazione tra tutti i soggetti della giurisdizione».
Minisci (Anm): non intendiamo alimentare scontro
A stretto giro la nota dell'Associazione Nazionale Magistrati, che con il suo segretario generale Francesco Minisci, ha sottolineato che l’Anm «non intende alimentare lo scontro, avendo come unico obiettivo quello del funzionamento del sistema giudiziario», ma «sarà un interlocutore istituzionale rigoroso e determinato senza fare sconti», perché « l'Anm non ha nemici». Parole seguite da una puntualizzazione: «Non avevamo dubbi che le affermazioni del presidente Davigo, come da lui stesso opportunamente precisato, non avessero alcun intento di generalizzazione, ma si riferissero a specifici fatti accaduti e provati».
Renzi: a noi mozioni di sfiducia portano bene
Tornando alla enews di Renzi, il presidente del Consiglio ha rievocato le mozioni di sfiducia delle opposizioni bocciate il 19 aprile in Senato, attaccando Lega e M5s. «Dovevano mandarci a casa. Lo avevano promesso Salvini e Di Maio. Lo avevano annunciato con titoli roboanti in tutte le loro partecipazioni televisive: presenteremo una nuova mozione di sfiducia perché stavolta abbiamo i numeri. È finita che abbiamo preso più voti di sempre». «Diciamo - ha aggiunto - che a noi le mozioni di sfiducia portano bene, dai».
«Referendum era inutile, Italia l'ha respinto»
Ancora un riferimento poi al referendum sulle trivellazioni in mare che non ha raggiunto il quorum. «L'Italia ha parlato respingendo un referendum inutile. Che poteva diventare dannoso in caso di approvazione» è stato il commento. Non è mancata però una nuova offerta di dialogo, dopo il «ramoscello d’ulivo» offerto ai governatori sconfitti. «Io credo - ha aggiunto infatti il premier - che occorra molto rispetto per tutti i cittadini. Per chi ha votato sì, per chi ha votato no, per chi si è astenuto. Il referendum ha i suoi vincitori: i lavoratori del polo di Ravenna e delle altre zone interessate. E ha i suoi sconfitti: qualche consigliere regionale che ha cavalcato il referendum pensando di farlo diventare occasione di battaglia interna. Vincitori e vinti, tutti insieme, adesso, possono lavorare per il bene dell'Italia. Il Governo c'è».
«Per crescere Italia si tolga polvere di dosso»
A Pontedera per i 70 anni della Vespa Renzi ha poi aggiunto che «l'Italia ha bisogno di togliersi di dosso un po' di polvere, di smettere di lamentarsi e di provare concretamente a creare le condizioni perché la crescita torni stabilmente nel nostro Paese»
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