I giochi sembrano chiusi. E la frantumazione del centrodestra a Roma pare acclarata, con 4 candidati (Guido Bertolaso, Giorgia Meloni, Afio Marchini e Francesco Storace) avanti in ordine sparso. Un assetto che aumenta le probabilità di un ballottaggio Pd-M5s (Giachetti-Raggi). II leader di Fi Silvio Berlusconi, al termine di una complessa giornata di contatti telefonici e incontri, ha deciso di confermare la piena fiducia nella candidatura di Guido Bertolaso (a palazzo Grazioli per un faccia a faccia con il Cavaliere, insieme a Gianni Letta e Antonio Tajani) per la corsa a sindaco di Roma. E sembrano chiudersi le porte del leader della Lega Matteo Salvini, fermo nel sostegno alla leader di Fdi Giorgia Meloni. A chi gli ha chiesto se la questione delle candidature a Roma sia ormai conclusa senza un accordo con Berlusconi, ha risposto: «Per me sì». Aggiungendo comunque che a suo avviso la rottura a Roma «non avrà» ripercussioni sul centrodestra in altre realtà.
Berlusconi: sostegno convinto e deciso a Bertolaso
«Ribadiamo la nostra convinta scelta e il nostro deciso sostegno a Guido Bertolaso» ha affermato Berlusconi in un comunicato diffuso in serara. «Pur dispiaciuti che a Roma non si sia potuta realizzare l'unità del centrodestra, ribadiamo la nostra convinta scelta e il nostro deciso sostegno a Guido Bertolaso», ha aggiunto la nota, ribadendo come l’ex capo della Protezione civile «sia l'unico tra i candidati sindaci in campo in grado di risollevare la capitale d'Italia dallo stato di degrado in cui si trova».
Le divisioni nel centrodestra a Roma
La certezza di questo epilogo arriverà solo il 29 aprile, quando Fi ufficializzerà la sua lista per le comunali. Ma la strada sembra ormai davvero tracciata. Le possibilità di una convergenza su Giorgia Meloni sono ritenute quasi inesistenti, mentre il tentativo, che pure venerdì aveva ripreso quota, di puntare ad un'alleanza con il “civico” Alfio Marchini (dato da molti sondaggi come unico candidato di centrodestra vincente al ballottaggio con la candidata del M5s Virginia Raggi), sostenuta anche da Francesco Storace e non avversata dallo stesso Bertolaso, con il passare delle ore si è rivelato impraticabile. «Possiamo accettare in nome della coerenza che si rimanga su Bertolaso, ma convergere su Marchini anziché sulla Meloni significa la rottura definitiva dell'alleanza con la Lega», è l’ultimatum che il partito del Nord – guidato da Paolo Romani, Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti – ha trasmesso a Berlusconi.
Salvini: non vado con chi dice che rom vanno aiutati
«Noi a Roma andiamo al ballottaggio con la Meloni - ha ribadito Salvini - perché con chi dice che i rom vanno aiutati io non ci vado, e non mi interessa neanche citare Bertolaso qui a Varese». Il riferimento è alla prima uscita di Bertolaso, allora candidato sindaco di tutto il centrodestra, che lo scorso febbraio parlò dei rom come di «una categoria che è stata vessata e penalizzata». Un’uscita che Salvini non ha mai perdonato all’ex capo della Protezione civile.
Tour al vetriolo Raggi-Bertolaso su difficoltà disabili
Intanto Raggi e Bertolaso sono stati protagonisti domenica di una insolita mattinata di campagna elettorale insieme, con un tour nella stazione Termini e nella metropolitana, accompagnando due giovani disabili che li avevano invitati a un test 'dal vivo' per sperimentare le difficoltà quotidiane di chi vive sulla sedia a rotelle. Non sono mancate, tra i candidati sindaco, battute, risposte piccate e polemiche. «C'è una legge, la 104 del 1992, che obbliga l'amministrazione ad attivarsi per risolvere questo problema su sollecitazione dei disabili» ha detto l'ex numero uno della Protezione civile mentre l'avversaria pentastellata sentendolo scuoteva la testa e sorrideva: «Non è proprio corretto dire loro 'tu ti devi attivare', perché i politici servono a questo. Loro si sono attivati, abbiamo fatto approvare in commissione il piano per le barriere architettoniche ma la maggioranza non l'ha mai approvato. La responsabilità è nostra, di noi che siamo nelle istituzioni».
© Riproduzione riservata